La depressione nel DSM5
Le versioni recenti dei principali manuali diagnostici internazionali per la classificazione dei disturbi mentali (DSM-5, American Psychiatric Association, 2013; ICD-11, World Health Organization, 2019/2021) utilizzano l’ampia categoria di disturbi depressivi per definire un dominio di sintomi episodici, ricorrenti o cronici che sono associati con un umore disforico.
Quindi sotto l’ombrello dell’etichetta disturbi depressivi rientra una diversità di condizioni che denota come un disturbo depressivo possa assumere forme diverse, configurazioni e costellazioni di sintomi altamente eterogenee generando un’elevata variabilità interindividuale.
Ad esempio riferendosi al DSM 5 Kim e Park (2020) hanno calcolato che i criteri per la diagnosi di disturbo depressivo maggiore possono essere soddisfatti da ben 227 combinazioni diverse di sintomi: questa elevata eterogeneità della manifestazione dei sintomi depressivi riflette ampie differenze interindividuali che ritroviamo alla base delle risposte differenziali ai trattamenti per la depressione.
La depressione in adolescenza
Anche considerando la popolazione pediatrica e adolescenziale, è identificabile una elevata varietà di sintomi depressivi che non si presentano in modo omogeneo, quali ad esempio, oltre all’umore deflesso, labilità dell’umore, irritabilità e altre manifestazioni comportamentali (Crowe et al., 2006; Cook et al., 2009)
Alcuni autori (Midgley et al., 2015) evidenziano che la natura della depressione nell’adolescente non è ancora sufficientemente compresa, in un’ottica che vada oltre l’etichetta diagnostica e verso una maggiore comprensione della sua eterogeneità anche a livello fenomenologico. In una meta-analisi che ha incluso sei ricerche qualitative, Dundon (2006) ha identificato alcuni temi presenti nelle narrazioni dell’esperienza della depressione in adolescenza: difficoltà a trovare un senso, ritiro sociale, autolesività, ideazione suicidaria e comportamenti rischiosi.
Queste ricerche già supportano l’idea che l’esperienza della depressione in adolescenza possa manifestarsi ed essere soggettivamente vissuta in modi profondamente diversi e variabili, seppure si possano ritrovare temi ricorrenti a livello inter-individuale; i temi soggettivi ricorrenti potrebbero essere di aiuto nell’identificare tipologie differenti di depressione nell’adolescente.
Depressione in adolescenza: un’analisi interpretativa fenomenologica delle narrative
Un recente studio esplorativo (Sánchez Guerrero, Wessing, 2024) si è focalizzato sull’identificare i temi principali ricorrenti centrali nell’esperienza fenomenologica relativa alla depressione in adolescenza.
Per questo scopo è stato applicato un metodo qualitativo (analisi interpretativa fenomenologica) di analisi e interpretazione delle trascrizioni di interviste semi-strutturate effettuate su 7 soggetti adolescenti depressi.
Lo studio ha analizzato i modi con cui gli adolescenti depressi descrivono la relazione che hanno con se stessi e con il mondo, proprio nella fase in cui stanno attraversando un episodio depressivo. Vi sarebbero dunque alcuni temi narrativi e di significazione dell’esperienza che appaiono centrali in relazione alle fasi depressive e che possono ricorrere, anche in modo variabile, a livello interindividuale.
In altre parole, lo studio considera il contributo di diverse strutture di significato dell’esperienza nel costruire a livello fenomenologico il “mondo della depressione” (Ratcliffe, 2015) per come viene descritto e narrato dagli adolescenti con sintomi depressivi.
Depressione in adolescenza: i risultati della ricerca
I risultati dell’analisi qualitativa hanno fatto emergere la specificazione di tre varianti fenomenologiche dell’esperienza della depressione in adolescenza:
- Modalità del desiderio distaccato (Separated yearning mode): questa forma di esperienza della depressione adolescenziale sarebbe caratterizzata da una dolorosa sensazione di familiarità con un mondo da cui l’adolescente sente di essere disconnesso; come se gli adolescenti ne fossero esclusi, come se non potessero più partecipare ed esser parte di un certo tipo di mondo, con una quota elevata di distress e sofferenza. Emerge il senso di alienazione nelle esperienze che vengono descritte in particolare anche accompagnate da impulsi di autodistruttività. L’adolescente si sente disorientato tra diverse direzioni: da una parte uscire da questa modalità, dall’altra la sensazione di impotenza, demotivazione il cui superamento sarebbe necessario per cambiare la situazione. La condizione disforica emerge nella sensazione di dovere affrontare un’esistenza priva di vitalità. Spesso l’adolescente si sente incompreso, soprattutto dai pari e tende a evitare il contatto, sperimentando un’insostenibile solitudine.
- Modalità turbata-rifiutante (Upset refusing mode): gli adolescenti in questa forma di esperienza disforica raccontano fasi in cui è prevalente un atteggiamento rifiutante, che percepiscono immodificabile e che rende difficile accettare qualsiasi cosa positiva o di sollievo che il mondo possa loro offrire. Questo atteggiamento è accompagnato dalla demotivazione, impotenza e ridotta capacità di provare piacere ed emozioni positive nelle attività quotidiane. Emerge l’incapacità di trovare un senso nelle attività e routine quotidiane vissute anche con noia e senso di inutilità. L’adolescente si percepisce irritabile ed emotivamente labile. Anche se temono di rimanere soli, gli adolescenti in questa condizione esperienziale percepiscono l’esigenza di chiudersi al mondo e alle relazioni con gli altri, percepiti come dannosi, offensivi e pericolosi: l’aspetto cooperativo è completamente rifiutato, emerge la sfiducia nelle relazioni. L’adolescente si sente un peso e un disturbo per i caregiver, si autodenigra; possono insorgere pensieri di morte e impulsi suicidari.
- Modalità paralizzata – non sintonica (Paralyzed non-resonating mode): questa modalità di esperienza con il sé e con il mondo è caratterizzata da una specifica forma di disforia che comprende periodi prolungati in cui l’adolescente si sente apatico, letargico, non in sintonia con il mondo, immobile e paralizzato a livello pratico. Descrivono la sensazione di sentirsi insensibili e indifferenti; accanto a ciò raccontano come centrale la sensazione di sentirsi esausti e sovraccarichi. Questa pseudo-immobilità prolungata viene percepita come possibilmente del tutto immobilizzante, verso una condizione di totale incapacità. La sensazione di scarsa agentività esita in un circolo vizioso tale per cui la vita sarebbe immutabile e inutile. In queste fasi, gli altri, in particolare le figure di autorità, sono spesso percepite come ingiuste e ostili, distanti dalla possibilità di comprensione dell’esperienza della pseudo-paralisi dell’adolescente.
La ricerca qualitativa di Sanchez Guerrero e colleghi (2024) ha quindi identificato alcuni motivi tematici centrali nelle narrazioni soggettive personali degli adolescenti affetti da depressione, assumendo una prospettiva fenomenologica. Gli autori evidenziano che vi può essere anche una sovrapposizione di motivi tematici centrali all’interno di uno stesso quadro depressivo.
È importante sottolineare che uno dei limiti dello studio risiede nella non generalizzabilità dei risultati emersi a un livello di popolazione più ampia, considerando l’esiguità del campione sottoposto ad analisi interpretative qualitative delle trascrizioni delle narrazioni, risultati di interviste semi-strutturate. Tuttavia, lo studio sin dall’inizio si pone come studio di natura dichiaratamente esplorativa, possibile spunto per ulteriori piani di ricerca, ampliamenti e approfondimenti.