Doomscrolling: di cosa si tratta?
Durante il COVID-19, milioni di persone erano costantemente alla ricerca di nuove informazioni sul virus. Ciò ha aumentato notevolmente l’utilizzo dei social media (Price et al., 2022), provocando conseguenze negative sulla salute mentale (Galea et al., 2020).
L’esposizione costante a notizie negative sui social media può portare al ‘’Doomscrolling’’ (Satici et al., 2023). Si tratta dell’abitudine di scorrere i social media cercando ossessivamente informazioni deprimenti e negative (Jennings, 2020). Una recente ricerca condotta da Sharma e colleghi (2022) ha concettualizzato il doomscrolling come ‘’una scansione abituale e immersiva alla ricerca di informazioni negative tempestive sui feed dei social media’’.
Il doomscrolling, pertanto, appare come un circolo vizioso in cui gli utenti rimangono bloccati in uno schema di ricerca di informazioni negative.
Il doomscrolling è un concetto nuovo e finora sono state condotte solo poche ricerche in merito. Per consentire di esaminare le relazioni tra il doomscrolling e le altre variabili della salute mentale, Sharma e colleghi (2022) hanno costruito un questionario self-report su tale fenomeno, che ha dimostrato di possedere una buona affidabilità e un alto potere discriminante (Satici et al., 2023).
Doomscrolling: quale impatto sulla salute mentale?
Numerose ricerche hanno rivelato che l’uso eccessivo dei social media può avere un importante impatto sulla salute mentale (Vannucci et al, 2017). Uno dei primi studi, ha riscontrato che durante la pandemia da COVID-19 le persone che hanno riferito di dedicare più tempo alle notizie relative al virus, hanno sperimentato livelli più elevati di ansia, angoscia, stress e depressione (Wathelet et al., 2020).
Allo stesso modo, Buchanan e colleghi ( 2021) hanno riportato che la ricerca di notizie negative relative al COVID-19 sui social media era collegata a livelli più bassi di benessere. Nello specifico, secondo Rodrigues (2022) gli individui trascorrono molto tempo a leggere notizie su eventi negativi della vita, nonostante siano a conoscenza del fatto che questo possa provocare sentimenti negativi. Il doomscrolling è, dunque, un impulso umano a rimanere nel flusso delle informazioni a causa della sgradevole sensazione generata dall’incertezza. Ulteriori ricerche hanno riferito che il doomscrolling potenzia il disagio psicologico e i sintomi del disturbo da stress post-traumatico (Buchanan et al., 2021; Dyar et al., 2022).
Doomscrolling e tratti di personalità: quale relazione?
Una ricerca recente, a partire dalla teoria dei Big Five, ha analizzato se specifici tratti della personalità sono collegati al comportamento del doomscrolling (Satici et al., 2023). Dai risultati è emerso che gli individui con alti livelli di coscienziosità, essendo particolarmente concentrati sul loro comportamento in vista del raggiungimento di obiettivi specifici, tendono ad utilizzare poco i social network e dunque a mettere in atto il doomscrolling in misura minore rispetto alle persone estroverse. Queste ultime infatti, poichè mostrano una maggiore volontà di partecipazione ad attività sociali, hanno la tendenza ad utilizzare molto di più i social media e pertanto ad imbattersi di più nel fenomeno del doomscrolling. Allo stesso modo, le persone che presentano tratti di nevroticismo hanno solitamente forti reazioni alle emozioni negative e mostrano una particolare vulnerabilità di fronte a situazioni di eccessiva tristezza, tutto questo potrebbe spingerle a mettere in atto in modo frequente comportamenti di doomscrolling.
Quali sono le cause del doomscrolling?
Secondo i ricercatori, il doomscrolling sarebbe causato dall’interazione tra fattori sociali, culturali, tecnologici e psicologici.
Alcune persone, più di altre, sarebbero predisposte a maturare questa malsana abitudine a causa di una maggiore vulnerabilità all’ansia e, in generale, alla necessità di ricercare un costante senso di certezza. Questo potrebbe essere particolarmente vero per gli utenti che usano i social media sulla scia della FOMO (Fear of Missing Out), ossia della paura di essere tagliati fuori dal mondo se non costantemente connessi sui social e aggiornati delle loro notizie.
Dal punto di vista tecnologico, la stessa struttura dei social media attirerebbe gli utenti in questo vortice disfunzionale: abbiamo una raffica di canali di notizie che, 24 ore su 24, ci bombardano di informazioni e gli algoritmi di ciascuna piattaforma ci nutrono di ciò per cui noi indichiamo interesse, premiando il nostro coinvolgimento per un certo argomento con una maggiore visibilità dello stesso.
Alla luce di queste premesse, gli individui più ansiosi e orientati a ricercare sicurezza finiscono per essere travolti da informazioni via via più spaventose e catastrofiche, che non fanno altro che allontanare dalla realtà e restituire una visione distorta del vero: leggere una notizia negativa passerebbe il messaggio che il mondo è veramente pericoloso, rafforzando così la necessità di fare doomscrolling.
Nonostante ciò, i media non sono popolati solo da notizie negative: anzi, ci sono molte informazioni positive che descrivono un mondo più sicuro e, per certi aspetti, sereno in cui vivere. Tutto, di fatto, dipende su cosa la persona decide di concentrarsi e, dunque, che cosa farsi raccontare: se ci sentiamo cadere a pezzi, il doomscrolling non farà altro che catalizzare la nostra attenzione su ciò che rafforzerà la nostra idea di essere condannati a un destino pericoloso.
Come smettere di fare doomscrolling
Secondo i professionisti, per fermare la tendenza al doomscrolling potrebbero essere d’aiuto alcune delle seguenti soluzioni:
- Usare un Timer: concedersi il doomscrolling per 20 minuti al mattino e 30 minuti la sera potrebbe essere utile a definire un orizzonte temporale entro cui sfogare ed esaurire la necessità di aggiornamento online.
- Usare un’app: esistono delle specifiche applicazioni online nate per mettere un limite all’utente rispetto all’utilizzo dei social media.
- Modificare le notifiche: potrebbe essere d’aiuto modificare la ricezione degli avvisi o disattivare totalmente le notifiche dalle applicazioni sul telefono, in modo che non sia elicitato l’impulso ad accedere alle piattaforme.
- Scegliere una fonte di informazione affidabile e consultare solo quella: per non perdersi fra innumerevoli feed di notizie, sarebbe ottimale scegliere una sola fonte di informazione che aggiorni in maniera attendibile su quanto accade nel mondo.
- Fare altro: una volta che si sono ottenute le informazioni veramente utili, l’ideale sarebbe cambiare completamente attività, distraendosi con qualcos’altro: uscire di casa, fare una passeggiata, cucinare, guardare un film o qualsiasi altro passatempo gratificante e rilassante.
- Esercitarsi a gestire l’incertezza: questo è forse il beneficio più grande che le persone che soffrono di ansia e insicurezza possono raggiungere smettendo di fare doomscrolling. Visto che questo è principalmente determinato dal desiderio di certezza, è importante che l’individuo si astenga dal cercare conferme online e impari a tollerare l’incertezza da cui è impaurito.
- Price, M., Legrand, A. C., Brier, Z. M. F., van Stolk-Cooke, K., Peck, K., Dodds, P. S., Danforth, C. M., & Adams, Z. W. (2022). Doomscrolling during COVID-19: The negative association between daily social and traditional media consumption and mental health symptoms during the COVID-19 pandemic. Psychological trauma : theory, research, practice and policy, 14(8), 1338–1346.
- Galea S, Merchant RM, Lurie N (2020) The Mental Health Consequences of COVID-19 and Physical Distancing: The Need for Prevention and Early Intervention. American Medical Association JAMA Internal Medicine 180, 817–818.
- Satici, S. A., Gocet Tekin, E., Deniz, M. E., & Satici, B. (2023). Doomscrolling Scale: its Association with Personality Traits, Psychological Distress, Social Media Use, and Wellbeing. Applied research in quality of life, 18(2), 833–847.
- Sharma, B., Lee, S. S., & Johnson, B. K. (2022). The dark at the end of the tunnel: Doomscrolling on social media newsfeeds. Technology, Mind, and Behavior, 3(1: Spring 2022).
- Vannucci A, Flannery KM, Ohannessian CM. Social media use and anxiety in emerging adults. Journal of Affective Disorders. 2017;207:163–166.
- Wathelet M, Duhem S, Vaiva G, Baubet T, Habran E, Veerapa E, D’Hondt F. Factors associated with mental health disorders among university students in France confined during the COVID-19 pandemic. JAMA Network Open. 2020;3(10):e2025591.
- Buchanan K, Aknin LB, Lotun S, Sandstrom GM. Brief exposure to social media during the COVID-19 pandemic: Doom-scrolling has negative emotional consequences, but kindness-scrolling does not. PLoS ONE. 2021;16(10):e0257728.
- Rodrigues EV. Doomscrolling – threat to mental health and well-being: a review. Int J Nurs Res. 2022;8(4):127–30.
- Dyar C, Crosby S, Newcomb ME, Mustanski B, Kaysen D, Doomscrolling Prospective associations between daily COVID news exposure, internalizing symptoms, and substance use among sexual and gender minority individuals assigned female at birth. Psychol Sex Orientat Gend Divers. 2022
- Jennings, R. (2020). Doomscrolling, explained. Vox.