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La mindfulness: defizione e applicazione nei disturbi d’ansia

L'uso di esercizi di mindfulness in terapia è particolarmente utile nel trattamento di strategie disfunzionali quali la ruminazione e il rimuginio. Un recente studio ha dimostrato come l'efficacia di tali esercizi nel trattamento dei disturbi d'ansia si riveli anche in seguito ad una singola sessione di pratica.

Di Giovanni Belmonte

Pubblicato il 16 Lug. 2018

Aggiornato il 21 Nov. 2018 12:07

Pazienti che soffrono di disturbi d’ansia possono trarre benefici, sia psicologici che fisiologici, dalla pratica della mindfulness anche dopo una singola sessione di esercizi.

 

Con il termine mindfulness ci si riferisce a un modo di entrare in contatto, esplorare e comprendere i propri contenuti mentali, essa consente di osservare e descrivere la propria esperienza interiore senza giudicarla, correggerla, modificarla. In altre parole, la mindfulness permette di essere consapevoli dei propri stati mentali, dei propri pensieri, favorendo nelle persone il raggiungimento di un maggior grado di conoscenza di se stessi.

Perché la mindfulness è importante?

Spesso le persone non sono consapevoli dei propri contenuti mentali e questo le porta ad essere vittime passive di strategie cognitive disfunzionali, come la ruminazione e il rimuginio, o anche di dialoghi interni negativi o pensieri autoinvalidanti. Un esempio di frase che è spesso utilizzata nel momento in cui tali modalità cognitive vengono messe in atto potrebbe essere: “Non riesco proprio a smettere di pensare a…”

Rispetto alle strategie cognitive disfunzionali, è importante distinguere tra:

  • Ruminazione: si riferisce a pensieri ripetitivi rivolti verso eventi passati per cui le persone ricercano spiegazioni e risposte, ed è spesso associta al disturbo depressivo maggiore
  • Rimuginio: si riferisce a pensieri ripetitivi rivolti verso eventi futuri, al fine di prevedere delle conseguenze negative. Questa tipologia di pensiero ripetitivo è spesso associata ai disturbi d’ansia

Mindfulness e Disturbi d’ansia

Rispetto ai disturbi di tipo ansioso, una nuova ricerca ha messo in evidenza che i pazienti con disturbi d’ansia possono trarre benefici, psicologici e fisiologici, dalla pratica mindfulness anche dopo una singola sessione.

Nello specifico, i ricercatori hanno reclutato quattordici partecipanti che presentavano alti livelli di ansia al fine di sottoporli ad una sessione guidata di mindfulness della durata di 60 minuti, in cui i partecipanti venivano aiutati a concentrarsi sulla respirazione e ad aumentare la consapevolezza dei propri pensieri.

I risultati della ricerca hanno dimostrato che anche un singolo intervento breve di mindfulness può produrre miglioramenti misurabili nelle persone con disturbi d’ansia. In particolare, gli studiosi hanno messo in evidenza una chiara riduzione dell’ansia, che è stata misurata un’ora dopo la sessione di meditazione. Durocher, autore principale dello studio, sostiene che:

La maggior parte dei partecipanti ha riferito di continuare a utilizzare le pratiche mindfulness, anche dopo la sessione svolta; inoltre, i loro livelli di ansia si erano abbassati in modo significativo anche ad una settimana di distanza dalla sessione di mindfulness.

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