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Genitori stressati e l’industria dei consigli per la perfetta genitorialità

I genitori sono spesso esposti a numerosi consigli sui social media, talvolta in contrasto tra loro, aumentando la pressione e la confusione

Di Anna Boccaccio

Pubblicato il 28 Gen. 2025

Stress genitoriale: un problema di salute pubblica

Genitori stressati? Da oggi non siete più soli. Nell’agosto 2024, il Surgeon General dottor Vivek Murthy, massima autorità in campo sanitario degli Stati Uniti d’America, ha pubblicato un parere consultivo sulla salute mentale e sul benessere dei genitori americani, affermando che i genitori di oggi hanno più probabilità di sperimentare livelli di stress più elevati rispetto agli adulti in genere. 

Un terzo dei genitori (33%) ha valutato il proprio stress come alto (8, 9, 10 su una scala di 10 punti, in cui 10 è il livello massimo di stress), contro il 20% della restante popolazione adulta (Rionda et al., 2021). Un trend allarmante, per il Surgeon General, iniziato ben dieci anni or sono, e a cui contribuiscono fattori quali: pressioni finanziarie, preoccupazioni per la salute e la sicurezza dei figli, difficoltà nella gestione di tecnologie, social media e di una vera e propria crisi nella salute mentale giovanile, definita da Murthy come un’epidemia di solitudine che ha colpito i giovani più duramente (U.S. Department of Health and Human Services, 2024). Oltre a tali fattori di stress, particolari condizioni di salute mentale possono colpire in modo più incisivo alcuni genitori, tra cui coloro che affrontano situazioni di violenza familiare o comunitaria, povertà, razzismo e discriminazione.

L’American Psychological Association concorda: la genitorialità può rivelarsi una condizione a rischio di stress acuto e persino burnout, paragonando l’essere genitori a un impiego lavorativo, con importanti aspettative e richieste, paragonabili a quelle delle occupazioni retribuite (APA, 2024).  

Essere genitori oggi è più difficile che 20 anni fa, suggerisce il rapporto del Surgeon General. Tuttavia, il ruolo dei genitori è essenziale non solo per il benessere dei loro bambini, ma per la salute dell’intera società. Lo stress genitoriale costituisce pertanto una questione di salute pubblica, che richiede un cambiamento strutturale e culturale nel modo in cui valutiamo e diamo priorità alla salute mentale e al benessere dei genitori, prosegue Murthy. 

Quali condizioni potrebbero aiutare i genitori nella loro sfida quotidiana? Se Il Post ci ricorda che le politiche sulla natalità adottate dai Paesi più sviluppati del mondo funzionano poco dappertutto, occorre promuovere politiche che favoriscano non soltanto la natalità, ma il supporto alla crescita e all’educazione dei figli nel lungo termine: un più esteso accesso al congedo parentale retribuito per madri e padri, maggiori servizi di assistenza all’infanzia e una rete potenziata di servizi dedicati alla salute mentale degli adulti. 

Genitori imperfetti in cerca di risposte

Sarà per lo stress a cui sono costantemente sottoposti, che i genitori si rivolgono sempre più di frequente a Google, a tutorial sui social, a libri specializzati (o sedicenti tali), in cerca di risposte su come crescere ed educare i loro figli. 

Quando ai fattori di stress di base si aggiunge anche un temperamento “impegnativo” nei bambini e la gestione dei comportamenti problematici che ne conseguono (crisi di rabbia per piccole frustrazioni, opposizione alle richieste dell’adulto, rigidità di abitudini e rituali ecc.) (La Russa, 2020), i genitori possono sentirsi frustrati nel loro ruolo, sopraffatti, inadeguati e talvolta disperati, sviluppando la convinzione di avere scarse capacità di controllo sui comportamenti dei loro figli (Mckay et al., 2021). Cercano risposte, anzi la risposta ai loro dubbi al di fuori della loro esperienza quotidiana e, soprattutto, unica con il loro bambino altrettanto unico. E la cercano rivolgendosi a quella che lo scrittore Oliver Burkeman (2018) definisce “l’industria dei consigli per bambini”. Il paradosso è che i genitori cercano una sola risposta, ma per ognuna delle loro domande l’industria dei consigli per bambini ne offre varie e spesso in contraddizione tra loro, soprattutto quando non si basano su fonti scientificamente comprovate. Come descrive il Washington Post (Gibson, 2024), il problema non è unicamente la qualità dei consigli in sé, quanto il loro volume e l’incessante accumulo algoritmico: cliccando su un reel a tema parenting, i genitori hanno la garanzia di essere inondati da innumerevoli altri video che elargiscono consigli su come essere buoni genitori in qualunque tappa di sviluppo dei loro bambini. 

I consigli sulla genitorialità sono costantemente e comodamente accessibili, ma presentano un’importante contraddizione: non risolvono i dubbi dei genitori, al contrario li alimentano amplificando il mito di una genitorialità perfetta e idealizzata, incapace di tollerare l’incertezza e alla continua ricerca di script e modelli a cui omologarsi (ibidem). Basta navigare in rete per scoprire che esistono video dai contenuti più disparati: da come applicare la crema solare ai bambini meno collaboranti, a come sedare richieste incalzanti al supermercato, dalla gestione dello spannolinamento alle strategie per insegnare a rimettere in ordine i giochi. 

La divulgazione sulla genitorialità assume le sembianze di un’industria basata su contenuti digitali e cartacei, che illude neo-genitori e genitori navigati che esista una cosa giusta da dire per ogni situazione, che vi sia un modo giusto per affrontare ogni scenario (Gibson, 2024). In tale ottica, l’acquisto di un nuovo libro di auto-aiuto o la visualizzazione dell’ennesimo video di 90 secondi può significare, per un genitore sopraffatto, la possibilità di acquisire quella preziosa informazione, quel pezzetto di verità in grado di fare la differenza fra la prosperità e il fallimento del proprio bambino (e del proprio ruolo di genitori) (Burkeman, 2018). 

Nessun genitore è perfetto, ce lo ricorda persino Becky Kennedy, psicologa clinica divenuta virale sul web grazie al suo approccio empatico alla genitorialità. Essere genitori, come ogni ambito della vita, può essere difficile e gratificante allo stesso tempo. Guardare alla genitorialità come una sfida che è possibile superare, piuttosto che una minaccia, concedersi del tempo per se stessi, fare affidamento sulla propria rete sociale o virtuale ristretta e selezionata per condividere carico emotivo e accudimento (APA, 2024), cercare risorse specializzate e professionali sul territorio (psicologi scolastici, servizi clinici ecc.) può aiutare i genitori a riscoprirsi resilienti e fiduciosi nella relazione coi propri figli.

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Anna Boccaccio
Anna Boccaccio

Redattrice di State of Mind

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