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Dislessia e Perceptual Crowding: un App per facilitare la lettura

Dislessia: aumentare lo spazio tra i caratteri e le parole di un testo aiuta la velocità e la qualità della lettura nei bambini dislessici.

Di Miolì Chiung

Pubblicato il 19 Lug. 2012

Aggiornato il 26 Set. 2016 12:45

 

 

Aumentare lo spazio tra le lettere aiuta i bambini dislessici. - Immagine: © Jacek Chabraszewski - Fotolia.comLa dislessia è una disabilità che riguarda la capacità di leggere: pur in assenza di deficit cognitivi o sensoriali, si fatica a riconoscere lettere, sillabe e parole.

Affligge in media un bambino per ogni classe scolastica (in media di 20 alunni) e, su scala mondiale, il 5% della popolazione. Vista anche la fondamentale importanza della lettura, molto spesso i genitori chiedono aiuti e soluzioni che possano renderla meno difficile.

Una ricerca recentissima, pubblicata il 4 giugno 2012 sul Proceedings of the National Academy of Science (PNAS) apre un’interessante prospettiva sulle tecniche per trattare la dislessia e fornisce un prezioso suggerimento.
Il team di ricercatori francesi e italiani guidato da Johannes Ziegler del Laboratorio di Psicologia Cognitiva (CNRS/Aix-Marseille Université)  ha scoperto che aumentare lo spazio tra i caratteri e le parole di un testo può aiutare non solo la velocità, ma anche la qualità della lettura nei bambini con dislessia.
Lo studio si è basato su un campione di 94 bambini con dislessia, 54 italiani e 40 francesi, di età compresa tra gli 8 e i 14 anni. Essi dovevano leggere un testo composto da 24 frasi, in cui lo spazio tra le lettere era in alcuni casi standard e in altri più largo del normale. I risultati hanno mostrato che, quando lo spazio era più ampio, i bambini miglioravano la loro lettura sia in termini di velocità, sia in termini di errori: in media hanno letto il 20% più velocemente e fanno la metà degli errori.

Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze Psicologiche
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La possibile spiegazione è che i bambini affetti da dislessia siano influenzati dal cosiddetto “perceptual crowding” (affollamento percettivo), cioè dal fatto che, per loro, la visione di ogni singola lettera è disturbata da quelle che la circondano. Aumentando invece lo spazio tra le lettere, si riduce questo “affollamento” e si consente al bambino di non farsi distrarre dalle altre lettere.

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L’importanza di questo aiuto si riflette non solo sulla qualità della lettura, ma anche sulla quantità. Sappiamo infatti che un bambino dislessico impiega in media un anno per leggere ciò che i lettori “normali” leggono in due giorni, sia per la difficoltà oggettiva, sia perché quest’ultima fa perdere la motivazione nel bambino che finisce per allontanarsi dai libri. Questo “trucco” suggerito dai ricercatori potrebbe quindi portare notevoli benefici al bambino.

In parallelo alla ricerca è stata sviluppata da Stéphane Dufau, un ingegnere ricercatore del Laboratorio di Psicologia Cognitiva, anche un’applicazione per iPad e iPhone, chiamata DYS, per ora disponibile in inglese e francese. È scaricabile gratuitamente dall’apple store , e permette a bambini e genitori di aggiustare a proprio piacimento lo spazio tra le lettere per testare immediatamente gli effetti positivi nella lettura.

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Anche grazie a questa applicazione, i ricercatori sperano di raccogliere dei dati su larga scala che permettano loro di quantificare e analizzare quale sia lo spazio ottimale da utilizzare a seconda dell’età e del livello di lettura.

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