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Fear of missing out (FoMO) e uso di internet: una meta-analisi 

Una recente meta-analisi ha approfondito l’associazione tra l’uso di internet e la FoMO, oggetto di grande interesse nell’ambito della ricerca psicologica

Di Linda Confalonieri

Pubblicato il 12 Mag. 2022

Una recente meta-analisi di Akbari, Seydavy, Palmieri, Mansueto, Caselli e Spada (2021) ha preso in esame 86 studi che si sono occupati di Fear of Missing Out e uso di internet e che si sono svolti dal 2013 al 2021.

 

La Fear of Missing Out (FoMO)

La proliferazione della tecnologia ha consentito un vasto accesso a Internet attraverso gli smartphones e non solo, con indubbi benefici e opportunità, seppur implicandone alcuni costi tra cui un potenziale utilizzo eccessivo e/o inopportuno.

Alcuni studi hanno messo in evidenza la relazione tra l’eccessivo uso di internet e diversi sintomi psicopatologici, tra cui ansia e depressione (Demirci, Akgonul, & Akpinar, 2015; Elhai, Dvorak, Levine, & Hall, 2017) solo per citarne alcuni. Alcune persone possono esperire quel che in letteratura viene definito ’nomophobia’ (“no mobile phone phobia”), e cioè la paura di essere e rimanere separati dal proprio smartphone (King et al., 2014). Alcuni recenti studi hanno anche approfondito la questione dal punto di vista neurobiologico: un eccessivo uso di internet può esitare in cambiamenti nell’anatomia cerebrale (con la diminuzione strutturale di alcune aree cerebrocorticali e impattare sui circuiti dopomaninergici della ricompensa – Tripathi, 2017).

Tra gli aspetti che stanno riscuotendo molto interesse in questo ambito ritroviamo il fenomeno etichettato attraverso l’espressione “FoMO”, “Fear of Missing Out” (Przybylski et al., 2013) che è concettualizzato come il timore di essere “tagliati fuori” e implicante la tendenza pervasiva a rimanere connessi con ciò che stanno facendo gli altri e a vivere le proprie esperienze in connessione con gli altri attraverso i social network.

L’associazione tra l’uso di internet e la FoMO nell’ambito della ricerca psicologica è oggetto di grande interesse, poiché ad esempio tale fenomeno può predisporre a un eccessivo uso di internet e correlarsi a sintomi di natura psicopatologica (Elhai et al., 2020; Kuss & Griffiths, 2017; O’Connell, 2020; Wang, Wang, Yang, et al., 2019; Wolniewicz et al., 2018). Allo stesso tempo, l’eccessivo uso di internet può ulteriormente amplificare il livello di FoMO (Fernandez, Kuss, & Griffiths, 2020), andando a ingenerare circoli viziosi disfunzionali per l’individuo.

Se quindi possiamo considerare la FoMO come un fattore di rischio predisponente per un uso eccessivo e disfunzionale di internet, tuttavia i risultati dei diversi studi sono variabili e non sempre coerenti tra loro, e la traiettoria di tale relazione bidirezionale rimane comunque ancora poco chiara (Elahi et al., 2021).

Una meta-analisi su FoMO e uso di internet

Una recente meta-analisi di Akbari, Seydavy, Palmieri, Mansueto, Caselli e Spada (2021) ha preso in esame 86 studi che si sono occupati di questo tema e che si sono svolti dal 2013 al 2021. Tali ricerche hanno coinvolto nel complesso un totale di 55.134 soggetti. La meta-analisi è stata svolta in accordo con il metodo Preferred Reporting Items for Systematic Reviews and Meta-Analyses (PRISMA).

I soggetti partecipanti agli studi considerati avevano un’età media di 22 anni (SD = 6.15), e in percentuale per il 58.37% erano femmine. Gli studi presi in esame sono stati svolti in diversi paesi, con le seguenti percentuali: 45%, 32%, 19%, and 4% rispettivamente in Asia, Europa, Stati Uniti e Oceania.

In particolare, la review ha anche voluto approfondire la relazione tra FoMO e utilizzo di specifici social network, come ad esempio Facebook e Instagram. Infine, prendendo in considerazione la pandemia da COVID-19 come un evento stressante per la collettività a livello globale, si sono comparati gli studi pre e post pandemia per valutare il possibile impatto di tale condizione stressante come moderatore dell’associazione tra FoMO e utilizzo eccessivo di Internet.

I risultati della meta-analisi hanno evidenziato che la magnitudo dell’associazione tra la FoMO di tratto e l’utilizzo di Internet presenta una elevata eterogeneità tra gli studi, ovvero varia da r = 0.11 a r = 0.63  con un ampio margine di variabilità nelle popolazioni di individui partecipanti alle ricerche prese in esame.

Quindi il fenomeno FoMO sembra avere un ruolo rilevante nell’uso di Internet, anche se non vi sono evidenze di un’associazione bidirezionale statisticamente significativa rilevata in maniera coerente e consistente tra gli studi presi in esame. Inoltre, per spiegare tale associazione, non sembra esserci nessun ruolo giocato dalla gravità della FoMO (livelli maggiori o minori di gravità di tale fenomeno non impattano nell’associazione tra lo stesso e l’uso di internet); anche per quanto riguarda le fasce di età dei partecipanti, non si sono riscontrate differenze nella magnitudo della relazione tra la FoMO e l’uso di Internet, ad esempio tra adulti e teenagers.

In considerazione della sintomatologia psicopatologica, uno degli aspetti più importanti da sottolineare emersi dalla meta-analisi è che la correlazione tra FoMO e utilizzo di Internet non appare essere moderata in modo significativo dalla presenza di sintomi depressivi, ansiosi o da maggiori livelli di stress, né da un minore o maggiore livello di soddisfazione di vita. L’uso del social network Facebook non sembra essere un fattore particolarmente correlato al fenomeno di FoMO, mentre dalla meta analisi sono emersi dati a supporto di un maggiore livello di Fear of Missing Out e l’interruzione dell’uso di Instagram in alcuni individui.

Di fatto, la variabile chiave identificata dallo studio come un moderatore nella relazione FoMO e uso di internet sarebbe riferita alla pandemia da COVID-19. In tal senso la pandemia avrebbe agito come una rafforzatore di tale associazione, andando a rendere più intensa la correlazione tra il fenomeno FoMo e l’utilizzo di Internet rispetto al periodo temporale prepandemico.

Questo risultato è in linea con la Compensatory Internet Use Theory (CIUT; Kardefelt Winther, 2014) dal momento che è plausibile ipotizzare che i soggetti abbiano utilizzato Internet nel periodo pandemico per compensare la soddisfazione di bisogni inappagabili attraverso altre modalità e come strategia di coping per avere sollievo dalle emozioni negative durante i periodi di isolamento e restrizioni sociali.

 

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