expand_lessAPRI WIDGET

La coppia imprigionata

La scelta del partner nella coppia può essere intesa come la ricerca della persona con cui realizzare un'aspettativa soggettiva.

Di Serena Mancioppi

Pubblicato il 09 Feb. 2012

 

La coppia imprigionata. - Immagine: © michaltutko - Fotolia.com - Come è stato detto nei post precedenti, la scelta del partner può essere intesa come la ricerca della persona con cui realizzare un’aspettativa soggettiva: da una parte questa è legata alla necessità di sperimentare nuovamente un senso di condivisione già vissuto in passato, rendendo attuale un particolare contesto di attaccamento e senso di appartenenza, e dall’altra è determinata dal desiderio di esplorazione e ricerca, attraverso l’altro, di stimoli nuovi che permettano di modificare, il proprio scenario interno.

In alcune relazioni di coppia, però, utilizzare la relazione per riconfigurare il proprio scenario interno (Norsa e Zavattini, 1997) risulta essere un impresa impossibile. Sono le coppie che si costituiscono su un modello di relazione negativo: una sorta di “prototipo” relazionale che nega qualunque possibilità di cambiamento e che ciascun partner ripropone nella relazione attuale nel tentativo di anticipare le aspettative negative e assicurarsi un controllo e una prevedibilità sull’andamento della relazione.

La Scelta del Partner: dall'innamoramento alla costruzione di una relazione stabile. Immagine: © Artistan - Fotolia.com -
Articolo consigliato: La Scelta del Partner: dall'innamoramento alla costruzione di una relazione stabile.

Questa costante relazionale negativa (Seganti, 1995) è l’espressione di una difesa dell’individuo rispetto a situazioni relazionali che sono state estremamente frustranti; relazioni in cui realizzare un cambiamento in senso creativo ed evolutivo è stato impossibile, una lotta vana condannata al fallimento. Attraverso la ripetizione di uno schema frustrante, ma “familiare” e quindi prevedibile, viene preservato il senso di coesione e integrità del sé. In questo tipo di relazioni, le relazioni interne, deludenti e frustranti, si impongono sulle esperienze reali, negando la possibilità di una disconferma e revisione dei modelli interni e neutralizzando l’aspetto riparativo delle relazioni umane.

Nelle situazioni più gravi la sensazione soggettiva è quella di inglobare l’altro nei propri schemi o di esservi inglobato, perdendo di vista più o meno totalmente il partner reale: il costo di questa operazione infatti è quello di percepire l’altro solo per quegli aspetti che si teme di incontrare e dai quali ci si difende. La relazione è caratterizzata dalla paura e dalla diffidenza; a seconda del modello internalizzato si può temere e anticipare l’abbandono, il tradimento, la superiorità o la prevaricazione da parte del partner.

La Scelta del Partner. Immagine: © Christian Maurer - Fotolia.com -
Articolo consigliato: "La scelta del Partner"

Quando entrambi i partner condividono un modello di relazione interno carico di aspetti “negativi” si parla di collusione di coppia (Diks, 1967). La relazione di coppia in questi casi diventa un luogo nel quale ci si sente imprigionati in dinamiche ripetitive e condannati all’infelicità, incapaci di utilizzare la dimensione naturalmente terapeutica dei rapporti umani. La collusione garantisce a entrambi di non avere accesso o modificare alcune aree della propria vita emotiva, mantenendo intatti i propri oggetti interni danneggiati (Monguzzi, 2003).


Per Freud (1914) la collusione di coppia si verifica quando uno dei due partner assume il ruolo infantile di colui che deve essere protetto e salvato in una “scelta per appoggio”, e l’altro quello complementare di onnipotente salvatore in una scelta complementare “di tipo narcisistico”, collusione che può arrivare fino al sadomasochismo. Nella scelta per appoggio si va quindi alla ricerca di un partner che rappresenti un sostituto genitoriale, protettivo e normativo, che si ponga come guida nel lavoro, nella vita e negli studi; la posizione in cui si mette chi sceglie questo tipo di partner è quella del bambino. Nella scelta di tipo narcisistico invece ad agire è il meccanismo di identificazione proiettiva per cui i propri bisogni infantili frustrati vengono proiettati sul partner, per poi identificarsi con lui; l’altro quindi rappresenta una parte del proprio sé, quella negata e rimossa, il sé stesso bambino a cui è stato negato l’amore materno.

Un altro tipo di scelta narcisistica è quella di chi proietta sul partner scelto gli aspetti idealizzati di sé che non riescono a esprimersi, l’ideale dell’Io che non è stato raggiunto. Chi compie questa scelta sceglie un ruolo infantile, ma il partner non sarà un genitore accudente, bensì un “dio” adorato e idealizzato. L’impossibilità di raggiungere le mete ideali che ci si pone è anche legata a una difficoltà nell’espressione e nell’uso dell’aggressività in modo costruttivo, questa infatti viene negata e rimossa, a favore di un’ eccessiva tenerezza che viene usata in maniera seduttiva e manipolatoria; l’aggressività tuttavia non è scomparsa e finisce per rivolgersi a livello inconscio verso chi ha raggiunto ciò che il soggetto avrebbe voluto per sé: i sentimenti verso il partner saranno allora ambivalenti, carichi di ammirazione e invidia. Relazioni di questo tipo possono condurre alla formazione di coppie dove la disparità tra i partner favorisce una totale identificazione con la coppia genitore/figlio.

"Gelosi tecno-patologici" - Immagine: © 2012 Costanza Prinetti -
Articolo consigliato: La gelosia: patologia o amore vero?

Le due scelte sopra descritte comportano relazioni complementari: uno dei due partner invierà segnali per ottenere appoggio, cercando nel partner una figura genitoriale o un dio da adorare, e l’altro sarà lieto di avere per compagno un bambino a cui dare quella felicità che egli stesso non ha avuto; in entrambi i casi uno dei due avrà una posizione di potere, anche se non sempre sarà quello ad apparire più forte.

Per Baldaro Verde (1990) è una scelta di scelta di ripiego quella di chi pensa di non avere scelta, per problemi reali legati all’aspetto fisico o a condizioni sociali estreme. Questo tipo di rapporto provoca spesso una svalutazione del partner; su di lui/lei vengono proiettati i propri sentimenti di inferiorità, per questo motivo chi accetta un rapporto di questo tipo si sente a sua volta una persona di poco valore.

La coppia: chi si somiglia si piglia? - Immagine: © Jan Will - Fotolia.com -
Articolo consigliato: La coppia: chi si somiglia si piglia?

A proposito di coppie imprigionate in un meccanismo relazionale che non lascia spazio al cambiamento Mony Elkaim (1990) spiega come in alcune coppie entrambi i partner si rivolgano, a livello esplicito, delle richieste che però sono impossibili da soddisfare perché in contraddizione a un livello più profondo con la propria “mappa del mondo”, cioè con il proprio bagaglio interno di rappresentazioni e aspettative su di sé, sull’altro e sulla relazione. L’idea è quella che ciascuno sia diviso tra due livelli di aspettative contrastanti, preesistenti all’incontro con il partner e che la relazione permette di esteriorizzare. È un po’ come se grazie alla relazione ciascuno spostasse sull’altro il “carceriere” che è in lui, garantendosi una protezione rispetto alle possibilità di modificare il suo mondo interno: se si riescono a portare in superficie entrambe le aspettative, quella esplicita e quella implicita contraria, emerge come la richiesta fatta al partner sia in realtà una richiesta impossibile da soddisfare, perché tale soddisfazione è in realtà inaccettabile a livello delle proprie rappresentazioni interne.

Nei prossimi articoli di questa serie verranno analizzate in maniera più specifica alcuni tipi di scelte relazionali.

 

 

BIBLIOGRAFIA:  

  • Baldaro Verde, J. (1990). Lo spazio dell’illusione. Viaggio attorno alla coppia. Milano: Raffaello Cortina.
  • Dicks, H. V. (1967). Marital Tensions. Trad. it. Tensioni coniugali. Studi clinici per una teoria psicologica dell’interazione. Roma: Borla 1992.
  • Elkaim M. (1990). Se mi ami, non amarmi. Orientamento sistemico e psicoterapia. Torino: Boringhieri
  • Freud S. (1914). Introduzione al narcisismo. Freud Opere, 7: 441-472. Torino: Boringhieri, 1975
  • Monguzzi F. (2003), La coppia: analisi della domanda di psicoterapia congiunta, Psychomedia.it, consultato il 20 dicembre 2011 su http://www.psychomedia.it/pm/grpind/family/monguzzi1.htm
  • Norsa D, Zavattini G, C. (1997). Intimità e collusione. Teoria e tecnica della psicoterapia psicoanalitica di coppia. Milano: Ragffaello Cortina Editore.
  • Seganti, A. (1995). La memoria sensoriale delle relazioni. Ipotesi verificabili di psicoterapia psicoanalitica. Torino: Bollati-Boringhieri.
Si parla di:
Categorie
SCRITTO DA
Serena Mancioppi
Serena Mancioppi

Psicologa Psicoterapeuta Sistemico Relazionale e Cognitivo-Evoluzionista

Tutti gli articoli
ARTICOLI CORRELATI
WordPress Ads
cancel