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La relazione tra una dieta ricca di grassi e sintomi ansioso-depressivi

E' stato dimostrato che un regime alimentare ad alto contenuto di grassi pare poter determinare la comparsa di sintomi ansioso-depressivi

Di Redazione

Pubblicato il 06 Nov. 2015

Sabrina Guzzetti

 

Un recente studio sui topi, da pochi giorni accettato per la pubblicazione sulla rivista British Journal of Pharmacology, rivela che l’iperglicemia e l’aumento del peso corporeo, conseguenti all’ assunzione di un regime alimentare ad alto contenuto di grassi, pare poter determinare la comparsa di sintomi ansioso-depressivi.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il diabete mellito e i disturbi dell’umore interessano circa 350 milioni di persone, con un impatto sulla salute pubblica e i costi socio-sanitari in costante aumento negli ultimi anni. Dalla letteratura sul tema si apprende che le due patologie paiono essere spesso compresenti e caratterizzate da una connessione reciproca di tipo bidirezionale: se da una parte i disturbi depressivi, specie se insorti precocemente nel corso della vita, risultano associati ad un incremento del rischio di sviluppare il diabete, dall’altra è stato anche osservato che una porzione rilevante di pazienti con diabete (fino al 30% del totale) soffre anche di un disturbo depressivo maggiore.

I due disturbi, inoltre, risultano associati a diverse alterazioni del sistema serotoninergico cerebrale, e potrebbe essere proprio questo il meccanismo alla base di tale frequente comorbidità. Ciò che fino a poco tempo è rimasto tuttavia sorprendentemente pressoché inesplorato, è la possibilità che il diabete possa alterare l’efficacia dei farmaci antidepressivi, costituiti spesso dai cosiddetti inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (quali Escitalopram o Sertralina) o che possa addirittura arrivare ad elicitare una sintomatologia di tipo depressivo o ansioso.

Nel recente studio, firmato dal Dr. Bruno P. Guiard, alcuni topi sono stati nutriti secondo un regime alimentare ad alto contenuto di grassi e sottoposti ad analisi metaboliche e comportamentali periodiche, unitamente ad un monitoraggio dei livelli extracellulari di serotonina a livello cerebrale. Dai risultati ottenuti è emerso che l’aumento della massa corporea e della glicemia, conseguente ad un’alimentazione ricca di grassi, si è accompagnato, come ipotizzato, alla comparsa di sintomi ansioso- depressivi, con un parallelo decremento dei livelli extracellulari di serotonina.

In seconda battuta è stato dunque testato se l’assunzione di farmaci inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (escitalopram) e/o la riduzione dell’apporto di grassi attraverso la dieta potessero invertire le anomalie metaboliche e comportamentali precedentemente indotte. Dai risultati è emersa un’efficacia dei farmaci pressoché nulla in presenza di una dieta ricca di grassi; al contrario, l’adozione di un regime dietetico più bilanciato si è dimostrata in grado di invertire quasi completamente i disturbi metabolici e di ridurre significativamente anche i sintomi ansioso-depressivi.

Questo studio ha fornito una chiara evidenza della correlazione esistente tra diabete e depressione, almeno in riferimento a quei casi in cui il diabete viene indotto da un regime alimentare eccessivamente sbilanciato a favore dei grassi.

[blockquote style=”1″]Questa scoperta rinforza l’idea che la normalizzazione dei parametri metabolici possa dare maggiori chance di giungere ad una remissione dei sintomi depressivi, specie nei pazienti affetti da diabete. Questa patologia pare per altro attenuare l’azione antidepressiva degli psicofarmaci, con importanti ricadute sul piano della pratica clinica[/blockquote] dice il Dr. Guiard.

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