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Le conseguenze psicologiche ed emotive della SIDS (Sudden Infant Death Syndrome) sui genitori

Un approfondimento sul dolore psicologico e relazionale dei genitori colpiti dalla SIDS, tra lutto, identità e coppia

Di Micol Berti, Annalisa Sensi, Gabriella Gandino

Pubblicato il 07 Mag. 2025

La perdita perinatale e la SIDS: l’impatto psicologico di una morte inspiegabile

La morte di un figlio improvvisa e inaspettata in epoca perinatale è un evento paranormativo, che sovverte l’ordine naturale del ciclo di vita, tale per cui i genitori non dovrebbero sopravvivere ai propri figli, e comporta l’emergere di vissuti che non derivano solo dalla morte in sé, ma riguardano anche la precocità e l’anormalità di tale morte. La sofferenza psicologica ed emotiva per la coppia genitoriale è ancor più intensa in relazione alla mancanza di una spiegazione e una causa certa (Duncan & Byard, 2018). Se la perdita inspiegabile e improvvisa avviene entro l’anno di età si parla di SIDS (Sudden Infant Death Syndrome): una vera e propria incognita conoscitiva per la comunità scientifica (Krous, 2004).

La crisi dell’identità genitoriale dopo la SIDS: lutto, colpa e mancanza di significato

A seguito di una SIDS i genitori spesso mettono in dubbio le credenze personali e il senso stesso di sé (Nelson, Rice & Horchler, 2011; Cremante, 2016), anche rispetto alla brusca interruzione del processo di acquisizione del ruolo di genitore e di sviluppo della relazione genitore-figlio (Duncan & Byard, 2018). In seguito alla morte del figlio, in uno stadio evolutivo della sua crescita in cui i genitori hanno la responsabilità di badare al suo accudimento e alla sua sicurezza, essi possono introiettare un’immagine di sé come “cattivi”, “inadeguati” o “incapaci” di occuparsi della propria creatura. 

Facilmente il lutto assume risvolti anormali o patologici (Duncan & Byard, 2018). La letteratura illustra che il decesso di un neonato per SIDS è in grado di sconvolgere la normale concezione di vita e morte. I genitori devono fare i conti, da una parte, con l’inspiegabilità della morte del proprio bambino e, dall’altra, l’impossibilità e/o la difficoltà nel dare significato all’evento: un bambino che “prima” stava bene e che “dopo” muore senza un motivo identificabile (Duncan & Byard, 2018).

Nell’esperienza genitoriale può accadere che persino il tempo perda il suo consueto valore: nel processo normale di lutto, il tempo è la dimensione che permette di rievocare le esperienze e i momenti condivisi con il defunto e farne una fonte di sostegno per l’avvenire. Tuttavia, quando la perdita interessa un neonato, può venire a mancare questa dimensione di rifugio, dato che vi è una quantità ridotta e circoscritta di ricordi e di esperienze felici per trarre conforto (Cremante, 2016), e dal momento non è stato possibile costruire una relazione con il proprio bambino che andasse oltre un iniziale legame (Bowlby, 1969). 

L’impatto psicologico della SIDS: lutto, trauma e ripercussioni relazionali

La SIDS rappresenta dunque un fattore di rischio per la salute psicologica sia dei neogenitori (Duncan & Byard, 2018), sia per quella dei familiari, degli amici e degli operatori coinvolti (Nelson, Rice & Horchler, 2011; Cremante, 2017; Gandino et al., 2018). 

La letteratura psicologica sul lutto neonatale reattivo a SIDS mostra come possano manifestarsi nei neogenitori psicopatologie quali depressione e disturbo post-traumatico da stress, o possano emergere rischi suicidari (Nelson, Rice & Horchler, 2011). Il lutto può permanere anche a distanza di diciotto mesi dalla morte del figlio, accompagnato da un dolore che ostacola il normale fluire della vita, una tendenza all’isolamento relazionale e forti sentimenti di colpa, che aumentano con il passare dei mesi (Duncan & Byard, 2018).

Inoltre, gli studi evidenziano che la SIDS può avere delle ripercussioni a livello di coppia coniugale e genitoriale (Gandino, Diecidue, Sensi, Venera, Finzi, Civilotti, Veglia & Di Fini, 2023). Nella coppia genitoriale, i partner mostrano sovente modalità differenti di esperire, affrontare ed esprimere la propria sofferenza, legate sia alle differenze di genere, sia alle peculiarità personali correlate al carattere e alle esperienze di vita (Cremante, 2016; Duncan & Byard, 2018). Infatti, è stato dimostrato che esistano delle differenze psicologiche fra uomini e donne e che tali differenze abbiano un impatto sui rispettivi modi di agire e comportarsi. Il dolore esperito dai genitori è soffocante, con dimensioni fisiche, comportamentali, cognitive ed emotive (Duncan & Byard, 2018).

Il dolore materno dopo la SIDS: colpa, idealizzazione e bisogno di riscatto

Nella donna possono emergere dei vissuti come il fallimento, la vergogna, la rabbia e la tendenza ad autoaccusarsi per quanto accaduto (Duncan & Byard, 2018). La donna risulta essere più incline dell’uomo a rimuginare, rivivere incessantemente il momento doloroso e provare intensi stati emotivi di disperazione (Nelson, Rice & Horchler, 2011); tende a rivivere incessantemente il momento traumatico senza riuscire ad andare oltre e prova sensi di colpa per non essersi presa sufficientemente cura del bambino e di averne in qualche modo causato la morte (Nelson, Rice & Horchler, 2011). Alcune madri che hanno fatto esperienza di SIDS possono portare pensieri fissi che riguardano un fantasticare su come sarebbe stato il bambino da grande e queste immagini ossessive possono sfociare anche in idealizzazioni estremizzate del bambino. In alcuni casi può insorgere il desiderio di avere subito un altro figlio per colmare il vuoto o dimostrare a se stessa di essere una “buona madre”, capace di prendersi cura del proprio neonato e in grado di soddisfarne i bisogni (Cremante, 2016). Infine, le madri ricercano e offrono aiuto, condividono e raccontano la propria esperienza più spesso rispetto ai padri (Cremante, 2016).

Il lutto paterno dopo la SIDS

L’uomo tende ad affrontare l’esperienza luttuosa in modo differente rispetto alla donna. Alcuni studi mostrano vissuti ed emozioni di irritabilità, somatizzazione e nervosismo persistenti, che parlano di un dolore che non è né meno intenso, né meno distruttivo di quello femminile (Cremante, 2016), ma che trova altre vie per manifestarsi. La sofferenza per la perdita emerge nell’uomo a livello operativo, “improntato al fare”; quindi, è tipico dell’atteggiamento di occuparsi di aspetti concreti della vita, cercare di ristabilire una quotidianità precedente all’evento o cercare di documentarsi sulle cause dell’esperienza appena vissuta per dare un significato (Duncan & Byard, 2018). Caratterizza dunque l’esperienza maschile una maggior propensione per un approccio esplorativo e un atteggiamento sistematizzante che punta alla normalizzazione degli eventi (Nelson, Rice & Horchler, 2011). 

L’esperienza di perdita colpisce in modo traumatico anche il padre, che può fare esperienza di vissuti di shock, di sentimenti di inutilità e di colpa per aver fallito nel compito che sentiva appartenergli in modo più basilare: quello di proteggere la famiglia (Duncan & Byard, 2018).

L’impatto della SIDS sulla coppia

Le differenze nell’espressione delle emozioni e nella gestione della quotidianità dopo l’esperienza luttuosa possono essere fonte di forti tensioni conseguenti alla difficoltà psicologica ed emotiva di capire il partner oppure di condividere le modalità che l’altro adotta sia per affrontare il dolore, sia per esprimere bisogni. Accade di sovente che la necessità dei padri di tornare a una quotidianità costruttiva e impegnata venga interpretata dalla compagna come una mancanza di amore verso il bambino morto o come il tentativo di dimenticarlo (Nelson, Rice & Horchler, 2011; Cremante, 2016). 

Proprio quando la coppia avrebbe bisogno di fare affidamento su una relazione solida e forte, che si ponga a sostegno del lutto, frequentemente ciascun partner si sente poco compreso e sperimenta distanza e delusione rispetto alle aspettative nei confronti dell’altro o dell’altra. Sapere che anche l’altro genitore soffre può aiutare a non sentirsi soli nell’esperienza dolorosa, ma può anche provocare la paura di procurare ulteriore sofferenza a qualcuno già debilitato dal dolore o l’incapacità di offrire consolazione (Duncan & Byard, 2018).

Inoltre, le differenze di vissuto nella coppia coniugale coinvolgono anche la sfera della sessualità, che può essere fonte di conforto per alcuni partner, mentre invece motivo di disagio per altri e, quindi, portare a vissuti di rabbia, colpa, frustrazione e rifiuto. Poiché il corpo e il sesso sono anche il luogo della vita e della generatività, il tema della sessualità si collega per le coppie alla possibilità di un nuovo concepimento (Gandino, Vanni, Bernaudo, 2018). Tale scenario futuro può essere ricercato come àncora di salvezza da alcune coppie oppure rifiutato da altre. Alcune coppie nel post-perdita riportano un bisogno di prendere del tempo prima di approcciarsi all’idea di una nuova gravidanza, per dare significato alla perdita e al dolore esperito, mentre in altre i partner non sono in accordo sul tempo che deve intercorrere prima di cercare un nuovo figlio (Cremante, 2016).

In conclusione, i genitori che fanno esperienza di una SIDS possono andare incontro sia a una difficoltà di carattere individuale, sia ad alcune criticità di coppia, che se non affrontate possono portare alla dissoluzione del legame. 

Attraverso un sostegno psicologico ed eventualmente di una psicoterapia individuale o di coppia, le discrepanze che naturalmente si generano fra i partner possono essere superate e diventare fonte di una nuova coesione e rinnovata sintonia (Garstang, Griffiths & Sidebotham, 2014; Cremante, 2016; Duncan & Byard, 2018). Infine, affinché vi possa essere un’adeguata presa in carico delle famiglie colpite dalla SIDS è importante che la ricerca scientifica, la clinica e la sensibilizzazione pubblica collaborino vicendevolmente, con il fine di delineare servizi sempre più adeguati e competenti sulla cura e sul trattamento del lutto neonatale reattivo a SIDS

Riferimenti Bibliografici
  • Bowlby J. (1969). Attaccamento e perdita, vol. I, L’attaccamento alla madre, Boringhieri, Torino.
  • Cremante A., 2016, Sopravvivere si può. Indicazioni nei casi di SIDS, GEDI Gruppo Editoriale S.p.A., Roma.
  • Duncan J.R. & Byard R.W. (2018). SIDS Sudden Infant and Early Childhood Death: The Past, the Present and the Future, University of Adelaide Press, Adelaide.
  • Gandino G., Diecidue A., Sensi A., Venera E.M., Finzi S., Civilotti C., Veglia F. & Di Fini G. (2023). The psychological consequences of Sudden Infant Death Syndrome (SIDS) for the family system: A systematic review. Front Psychol. 14:1085944.
  • Gandino G., Vanni I., Bernaudo A. (2018), A cerchi concentrici. La complessità della perdita perinatale e le sue perturbazioni. Utet, Torino.
  • Garstang J, Griffiths F, Sidebotham P. (2014). What do bereaved parents want from professionals after the sudden death of their child: A systematic review of the literature. BMC Pediatrics: 14(1), 269.
  • Krous H.F., Beckwith J.B., Byard R.W., Rognum T.O., Bajanowski T., Corey T., et al. (2004).  Sudden infant death syndrome and unclassified sudden infant deaths: A definitional and diagnostic approach, Pediatrics, 114(1), 234-238.
  • Nelson J., Rice R., Horchler J. (2011). SIDS and Infant Death Survival Guide: information and comfort for grieving family and friends and professionals who seek to help them, Paperback, Cheverly.
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