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Fobie specifiche, cosa e quali sono

Le fobie specifiche sono una risposta di paura o ansia per una situazione o un oggetto, in misura sproporzionata rispetto al pericolo reale

Di Fiamma Fenili

Pubblicato il 22 Gen. 2024

Le fobie specifiche

Le fobie specifiche sono i disturbi d’ansia e mentali più comuni, con una prevalenza tra gli adulti nell’arco della vita compresa tra il 7,4% e il 14% (Zsido et al., 2023). Più di un quarto dell’intera popolazione mondiale è a rischio di sviluppare una delle varie forme di fobia specifica nel corso della vita, pertanto è importante conoscere i fattori di rischio, i fattori protettivi e i meccanismi sottostanti a questo disturbo (Zsido et al., 2023).

Una fobia specifica è una risposta di paura o ansia per una particolare situazione o un oggetto, in misura sproporzionata rispetto al rischio o al pericolo reali. La situazione o l’oggetto di solito sono evitati, quando possibile, ma se l’esposizione si verifica, si sviluppa immediatamente ansia. L’ansia può intensificarsi fino a raggiungere il livello di un attacco di panico. I soggetti con fobie specifiche tipicamente riconoscono che il loro timore è irragionevole ed eccessivo (American Psychiatric Association, 2013).

Cosa accade nella nostra mente quando abbiamo una fobia specifica?

L’attivazione automatica della paura in seguito al rilevamento di un oggetto ritenuto potenzialmente pericoloso è una risposta adattiva alle minacce imminenti, in quanto aiuta a preparare l’organismo a reagire e a ridurre il rischio di subire eventuali danni. Tuttavia, livelli eccessivi di paura possono interferire con i processi cognitivi e con la preparazione all’azione e, di conseguenza, possono provocare un comportamento maladattivo, come ad esempio un attacco di panico. 

Queste esperienze negative, accompagnate da una risposta di paura simile al panico e da una perdita di controllo sulle proprie emozioni e sui propri comportamenti, possono portare allo sviluppo di fobie specifiche. Le fobie si manifestano come una paura estrema e possono essere scatenate anche solo dal pensiero dell’oggetto temuto. La paura e la reazione della persona con fobia specifica non sono proporzionali al pericolo reale. La possibilità di un contatto diretto con le potenziali minacce (ad esempio, ragni, serpenti, tempeste, ecc.) può influenzare l’insorgenza di una specifica fobia (Zsido et al., 2023).

Classificazione delle fobie specifiche

La quinta edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5) distingue cinque sottotipi di fobie specifiche: relativa ad animali (ad esempio: serpente, ragno), ambientale (ad esempio: tempesta, altezze), situazionale (ad esempio: spazi chiusi), da iniezioni, sangue e ferite (ad esempio: esami medici) e da altro stimolo fobico (ad esempio: soffocamento). Questa categorizzazione può essere utile anche per comprendere le paure che non sono ancora eccessive (quindi subcliniche), ma che potrebbero evolversi in fobia (Zsido et al., 2023).

La diagnosi di fobia specifica

Le fobie specifiche spesso non vengono riconosciute come tali e, di conseguenza, non ricevono trattamento per lungo tempo. La mancanza di screening, diagnosi e trattamenti ha conseguenze negative sia a livello individuale (per esempio, una ridotta qualità di vita) sia a livello sociale (come l’impatto economico derivante dalle giornate lavorative perse).

Parte di questo problema è attribuibile al fatto che, sebbene le fobie specifiche siano categorie di disturbi mentali distinte, la maggior parte degli studi non le riconosce e non ne evidenzia le differenze.

Uno studio condotto da Zsido et al. (2023) ha utilizzato il Questionario sulle Fobie Specifiche (SPQ) come strumento di screening su un ampio campione di popolazione,  ponendo in luce come potenziali variabili socio-demografiche, cognitive, di regolazione delle emozioni e di personalità fossero associate ai cinque sottotipi di fobia specifica.

Risultati della ricerca sulle fobie specifiche

Lo studio di Zsido et al. (2023) dimostra l’affidabilità dell’SPQ nel rilevare specifiche fobie presenti nella popolazione considerata. 

Ribadiamo che l’SPQ non costituisce uno strumento diagnostico ma piuttosto di screening per l’identificazione precoce dei soggetti a rischio di sviluppare fobie specifiche. Un punteggio più alto nel questionario indica una maggiore predisposizione a un tipo di paura, da indagare, successivamente, con un opportuno test diagnostico.

L’SPQ misura sia la paura che il suo livello di interferenza con la vita quotidiana.

Inoltre, può essere utilizzato in una cultura diversa da quella in cui è stato sviluppato (Zsido et al., 2023).

Lo studio ha anche identificato fattori transdiagnostici (per esempio, giovane età, sesso femminile, tendenza alla ruminazione e alla catastrofizzazione) e fattori specifici della fobia che possono contribuire al loro sviluppo e mantenimento.

I risultati mostrano che le fobie sono più diverse di quanto si pensi e, di conseguenza, meriterebbero di essere studiate separatamente, invece che raggruppate in un’unica categoria. 

Fattori di rischio per le fobie specifiche

I fattori di rischio più importanti sono il sesso femminile, una diagnosi di disturbo depressivo maggiore nel corso della vita, l’aver vissuto esperienze traumatiche che hanno coinvolto altre persone significative, eventuali malattie croniche sviluppate e una diagnosi di disturbo da uso di sostanze (Zsido et al., 2023).

Allo stesso modo, l’impotenza, la perdita di controllo o la mancanza di controllo percepita e, di conseguenza, l’eccessiva preoccupazione sono da tempo state associate alle fobie specifiche (Zsido et al., 2023). È stato anche dimostrato che le fobie specifiche sono connesse a problemi di disregolazione delle emozioni (ad esempio la ruminazione).

I fattori che aumentano la probabilità di raggiungere un livello eccessivo di paura, e potenzialmente lo sviluppo della fobia, potrebbero variare tra i vari sottotipi di fobia specifica. Oltre ai fattori di rischio universali, pertanto, esistono anche fattori specifici del sottotipo di fobia. L’elemento principale di uno stimolo in grado di attivare la risposta di paura varia notevolmente tra le varie fobie specifiche

L’insieme di questi risultati sottolinea l’importanza di fattori socio-demografici, cognitivi, di regolazione delle emozioni e di personalità nello sviluppo delle varie fobie specifiche. Individuare queste differenze è fondamentale per un intervento terapeutico efficace (Zsido et al., 2023).

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition, DSM-5. Arlington, VA. (Tr. it.: Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Quinta edizione, DSM-5. Raffaello Cortina Editore, Milano, 2014).
  • Zsido, A. N., Kiss, B. L., Basler, J., Birkas, B., & Coelho, C. M. (2023). Key factors behind various specific phobia subtypes. Scientific reports, 13(1), 22281.
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