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Il timore di colpa per irresponsabilità nel disturbo ossessivo compulsivo: studi clinici

Gli studi hanno dimostrato come la colpa per iper-responsabilità costituisca un ruolo centrale nell'esordio e mantenimento del disturbo ossessivo compulsivo

Di Mariangela Gaudio

Pubblicato il 21 Set. 2016

Numerosi studi clinici hanno confermato il ruolo centrale assunto dalla caratteristica clinica di iper-responsabilità rispetto all’esordio ed al mantenimento del Disturbo Ossessivo Compulsivo (Mancini F., 2007). In tale direzione, varie ricerche condotte sulla popolazione generale hanno dimostrato che il timore di colpa e l’elevato senso di responsabilità predicono la tendenza ad avere ossessioni e compulsioni (Rachman et al., 1995; Rhéaume et al., 1995).

Il presente contributo si propone di esporre i risultati di alcune importanti recenti ricerche effettuate sul tema del timore di colpa per l’irresponsabilità nel Disturbo ossessivo compulsivo.

This article aims to present the results of some important recent research done on the subject of fear of guilt for irresponsibility in obsessive compulsive disorder.

 

Disturbo ossessivo compulsivo: sintomatologia e decorso

Il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) è un disturbo frequente e invalidante, la cui prima descrizione in termini scientifici risale ad Esquirol (1838).
La prevalenza puntuale del disturbo oscilla fra 1,5% e 0,65%, mentre la prevalenza lifetime si colloca intorno al 2-2,5% nella popolazione generale (Stein M, Forde D, Anderson G, Walzer J., 1997; Foa EB, Franklin ME, 2001).
L’esordio del disturbo si manifesta generalmente in adolescenza e in giovinezza (il massimo dell’incidenza si ha tra i 15 e 25 anni).
Generalmente alcuni aspetti del disturbo sono presenti già prima dell’esordio della sindrome, con sintomi che compaiono sporadicamente, di bassa intensità e non tali da provocare disagio al soggetto. Rispetto a ciò, si rileva che i sintomi prodromici spesso consistono in comportamenti tipici del Disturbo Ossessivo Compulsivo di Personalità, quali perfezionismo, preoccupazioni per l’ordine e per il controllo.

Il decorso del Disturbo Ossessivo Compulsivo è raramente episodico, viceversa nella gran maggioranza dei soggetti il disturbo diventa cronico, anche se con fasi fluttuanti di miglioramento e di peggioramento; in una percentuale tra il 5 e il 10% il decorso è ingravescente (Andrews G, Creamer M, Crino R, Hunt C, Lampe L, Page A., 2003).
Nella maggior parte dei casi, la qualità di vita dei pazienti con DOC è gravemente compromessa in quanto varie ore della giornata sono occupate dall’esecuzione di azioni compulsive conseguenti alla presenza dei pensieri ossessivi; in alcuni casi la sintomatologia risulta incompatibile rispetto ad una normale vita sociale e lavorativa.

 

Il ruolo della colpa e dell’iper-responsabilità nel disturbo ossessivo compulsivo

Numerosi studi clinici hanno confermato il ruolo centrale assunto dalla caratteristica clinica di iper-responsabilità rispetto all’esordio ed al mantenimento del Disturbo Ossessivo Compulsivo (Mancini F., 2007).
In tale direzione, varie ricerche condotte sulla popolazione generale hanno dimostrato che il timore di colpa e l’elevato senso di responsabilità predicono la tendenza ad avere ossessioni e compulsioni (Rachman et al., 1995; Rhéaume et al., 1995).

Altri studi, condotti sia con soggetti affetti da DOC che con soggetti tratti dalla popolazione generale, hanno confermato la correlazione intercorrente tra responsabilità e comportamenti ossessivo compulsivi (Steketee et al., 1998; Bouchard et al., 1999; Wilson e Chambles, 1999; Menzies et al., 2000).

Nei pazienti ossessivi, tuttavia, è stata riscontrata una tendenza a provare senso di colpa e a sentirsi responsabili più elevata rispetto a quella osservata sia nella popolazione generale, sia in quella composta da pazienti con disturbi dell’umore e altri disturbi d’ ansia (Bouvard et al., 1997; Cartwright –Hutton e Wells, 1997).

Relativamente allo stato mentale di colpa per irresponsabilità, infatti, le ricerche hanno confermato che la convinzione di essere massimamente responsabili di ciò che potrebbe accadere è un criterio discriminante tra i pazienti affetti da Disturbo ossessivo compulsivo e soggetti normali o affetti da altri disturbi di ansia (Steketee, Frost e Cohen, 1998).

Parallelamente, vari studi sperimentali effettuati su pazienti ossessivi hanno dimostrato che la diminuzione della responsabilità genera una significativa diminuzione della preoccupazione e dell’urgenza di eseguire i rituali di controllo compulsivo (Lopatcka e Rachman, 1995).
Il timore di colpa per irresponsabilità è focalizzato su ciò che la persona crede che potrebbe e dovrebbe fare per prevedere e prevenire il danno di cui si ritiene responsabile.

La sua angoscia è generata dalla previsione di essere accusato di non aver fatto tutto ciò che costituisce suo dovere, di essere stato superficiale, disattento, di non aver agito nel momento in cui prevenire il danno sarebbe stato possibile e doveroso.
Spesso nel ragionamento ossessivo la preoccupazione riguarda l’essere colpevoli di errori di omissione, più che di errori di commissione.
Tale aspetto è stato indagato da alcuni studi condotti su soggetti non clinici, in cui è stato dimostrato che l’induzione di un forte timore di colpa influenza, in soggetti non affetti da DOC, le modalità di controllo delle ipotesi, in un modo peculiare, definito ‘prudenziale’ (Gangemi, Balbo, Bocchi, Carriero, Filippi, Lelli, Mansutti, Mariconti, Moscardini, Olivieri, Re, Setti, Soldani, & Mancini, 2003; Mancini & Gangemi, 2004a, 2004b).

Nel modo prudenziale i soggetti focalizzano l’ipotesi peggiore o di pericolo; ricercano la conferma dell’ipotesi peggiore e la disconferma dell’ipotesi più favorevole; in caso di disconferma dell’ipotesi peggiore continuano il processo di controllo, vale a dire che richiedono molte più prove per rigettare l’ipotesi peggiore che per mantenerla.
Secondo Salkovskis e Forrester (2002), l’iper-responsabilità tipica delle persone affette da Disturbo Ossessivo Compulsivo discende dalla convinzione di avere un potere cruciale (“pivotal power”) nel causare o prevenire esiti negativi soggettivamente molto importanti; [blockquote style=”1″]questi esiti sono rappresentati come essenziali da prevenire; essi potrebbero essere reali, ossia potrebbero avere conseguenze nel mondo reale e/o a livello morale[/blockquote] (Salkovskis, 1996).

Rispetto a ciò, sono stati realizzati numerosi studi sperimentali finalizzati ad indagare gli effetti dell’incremento della responsabilità e della colpa sulla stima di probabilità di accadimento e sull’attribuzione di gravità di un evento negativo.
Tali ricerche hanno dimostrato che, a fronte dell’induzione di un forte senso di responsabilità e di un forte timore di colpa per irresponsabilità, si verifica una modificazione della percezione di pericolo e delle aspettative di danno sia in pazienti DOC che soggetti non clinici.
In tal senso, in riferimento agli studi con soggetti non clinici, Menzies e colleghi (Jones e Menzies, 1997; Menzies et al., 2000) hanno dimostrato che l’attribuzione di gravità di un esito negativo aumenta se questi soggetti si ritengono i principali responsabili dell’esito stesso;
viceversa, la stima della gravità dell’esito diminuisce se ritengono qualcun altro colpevole.

Parallelamente, in merito agli studi compiuti su pazienti ossessivi, Lopatcka e Rachman (1995) e Shafran (1997) hanno rilevato che la diminuzione, indotta sperimentalmente, del senso di responsabilità per un determinato esito negativo genera nei soggetti DOC una diminuzione della stima di probabilità di accadimento dell’esito stesso.
Tali risultati sperimentali contribuiscono a spiegare l’errore cognitivo di sovrastima della minaccia (OCCWG, 1987), tipicamente presente nella sintomatologia ossessiva.

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Mariangela Gaudio
Mariangela Gaudio

Psicologa - Psicoterapeuta Cognitiva. Perfezionamento in Disturbi del Comportamento Alimentare. Libero professionista.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Andrews G, Creamer M, Crino R, Hunt C, Lampe L, Page A (2003), Trattamento dei disturbi d’ansia, Centro Scientifico Editore, Torino.
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  • Wilson, K. A., & Chambless, D. L. (1999). Inflated perceptions of responsibility and obsessive–compulsive symptoms. Behaviour Research and Therapy, 37, 325-335
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