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Genitori di giovani agonisti: un sostegno fondamentale

I genitori hanno un ruolo importante nell’esperienza sportiva dei giovani atleti, il loro sostegno li aiuta ad incrementare l’autoefficacia

Di Federica Arnaboldi

Pubblicato il 07 Giu. 2024

Aggiornato il 12 Giu. 2024 10:42

Genitori e sport

Quando si pensa alla figura del genitore nell’ambito sportivo occorre tenere a mente che è l’educatore principale del ragazzo e che assume un ruolo fondamentale anche per trasmettere i valori sportivi: lo sport, infatti, risulta essere un contesto educativo solamente se i suoi effetti positivi vengono vissuti anche in altri contesti di vita quotidiana e per fare ciò è essenziale che i genitori ne siano partecipi (Petruzzelli, 2018). Il loro ruolo principale è quello di assumere la funzione di guida e sostegno per i propri figli, soprattutto perché sono visti da questi ultimi come l’esempio incarnato di come affrontare le situazioni, anche quelle più complesse (Visigalli, 2019): sono fondamentali tutti quei feedback e quegli incoraggiamenti che permettono al ragazzo di avere un buon sostegno emotivo ed una crescita personale, commentando assieme a lui, se richiesto, non il risultato ottenuto ma l’impegno ed i progressi effettuati nel tempo (Birrer e Ruchti, 2018).

Per far sì che i ragazzi godano di un’esperienza positiva e formativa è necessario che le figure di riferimento cooperino con gli allenatori, rispettandone il ruolo e l’autorità in campo (Barbetti, 2018). È importante che il genitore rappresenti un esempio di come affrontare le situazioni, anche quelle più complicate e che agli occhi dei ragazzi sembrano insostenibili, avendo come compito quello di riflettere sui propri comportamenti ogniqualvolta si relaziona con il proprio figlio e sulle conseguenze che possono scaturire (Barbetti, 2018).

Le strategie di coping dei genitori di giovani agonisti

Essere genitori di un giovane atleta, infatti, non è semplice, in quanto può comportare fattori stressanti che hanno bisogno di essere affrontati attraverso buone strategie di coping, che si possono ottenere attraverso sforzi cognitivi e comportamentali: tali strategie aiutano l’adulto ad affrontare in maniera consona le richieste dell’ambiente sportivo che vengono percepite come minacciose per i ragazzi, ma che in realtà possono essere costruttive per permettere loro di crescere come atleti. Le strategie di coping vengono suddivise in quattro temi principali (Costa, 2022):

  • distacco dallo sport;
  • normalizzazione delle esperienze;
  • volontà di imparare a conoscere le proprie reazioni emotive;
  • imparare a gestire la propria emotività.

Affrontare il fallimento nello sport

I fallimenti e le frustrazioni nello sport, come nella vita, servono a comprendere che l’errore è necessario per poter migliorare ed è per questo motivo che il genitore non deve mostrarsi troppo protettivo, ma lasciare al figlio la possibilità di combattere le proprie battaglie, assumendosi le proprie responsabilità e, se necessario, pagandone anche le conseguenze (Visigalli, 2019); per fare ciò è necessario che l’adulto metta in pratica un ascolto attivo, attraverso il quale può comprendere il punto di vista del ragazzo e, se dovesse presentarsi del malessere (quali stanchezza o ansia), può aiutarlo a comprendere che lo sport è solo una parte del suo mondo e non tutto il suo mondo (Petruzzelli, 2018). 

Spesso, infatti, il genitore tende a preoccuparsi del risultato della competizione, ponendo domande quali: “Hai vinto?” o “Come hai fatto a perdere questa partita?”. Quella che può sembrare semplice curiosità, può innescare nel ragazzo un meccanismo diseducativo per il quale l’unica cosa che assume valore è il risultato finale (Cammarata, 2021). In tal modo l’esperienza vissuta dal ragazzo potrebbe risultare negativa, generando frustrazione, ansia o conflitti che, se associati unicamente al contesto sportivo, rischiano di condurre al drop out dell’attività agonistica (Barbetti, 2018). 

L’importanza del sostegno dei genitori

Il sostegno nei confronti di questi ragazzi li aiuta ad aumentarne l’autoefficacia e l’autostima, in quanto entrano nell’ottica di potercela fare da soli, senza l’aiuto di terzi (Ceccarelli, 2018): è importante mostrarsi orgogliosi dei loro risultati, perché permette loro di acquisire maggiore sicurezza e aumentare la voglia di intraprendere nuove sfide (Visigalli, 2019).

Compito del genitore è, dunque, quello di insegnare la cooperazione, il rispetto verso gli altri e l’accettazione dei propri insuccessi (Barbetti, 2018) attraverso la trasmissione di valori quali l’impegno, la costanza e la perseveranza: è importante che il ragazzo impari la fatica del successo, entrando nell’ottica che la vittoria è frutto di un duro lavoro ed impegno costante, ma anche che non conta solamente il risultato (Visigalli, 2019). I genitori, dunque, dovrebbero stimolare il proprio figlio ad impegnarsi, essere umile e vivere lo sport come un momento positivo (Petruzzelli, 2018). È bene che l’adulto sia il primo a mostrare l’applicazione di tali valori ed il modo migliore per farlo è certamente quello di rispettare la figura dell’allenatore, attraverso una collaborazione e una dimostrazione di fiducia delle sue capacità e scelte sportive.

La dottoressa Giovanna Visigalli, specializzata in Coaching e Mindfulness, nel suo articolo “Il ruolo dei genitori nello sport” mostra quanto sia importante seguire in maniera corretta i propri figli in tale percorso, in quanto risulta essere determinante non solo per il presente, ma soprattutto per le persone che diventeranno in futuro: “Lo sport è un’ottima palestra per aiutare i vostri figli a diventare adulti responsabili, rispettosi delle regole, capaci di rialzarsi dopo le inevitabili sconfitte della vita, determinati a raggiungere i propri obiettivi (…)” (Visigalli, 2019, 8).

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