Essere adolescente oggi
Rispetto a 20 anni fa, pensi che essere un adolescente oggi sia più difficile, più facile o più o meno uguale?
È l’interrogativo rivolto in un recente sondaggio del Pew Research Centre di Washington DC a 1543 tra genitori e adolescenti statunitensi.
Per il 69% dei genitori e il 44% degli adolescenti, essere adolescente oggi è più difficile. Per quale motivo? Genitori e figli puntano il dito contro tecnologia e social media, evidenziando sfide e criticità condivise.
Potenziali rischi dei social media in adolescenza
Si tratta del fattore chiamato in gioco dal 25% degli adolescenti e dal 41% degli adulti. Per questi ultimi, restare costantemente connessi ai social può facilitare un’esposizione nei giovani a contenuti, interazioni ed esperienze potenzialmente dannosi, come nel caso del cyberbullismo.
Le preoccupazioni dei genitori richiamano i contenuti di un report del 2023, pubblicato da Vivek Murthy, Surgeon General degli Stati Uniti, ovvero il massimo funzionario federale addetto alla salute pubblica. Il report descrive le evidenze raccolte sull’impatto dei social media sulla salute mentale di bambini e adolescenti, giungendo alla conclusione che i social non siano sufficientemente sicuri e delineando misure immediate da adottare per mitigare il rischio di danni per bambini e adolescenti. Secondo il report, trascorrere più di 3 ore al giorno sui social media in età evolutiva aumenterebbe il rischio di sviluppare sintomi di ansia, depressione, disturbi alimentari, disturbi del sonno e inciderebbe negativamente sull’immagine corporea degli adolescenti. A fronte di simili rischi, come possono intervenire i genitori per contenere potenziali danni?
Murthy rivolge ai genitori specifiche raccomandazioni: stabilire regole in casa rispetto ai tempi di utilizzo dei social, creare tra le mura domestiche “zone libere” dalla tecnologia, incoraggiare bambini e adolescenti a coltivare amicizie di persona, fungere da modello di comportamento responsabile rispetto alla fruizione dei social, insegnare ai più giovani come usare la tecnologia in modo responsabile, segnalando eventuali casi di cyberbullismo e sfruttamento online.
Pressioni sociali sugli adolescenti
Gli adolescenti del sondaggio (31%) sottolineano come primo fattore a incidere sul livello di difficoltà percepita la pressione sociale derivante dall’utilizzo dei social media. La pressione sarebbe associata alla sensazione soggettiva di essere costantemente “osservato” dagli altri online, unita alle aspettative derivanti dal dover assolvere a vari compiti contemporaneamente, ad esempio conseguire un buon profitto scolastico, partecipare ad attività extra-curriculari, avere una soddisfacente vita sociale e un lavoro part-time.
Di contro, i genitori (16%) riconoscono la difficoltà dei teenager nel sottrarsi a pressioni e aspettative sociali, e le collegano a vissuti di insicurezza e stress.
Isolamento sociale
Il 26% dei genitori evidenzia quanto la tecnologia abbia rivoluzionato il modo di comunicare, ad esempio sviluppando videogiochi che collegano virtualmente i più giovani, isolandoli dalle relazioni faccia a faccia. Gli adolescenti, invece, riconducono isolamento ed emarginazione alle pressioni sociali e alla mancata omologazione a esse.
Se il progresso tecnologico può rendere più difficoltosa l’adolescenza, e di conseguenza, la genitorialità, com’è possibile unire due generazioni e favorire tra di esse lo sviluppo di relazioni più sane? L’autrice Sue Scheff (2024) suggerisce alcune possibili strategie per i genitori:
- stabilire limiti e confini in merito a come gestire il tempo trascorso davanti allo schermo;
- mescolare “il vecchio con il nuovo”, riportando in auge vecchie e tradizionali abitudini, come le cene di famiglia, le visite ai parenti, le uscite in bici con gli amici ecc.
Agli adolescenti un ulteriore suggerimento: fare volontariato o offrire un servizio alla propria comunità, ad esempio insegnare agli anziani di una casa di cura come usare la tecnologia.
I social media possono essere fonte di benefici e di connessioni non solo virtuali (Weir, 2023). L’importante è riconoscere quando restare connessi e quando disconnettersi da essi.