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Gentilezza

Gentilezza significa trattare noi stessi e gli altri con dolcezza. Essa riflette una comprensione della preziosità di ogni vita e sentimenti di rispetto

Sezione a cura di Anna Boccaccio

Aggiornato il 11 nov. 2024

Che cos’è la gentilezza?

Per l’American Psychological Association, la gentilezza è un’azione benevola, utile e intenzionalmente rivolta a un’altra persona; la gentilezza è motivata dal desiderio di aiutare un altro individuo, non di ottenere una ricompensa o evitare una punizione

Possiamo anche intendere la gentilezza come una qualità umana che riflette la tendenza a fare del bene e ad entrare in empatia con gli altri (Tikaboo, 2020, p. 2). Curry e collaboratori (2018) classificano vari livelli di gentilezza

  • verso i parenti, ovvero essere gentile con la propria famiglia; 
  • mutualismo o essere gentile con i membri della comunità; 
  • altruismo reciproco, ovvero l’essere gentili con chi si incontra in genere;
  • altruismo competitivo, essere gentili con gli altri per migliorare il proprio status.

La gentilezza è strettamente definita dalle nostre azioni, ma coinvolge anche la percezione degli altri: un’azione per noi gentile, potrebbe non venir letta allo stesso modo da un altro individuo. 

Alcuni autori sottolineano tre aspetti principali della gentilezza (Canter et al., 2017):

  • tolleranza benigna, un atteggiamento del tipo “vivi e lascia vivere”, permeato da permissività, cortesia e accettazione verso il prossimo;
  • responsività empatica, ovvero il considerare i sentimenti degli altri individui;
  • proazione basata sui principi, comportarsi in modo rispettoso, altruistico e proattivo verso gli altri.

Gentilezza, compassione e altruismo: le differenze

La gentilezza è strettamente connessa a compassione e altruismo. L’altruismo si riferisce a un’azione che avvantaggia qualcun altro, ma con costi, o senza alcun beneficio per se stessi. Molti atti di gentilezza saranno, pertanto, anche esempi di altruismo. La compassione è simile alla gentilezza in quanto implica provare empatia e desiderio di aiutare, ma in modo specifico in contesti di sofferenza, difficoltà o disagio altrui (Goetz et al., 2010). Quindi gli atti di gentilezza, in momenti critici, possono spesso provenire da un moto di compassione.

La gentilezza come valore universale

I primi approcci al concetto di gentilezza derivano dal mondo della religione. Nella Bibbia, ad esempio, la gentilezza costituisce uno dei temi centrali, affrontato prevalentemente non da una prospettiva religiosa, ma da quella di un valore chiave per l’essere umano. Nei Proverbi (11:17) leggiamo: «l’uomo buono si rallegrerà e l’uomo malvagio soffrirà»; nella Lettera di San Paolo ai Galati (5:22): «il frutto dello Spirito contiene amore, pace, pazienza e benevolenza». Il Corano ci insegna che «Allah ordina giustizia e fare del bene agli altri», ma anche che «la ricompensa per la gentilezza non è altro che gentilezza» (Corano 16:19; 55:61) (Miller, 2019).

La gentilezza rappresenta un valore universale, accettato e promosso come tale dalla maggior parte delle culture e delle religioni che mettono l’uomo al centro delle loro attenzioni (Cǎlin, 2023).

I benefici della gentilezza

Essere gentili non è solo “la cosa giusta da fare”, ma fa bene anche alla nostra salute fisica e mentale. Una mole crescente di studi sostiene che compiere atti di generosità aumenta la felicità e il benessere soggettivo, con annessi benefici per la salute fisica come una pressione sanguigna più bassa (Curry et al., 2018; Hui et al., 2020). Non solo, azioni prosociali verso amici, estranei e persino se stessi accrescono benessere, autostima e senso della vita (Rowland & Curry, 2019; Ko et al., 2021; Regan et al., 2022).

Non tutti i gesti di gentilezza sono uguali. La gentilezza puramente altruistica, a differenza di quella strategica, messa in atto in vista di un guadagno secondario, attiva più aree cerebrali (aree di ricompensa e corteccia cingolata anteriore subgenuale). Tale dato suggerisce che vi è qualcosa di unico nell’essere altruisti senza alcuna speranza di ricevere qualcosa in cambio (Cutler &  Campbell-Meiklejohn, 2019). Maggiori benefici psicologici sembrano derivare da comportamenti gentili socialmente connessi e di tipo relazionale, come servire pasti alla mensa di un centro di accoglienza, piuttosto che fare una donazione online per lo stesso ente benefico (Aknin et al., 2022).

Oltre ai benefici psicologici, la ricerca collega anche il comportamento di aiuto a una migliore salute fisica. Uno studio ha monitorato più di 7.000 adulti statunitensi, scoprendo che coloro che si sono offerti volontari si sono impegnati in più comportamenti di prevenzione della salute rispetto ai non volontari (Kim & Konrath, 2016). Lyubomirsky e colleghi hanno persino scoperto che le persone che compiono atti di gentilezza, come aiutare, condividere o prendersi cura degli altri, mostrano miglioramenti nell’espressione genica associati a un profilo immunitario più sano (Nelson-Coffey et al., 2017).

La gentilezza sembra essere anche affascinante. Gentilezza e intelligenza, infatti, sono risultati i tratti più desiderati in un partner amoroso, molto più che bellezza, denaro e salute (Takayanagi et al., 2024).

La Giornata mondiale della gentilezza

La Giornata mondiale della gentilezza, celebrata ogni anno il 13 Novembre, è una ricorrenza globale dedicata alla promozione e alla celebrazione degli atti di gentilezza. Essa ci ricorda l’impatto positivo che la gentilezza può avere sugli individui e sulle comunità, incoraggiando le persone a compiere gesti intenzionali di gentilezza e promuovendo una cultura basata su compassione e generosità. 

Bibliografia

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