Cos’è il timore di danno?
Alcune persone vivono frequentemente nella loro vita quotidiana con l’ansia e il timore di poter danneggiare qualcuno o qualcosa, con la conseguente eventuale intensa colpevolizzazione di sé stesse.
Di che cosa si tratta? E’ il timore di danno, che nell’ambito della salute mentale e nella psicopatologia costituisce un aspetto rilevante in alcune forme di Disturbo Ossessivo Compulsivo.
Ma come vengono vissute alcune situazioni dagli individui che sperimentano un elevato timore di danno?
Alcune circostanze o azioni che generalmente possono essere ritenute normali e/o automatizzate, divengono in realtà fonte di dubbio e oggetto di iperfocalizzazione attentiva.
Il timore di danno è spesso legato al timore di arrecare un danno non intenzionale a causa di presunte scarsa attenzione, imperfezione e superficialità. La persona si iper-responsabilizza, non contemplando la possibilità di sbagliare, immaginando scenari catastrofici nel caso di errore e attribuendosi giudizi negativi estremi: “Se non rispondo immediatamente al messaggio di un’amica, si sentirà esclusa, sono una cattiva persona, mi sento in colpa”.
Quando la paura di danneggiare diventa parte della quotidianità
Vediamo qualche altro esempio. Mentre una persona esce di casa, come ogni mattina, inizia a mettere in dubbio… “avrò staccato la presa del pc?”, “avrò chiuso bene la finestra?”.
Se si analizzano nel dettaglio i conseguenti pensieri che insorgono rapidamente a cascata nella mente ritroveremo probabilmente tracce del timore di danno: “Se non ho chiuso la finestra, se arrivasse un temporale, entrerebbe acqua in casa e farei un danno al mio parquet”.
Quel che pesa, oltre al danno materiale, è un disagio emotivo, un giudizio inderogabile che arriva sul sé: “sarebbe la dimostrazione che sono superficiale e disattento (e non posso tollerarlo)”. Afflitta dal dubbio per spegnere il pensiero rimuginante dell’incertezza, la persona torna nella stanza e controlla di avere chiuso bene la finestra.
Il senso di responsabilità esagerato, il timore di danno e la sovrastima della minaccia sono evidenti nei pensieri di chi ne è colpito: “Devo prevedere e prevenire il danno; se dovessi arrecare un danno, avrebbe conseguenze catastrofiche, sarebbe intollerabile, mi sentirei in colpa per non averlo evitato o per averlo causato, per colpa della mia superficialità o disattenzione”.
Un altro esempio piuttosto classico è il timore di danno mentre si è alla guida. Se sto guidando, un gatto attraversa la strada, ma io riesco a frenare per tempo e vedo l’animale correre via a lato della strada. Proseguendo il mio percorso lungo la strada, nella mente insorge il dubbio: e se avessi in realtà investito il gatto? E’ un dubbio ossessivo che si fonda sulla necessità di certezza assoluta e sulla sfiducia verso i nostri sensi e verso la nostra memoria (avrò visto bene? ricorderò bene quello che è appena accaduto? e se non mi fossi accorto di averlo in realtà investito?). Se la mente cede al dubbio ossessivo, si gira l’auto e pronti via, si torna indietro pieni di ansia a controllare che non ci sia stato alcun danno. Questo comportamento (il ritornare indietro) è una compulsione che risponde all’esigenza di controllo e di certezza assoluta di non avere arrecato danno alcuno. E’ una questione di bisogno di controllo e di intolleranza dell’incertezza.
Il ruolo dell’iper-responsabilizzazione nel DOC
In letteratura si evidenzia come l’iper-responsabilizzazione abbia un ruolo significativo nell’esordio e mantenimento del disturbo ossessivo-compulsivo. Alcuni studi mettono in luce che nella popolazione generale il timore di colpa e l’elevato senso di responsabilità sono associati alla tendenza a sviluppare ossessioni e compulsioni (Rachman et al., 1995; Rhéaume et al., 1995).