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Atleti, immagine corporea e disturbi alimentari: esiste una relazione?

Un recente revisione sistematica ha analizzato quale ruolo gioca l’immagine corporea nello sviluppo dei disturbi alimentari tra gli atleti

Di Anna Boccaccio

Pubblicato il 11 Dic. 2024

Sport magri e sport non magri

Sono centinaia gli sport praticati in ogni parte del mondo e, di conseguenza, le stime della prevalenza dei disturbi alimentari tra gli atleti variano ampiamente nella ricerca non soltanto in relazione alla tipologia di sport considerato, ma anche a fattori come genere, età e livelli di competitività (Mancine et al., 2020). La prevalenza di atteggiamenti e comportamenti legati ai disturbi alimentari resta comunque alta nella popolazione sportiva agonistica, aggirandosi tra il 14% e il 45% (Petrie et al., 2008).

In modo semplicistico, gli sport possono essere suddivisi in due macro categorie: sport magri e sport non magri. Tra i primi, rientrano ad esempio danza, judo, corsa, nuoto e ciclismo, sport che enfatizzano il raggiungimento e il mantenimento di un peso corporeo più basso in quanto associato alla convinzione che migliori performance si ottengano nell’atleta con un peso inferiore (Martinsen et al., 2010). Gli sport non magri includono invece golf, basket, ping-pong, sci alpino, lancio del disco e altri.

Alcuni studi hanno rilevato che gli atleti di sport magri hanno un rischio maggiore di sviluppare patologie alimentari rispetto ai non atleti, utilizzando comportamenti disfunzionali di controllo del peso, ad esempio per ottenere una rapida perdita ponderale prima di una gara e conseguire livelli di successo più elevati (Sundgot-Borgen & Torstveit, 2004). Restrizioni alimentari protratte nel tempo possono condurre a una condizione detta carenza energetica relativa nello sport, che descrive una sindrome da malnutrizione e calo delle prestazioni atletiche, tipica degli atleti che non assumono abbastanza nutrienti, per supportare le richieste energetiche della loro vita quotidiana e dell’allenamento. Tra le conseguenze di tale sindrome possono esservi disturbi ematologici, ossei, metabolici e cardiovascolari (Mancine et al., 2020). Lo squilibrio energetico associato alla carenza energetica relativa negli sport di resistenza (ciclismo, canottaggio, corsa, nuoto ecc.), ad esempio, rappresenta di frequente un effetto dei disturbi alimentari negli atleti, a causa delle elevate richieste metaboliche tipiche di queste categorie di sport magri.

Immagine corporea e disturbi alimentari negli atleti

Nella popolazione generale, l’insoddisfazione per la propria immagine corporea è comunemente associata all’insorgenza di disturbi alimentari (Stice, 2002). L’insoddisfazione corporea può infatti portare direttamente a disturbi alimentari o, attraverso una via indiretta, esitare in comportamenti potenzialmente dannosi, come tentativi di perdere peso mediante restrizioni dietetiche, in grado di aumentare il rischio di abbuffate e condotte di eliminazione (Thompson & Stice, 2001). In altri termini, i comportamenti legati ai disturbi alimentari (come diete e controllo del peso) possono rappresentare il mezzo per raggiungere la perdita di peso e, in definitiva, ottenere l’immagine corporea desiderata.

Negli ultimi 20 anni le ricerche si sono concentrate unicamente sui disturbi alimentari o sull’immagine corporea degli atleti, nonché sui fattori che influenzano ciascuna variabile (Ghazzawi et al., 2024); al contrario, l’associazione tra l’immagine corporea degli atleti e i disturbi alimentari è stata ampiamente trascurata. 

Alla luce di tale stato dell’arte, un gruppo di ricercatori ha recentemente condotto una revisione sistematica condotta su 31 studi per esplorare l’associazione tra immagine corporea degli atleti e disturbi alimentari (Li et al., 2024). Per gli autori, la relazione tra le due variabili resta ancora controversa. Da un lato, infatti, alcuni studi considerati sembrano suggerire l’assenza di una connessione tra immagine corporea e disturbi alimentari negli atleti. Piuttosto, fattori di altra natura, come ricerca a tutti i costi di un’alimentazione “pulita” e sana (ortoressia), aspettative personali rispetto alla forma fisica e definizioni individuali di successo, possono condurre a comportamenti alimentari estremi e alla strutturazione di un disturbo (Pallotto et al., 2022; Satterfield & Stutts, 2021). Anche atlete soddisfatte della propria immagine corporea, per esempio, possono sviluppare la convinzione che modificare il proprio peso e aspetto possa migliorare le performance sportive (deBruin et al., 2007).

D’altra parte, per alcune ricerche, l’immagine corporea degli atleti costituisce un fattore predittivo per i disturbi alimentari: se un atleta persegue un ideale di corpo e forma fisica, potrebbe adottare varie tipologie di controllo alimentare, in particolare negli sport “magri” (Francisco et al., 2013; Tylka, 2004). 

Se ulteriori indagini potranno chiarire in modo decisivo la possibilità di una relazione tra immagine corporea e disturbi alimentari negli atleti, i ricercatori della rassegna concordano su alcuni punti. Il genere ha un impatto sia sull’immagine corporea che sull’insorgenza dei disturbi alimentari: le atlete, infatti, sembrano essere più vulnerabili dei loro colleghi rispetto a entrambe le condizioni, probabilmente a causa di standard e pressioni socioculturali che contribuiscono a maggiori preoccupazioni su peso e aspetto fisico. 

Inoltre, le atlete adolescenti hanno maggiore probabilità di sperimentare insoddisfazione per il proprio corpo e disturbi dell’alimentazione. Anche in questo caso, le pressioni sociali provenienti da genitori, componenti della squadra e allenatori potrebbero giocare un ruolo fondamentale.

Infine, il tipo di sport praticato può fare la differenza: gli atleti di sport magri sono più inclini a sperimentare insoddisfazione corporea e sintomi di disturbi alimentari. Gli atleti potrebbero affrontare un controllo eccessivo di forma e aspetto fisico mentre perseguono gli obiettivi sportivi, aumentando così il rischio di intaccare il loro benessere psicologico.

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Anna Boccaccio
Anna Boccaccio

Redattrice di State of Mind

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