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Amore a prima vista: esiste davvero?

Le evidenze scientifiche sembrano confermare l'esistenza dell'amore a prima vista aggiungendo però alcune precisazioni

Di Silvia Bettoni, Silvia Carrara, Martina Gori, Giulia Onida

Pubblicato il 28 Gen. 2025

Che cosa sappiamo dell’amore a prima vista?

L’amore a prima vista (love at first sight, LAFS) è un fenomeno ampiamente conosciuto a livello sociale e sembra essere presente in molte le culture (Twamley, 2013). Ad esempio, in Occidente, circa una persona su tre riporta di averlo provato sulla propria pelle (Naumann, 2001). La letteratura scientifica, sebbene limitata, ci dimostra che l’amore a prima vista sembra influenzare la qualità delle relazioni sentimentali: caratterizzando le prime fasi di una potenziale relazione, farebbe in modo che i primi ricordi dell’inizio della relazione orientino le fasi successive della relazione (Alea & Vick, 2010; Custer et al., 2008). Infatti, le persone che hanno vissuto l’amore a prima vista con i propri partner riferiscono di avere relazioni ricche di passione, le quali genererebbero maggiore soddisfazione e stabilità relazionale (Barelds & Barelds-Dijkstra, 2007). Nonostante ciò, sembra essere difficile raggiungere una definizione univoca di amore a prima vista. Alcuni studiosi sostengono che potrebbe essere una memoria distorta, un’illusione che le coppie creano per migliorare le loro relazioni: cioè, potrebbe non essere un’esperienza concreta ma un ricordo creato a posteriori per attribuire ulteriore significato al rapporto. Semplicemente, i partner potrebbero proiettare i sentimenti reciproci che provano attualmente sul ricordo del primo incontro e descriverlo come amore a prima vista (Naumann, 2001; Zsok et al., 2017). Per di più, nella maggior parte dei casi sembra che coloro che hanno sviluppato una relazione romantica abbiano dichiarato di aver fatto esperienza dell’amore a prima vista (Naumann, 2001). Inoltre, l’amore a prima vista sembra essere associato all’attrattività fisica: più un partner è attraente e più verrà percepito un innamoramento immediato nei suoi confronti (Sangrador & Yela, 2000). L’amore a prima vista è stato concepito anche come “infatuazione”, ovvero un’elevata passione in assenza di intimità e impegno reciproci; questi ultimi sono ingredienti di una relazione romantica che emergono nel tempo, che difficilmente possono essere presenti al momento del primo incontro e che nascono dalla reciprocità, che non sempre caratterizza l’amore a prima vista (Sternberg, 1998). La passione sembra svolgere un ruolo fondamentale nell’amore a prima vista: le coppie che hanno dichiarato di aver avuto un “colpo di fulmine” reciproco hanno riportato una maggiore passione rispetto a quelle che hanno iniziato la loro relazione più gradualmente (Barelds & Barelds-Dijkstra, 2007).

Uno studio sperimentale indaga l’amore a prima vista

Un gruppo di ricercatori (Zsok et al., 2017) dell’Università di Groninga nei Paesi Bassi ha condotto uno studio per investigare empiricamente l’amore a prima vista. Hanno ipotizzato che (1) alcuni partecipanti avrebbero riferito di aver provato l’amore a prima vista dopo aver incontrato qualcuno per la prima volta, al fine di verificare se l’amore a prima vista dipende o meno dai bias di memoria; (2) i bersagli dell’amore a prima vista sarebbero stati valutati come più attraenti fisicamente rispetto ad altri individui, per vagliare il ruolo dell’attrattività; (3) l’amore a prima vista avrebbe coinvolto le tre componenti dell’amore (passione, intimità, impegno; Sternberg, 1997) in misura minore rispetto alle relazioni romantiche, con l’obiettivo di verificare se l’amore a prima vista differisce dall’amore nelle relazioni sentimentali; (4) l’amore a prima vista sarebbe caratterizzato da una marcata passione ed eros e da uno scarso impegno e intimità, per indagare se è effettivamente infatuazione; (5) le relazioni nate dall’amore a prima vista sarebbero più passionali rispetto a quelle di coloro che non lo hanno vissuto.

La raccolta dati è avvenuta attraverso uno studio online, uno studio di laboratorio e tre eventi di incontri dal vivo. L’amore a prima vista è stato valutato misurando i sentimenti d’amore dei partecipanti che hanno incontrato potenziali partner per la prima volta. Nello studio online e di laboratorio, ai soggetti sono state mostrate alcune immagini di possibili partner e dovevano immaginare un loro incontro. Durante gli eventi di incontri in presenza, invece, i partecipanti hanno conosciuto di persona svariati gruppi di individui in luoghi pubblici e hanno passato del tempo con loro. In tutti i casi, i soggetti hanno compilato un questionario su se stessi e uno sui potenziali partner.

Evidenze scientifiche confermano l’esistenza dell’amore a prima vista

I risultati emersi dallo studio di Zsok et al. (2017) sembrano confermare l’esistenza del colpo di fulmine, seppur non come comunemente idealizzato. In primo luogo, contrariamente a quanto si possa pensare, tale esperienza non è semplicemente un’illusione generata da ricordi distorti. I partecipanti, infatti, hanno descritto sensazioni di attrazione immediata, suggerendo che l’amore a prima vista sia un fenomeno reale e non meramente frutto di una selezione mnemonica condizionata dal dolce epilogo di una storia d’amore a lieto fine. Inoltre, pare che l’amore a prima vista non sia un fenomeno privo di alcuna spiegazione logica, esistono infatti dei fattori che aumentano la probabilità che si verifichi. Ad esempio, risultati dello studio suggeriscono che l’attrattiva fisica giochi un ruolo cruciale in questa dinamica: coloro che percepivano un alto grado di bellezza nel partner avevano nove volte più probabilità di riferire una sensazione di amore a prima vista, evidenziando così il legame tra estetica e attrazione istantanea.

Un ulteriore aspetto degno di nota è la disparità di genere: gli uomini tendono a riferire questa esperienza più frequentemente rispetto alle donne, sollevando interrogativi interessanti sulla selettività femminile in ambito relazionale. Nonostante le risposte divergenti, è emerso inoltre che l’amore a prima vista non è generalmente un sentimento reciproco; spesso, infatti, è un fenomeno unilaterale, dove la forte attrazione di un partner può influenzare la percezione dell’altro, trasformando un incontro casuale in un ricordo di amore condiviso.

Tuttavia, occorre sottolineare che ciò che viene descritto come amore a prima vista non corrisponde alle qualità intrinseche di una relazione consolidata, come intimità, impegno e passione. Le emozioni associate a questo tipo di esperienza iniziale risultano infatti significativamente meno intense rispetto a quelle vissute in relazioni stabili. Nonostante ciò, l’esperienza del colpo di fulmine sembra fungere da porta d’accesso a tali emozioni, suggerendo che anche un inizio fugace possa dar luogo a sviluppi relazionali più profondi nel tempo.

E vissero per sempre felici e contenti

In conclusione, l’idea dell’amore a prima vista trova conferma scientifica: molte persone riportano di aver provato un’attrazione immediata al primo incontro (Zsok et al., 2017).  Sebbene questo fenomeno non equivalga a un amore profondo, trattandosi piuttosto di una forte attrazione, sembra che possa aprire la strada a relazioni future, rendendo le storie di coloro che vivono questa esperienza ancora più affascinanti.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Alea, N., & Vick, S. C. (2010). The first sight of love: Relationship-defining memories and marital satisfaction across adulthood. Memory, 18(7). 
  • Barelds, D. P. H., & Barelds-Dijkstra, P. (2007). Love at first sight or friends first? Ties among partner personality trait similarity, relationship onset, relationship quality, and love. Journal of Social and Personal Relationships, 24(4). 
  • Custer, L., Holmberg, D., Blair, K., & Orbuch, T. L. (2008). “So how did you two meet?” Narratives of relationship initiation. In S. Sprecher, A. Wenzel, & J. Harvey (Eds.), Handbook of relationship initiation (pp. 453–470). New York, NY: Psychology Press.
  • Naumann, E. (2001). Love at First Sight: The Stories and Science Behind Instant Attraction. Sourcebooks, Incorporated.
  • Sangrador, J. L., & Yela, C. (2000). ‘WHAT IS BEAUTIFUL IS LOVED’: PHYSICAL ATTRACTIVENESS IN LOVE RELATIONSHIPS IN A REPRESENTATIVE SAMPLE. Social Behavior and Personality: An International Journal, 28(3), 207–218. 
  • Sternberg, R. J. (1997). Construct validation of a triangular love scale. European Journal of Social Psychology, 27(3), 313–335.
  • Sternberg, R. J. (1998). Cupid’s Arrow: The Course of Love Through Time. Cambridge University Press.
  • Twamley, K. (2013). Love and desire amongst middle-class Gujarati Indians in the UK and India. Culture, Health & Sexuality, 15(3), 327–340.
  • Zsok, F., Haucke, M., De Wit, C. Y., & Barelds, D. P. H. (2017). What kind of love is love at first sight? An empirical investigation. Personal Relationships, 24(4), 869–885.
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