“L’infedeltà emozionale è intensa ma invisibile, al contempo erotica e non consumata. Tali paradossi, così deliziosi e intriganti, la rendono pericolosa tanto quanto l’adulterio vero e proprio”. Con queste poche parole si può riassumere il pensiero di Mark Teich, psicologo americano, autore di diversi saggi che trattano l’innamoramento, ma soprattutto la dinamica del tradimento.
Nel suo articolo “Love but don’t touch”, apparso sul web journal Psychology Today, il Dott. Teich riporta e analizza la storia di Brendan e Lauren, due coniugi che parallelamente intrecciano una relazione extraconiugale online, che ben si presta a rappresentare i meccanismi sottesi all’infedeltà emozionale.
Brendan ricontatta la sua prima ragazza, che – a differenza della moglie, molto presa dal proprio lavoro e preoccupata per la salute precaria del figlio – trascorre le proprie giornate dividendosi equamente tra lavoro e cura personale; Lauren, invece, conosce per caso su un forum un brillante professionista, simile per caratteristiche al marito, ma molto più divertente e spensierato (a suo dire) del compagno.
Brendan e Lauren non incontreranno mai i loro “amanti” virtuali e interromperanno le corrispondenze nel momento in cui il loro bambino avrà seriamente bisogno di cure mediche. Nonostante questo, il loro coinvolgimento sarà tale per cui rischieranno di mandare a monte il matrimonio.
“L’infedeltà – sostiene Teich – è più antica della Bibbia, ma ha cominciato ad assumere caratteristiche differenti rispetto al passato: coinvolge sempre più le donne e la realtà virtuale”.
Riferendosi in particolare agli incontri online, Teich li descrive come ricchi di vicinanza emotiva, connotati spesso anche di segreti, carichi di sessualità (nella maggior parte dei casi non agita, ma solo fantasticata).
Tali relazioni crescono silenziosamente, sino a diventare un rischio anche per il più stabile dei legami offline (ossia, vissuto in carne ed ossa).
Ai tempi di Internet, poi, le relazioni “galeotte” sono diventate molto più “a portata di mano” (o di clic) di quanto non siano mai state prima.
La psicologa Shirley Glass ha registrato questo “florilegio” già nel 2003, nel suo libro “Not just friends”: “La nuova infedeltà nasce tra persone che involontariamente stringono relazioni (virtuali) profonde e appassionate, prima di realizzare di aver superato la linea tra amicizia platonica e amore romantico” scrive nel testo citato.
L’82% dei partner infedeli che ha seguito in terapia – scrive – ha avuto una relazione con una persona che all’inizio era “solo un amico”. Per di più, il 65% delle persone seguite ha intrecciato relazioni da lei considerate emotivamente infedeli (segrete, ricche di sessualità non consumata, e molto più aperte a livello emozionale delle relazioni con il compagno “in carne ed ossa”).
La dott.ssa Glass ritiene che il luogo di lavoro sia uno dei principali campi minati per il matrimonio: il 50% delle donne e il 62% degli uomini infedeli con cui ha avuto a che fare avevano allacciato una relazione con qualche collega. La ricercatrice sostiene inoltre che Internet rappresenti un buon habitat per la nascita (e crescita) di relazioni di questo genere, che sembrano moltiplicarsi velocemente.
Ma siamo sicuri che il tradimento nasca solamente a causa di e all’interno di una relazione in crisi?
Giusto per rassicurarci, Peggy Vaughan, psicologa autrice del libro “Il mito della Monogamia” e curatrice del portale DearPeggy.com, dove vengono esposte ricerche e discussioni sull’argomento, sostiene che nessuno sia immune al fascino del tradimento.
Sebbene le persone alle prese con una relazione in crisi siano più suscettibili, un sorprendente numero di persone coinvolte in un legame solido e felice trova intrigante la novità e si lascia spesso tentare da relazioni extraconiugali.
A causa dei confini così labili e insidiosi, il tradimento emozionale rappresenta una sfida per il legame di coppia, proprio perché è difficile da identificare. Potrebbe, infatti, sembrare naturale “confessarsi” con una persona conosciuta su internet, o rispondere alle curiosità di un collega. Ma lentamente e impercettibilmente – sostiene la dott.ssa Vaughan – tra alcune persone avviene un “cambiamento emotivo”.
Con l’andare del tempo (e delle confidenze) coloro che si definivano solo amici hanno costruito un piccolo alone di segretezza attorno alla propria relazione e traslano la fedeltà che prima provavano per il compagno, sul (non-più-solo) amico.
Internet, dunque, rappresenta il piatto d’argento sul quale poter servire e vivere relazioni segrete e cariche anche di sessualità (come detto, spesso solo pensata e non agita). Il tradimento – come si accennava nel caso di siti deputati ad incontri extraconiugali – può essere consumato proprio nel salotto di casa, sotto gli occhi dell’ignaro/a compagno/a.
Spesso è l’anonimato che incoraggia ad aprirsi all’altro. Aaron Ben-Ze’ev, filosofo e presidente dell’Università di Haifa, autore del libro Love Online, sostiene che confidarsi con una persona conosciuta su internet equivalga a parlare con uno sconosciuto: si rivelano, in questi incontri, pensieri ed emozioni che a volte si fatica a confessare al proprio partner. Condividendo certe confessioni, l’intimità, naturalmente, cresce. Le informazioni scambiate, poi, sono accuratamente selezionate e spesso sono taciute parti non gradite di Sé. Inoltre, senza apparenti dati di realtà con cui fare i conti, sul compagno virtuale si possono proiettare desideri e fantasie: si da libero sfogo alla propria immaginazione.
E’ della stessa opinione anche Sherry Turkle, psicologa ricercatrice del MIT e autrice de La vita sullo schermo: l’identità nell’era di internet. “Ciò che conta, infatti, non sono tanto le informazioni scambiate, quanto quelle taciute al partner virtuale. E’questo che rende le relazioni online così intense e ricche di fantasie”.
La dott.ssa Turkle paragona questo fenomeno al transfert in psicoterapia, dove i pazienti, avendo poche informazioni sul terapeuta, sono portati ad investirlo di qualità che vorrebbero possedere o di cui sentono il bisogno. Allo stesso modo, il partner virtuale è sempre parte di una fantasia e, inevitabilmente, è visto come più interessante, più accogliente e sexy di quello “in carne ed ossa”.
Possiamo a questo punto chiederci se questo genere di amore virtuale sia reale o meno. Il dott. Ben-Ze’ev sostiene che contenga gli stessi elementi dell’amore “offline”: è ricco di pensieri ossessivi che riguardano l’amato, si prova lo stesso urgente bisogno di sentirlo e di pensare che sia la persona migliore del mondo. Esattamente come quando ci si innamora nella “realtà”.
L’alchimia, però, non dura a lungo: come nella realtà la fase di innamoramento richiede un successivo consolidamento che può non avvenire con il partner virtuale. Spesso, infatti, gli amori nati sulla scorta di una fantasia, sono destinati a scontrarsi con la realtà.
Essendo ormai gli incontri virtuali così comuni o per lo meno accessibili, così ricchi – come abbiamo visto – di scambi emotivi, tanto a volte da travalicare il confine tra amore e amicizia, gli studiosi hanno cominciato a domandarsi quali possano essere le strategie efficaci per difendere la propria relazione “reale” da tali tentazioni.
La dott.ssa Vaughan suggerisce trasparenza nella gestione delle conoscenze sul web: niente indirizzi e-mail segreti o corrispondenze che un partner non avrebbe piacere di scoprire.
Non tutti però sono della stessa opinione. In particolare, la dott.ssa Turkle sostiene che alcune relazioni virtuali possano essere divertenti, innocue e giocose. A volte, anzi, anche salutari: “Le persone – infatti – potrebbero esprimere diverse identità o aspetti di Sé: una persona introversa potrebbe mostrarsi estroversa, un uomo fingersi una donna e così via”. Una relazione virtuale potrebbe anche essere un buon campanello d’allarme per prestare attenzione a ciò che non va nella propria relazione offline.
Lo stesso campanello di allarme – conclude il dott. Teich – che ha riportato Brendan e Lauren a occuparsi del proprio matrimonio, lasciando perdere i partner incontrati online. Da un lato la fantasia si è scontrata con la dura realtà del dover accudire il figlio malato, dall’altro entrambi si sono resi conto che le relazioni ricercate e coltivate online rappresentavano un diversivo alla loro intimità, non l’intimità stessa.
BIBLIOGRAFIA:
- Ben-Ze’ev, A., Love Online: Emotions on the Internet, University Of Cambridge, 2004.
- Glass, S., Not “Just Friends”: Protect Your Relationship from Infidelity and Heal the Trauma of Betrayal, The Free Press, 2003.
- Neuman, G., Emotional Infidelity, Three Rivers Press, 2002.
- Pittman, F., Private Lies: Infidelity and the Betrayal of Intimacy, Norton Books, 1996
- Spring, A., Healing the Pain and Rebuilding Trust When a Partner Has Been Unfaithful, HarperCollins, 1996.
- Teich, M., Love but don’t Touch, Psychology Today, 2006.
- Turkle, S., La vita sullo schermo. Nuove identità e relazioni sociali nell’epoca di Internet, Apogeo, 1997.
- Vaughn, P., The Monogamy Myth: A Personal Handbook for Recovering from Affairs, New Market Press, 1989.