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I bambini possono meditare? Mindfulness ed Educazione Motoria

Recentemente si assiste a un aumento dell’interesse sulla pratica di mindfulness anche in età evolutiva, con il fine di migliorare la salute psicofisica

Di Marvin Koblavi Bedel

Pubblicato il 18 Mar. 2024

Cos’è la meditazione?

La meditazione è uno dei metodi attualmente più studiati in ambito accademico per quel che riguarda il benessere psicofisico. Recentemente, l’interesse verso i suoi benefici si è allargato non solo al mondo dello sport e del lavoro, ma anche a ciò che concerne lo stato di salute del bambino. 

In particolare è stata riscoperta una pratica che affonda le sue radici a più di 2000 anni fa. Stiamo parlando di meditazione Mindfulness, una pratica “manualizzata”, sostenuta da una vasta letteratura scientifica che ne dimostra l’efficacia sia su adulti che su bambini. 

È un metodo che agisce su precisi meccanismi neuropsicologici e, non ultimo, accessibile a tutti.

Storicamente, il termine meditazione deriva dal verbo latino “mederi” che significa “curare” o “guarire” (così come anche la parola “medicina” discende da questo termine). 

Alla base del concetto di meditazione, vi è dunque un tentativo di “cura”, più in particolare ci si riferisce ad una guarigione dal malessere fisico, mentale e spirituale. 

Questa pratica si è sviluppata migliaia di anni fa in India e, diffondendosi in gran parte del continente asiatico, ha dato origine a ciò che oggi consideriamo erroneamente una religione, il Buddismo. 

La tradizione afferma che il principe del popolo indiano dei Sakya, Siddharta Gotama (circa 566-486 a.C.), meglio noto come il Buddha, ovvero colui che ha raggiunto la “liberazione”, sia stato il promotore della diffusione di questa pratica. 

Cos’è la Mindfulness?

Mindfulness, o Sati in sanscrito, è semplicemente uno degli otto principi tramandati dal Buddha, ed è di fatto il punto chiave della meditazione stessa: è la pratica della retta presenza mentale, della relazione tra corpo e mente. È l’attitudine mentale a lasciar andare, lasciar che sia, senza necessità di identificarsi con i propri problemi, ma trascendendoli.

La meditazione di consapevolezza proposta da Gotama insegna come focalizzare l’attenzione in diversi aspetti del nostro sé, proponendo i seguenti compiti o atteggiamenti da assumere: 

  • Attenzione sul respiro o “anapanasati” – dedicare consapevolezza all’atto respiratorio, inspirazione ed espirazioni consapevoli, ma non forzate. Lasciar andare i pensieri tornando al respiro consapevole. 
  • Attenzione e contemplazione del corpo – scannerizzare mentalmente il proprio corpo, da piedi a testa e viceversa. 
  • Attenzione ed osservazione degli stati della mente o “Vipassana” – una tipologia di meditazione molto antica, dedicata all’osservazione non giudicante di tutti i pensieri, delle fantasie, dei ricordi e delle emozioni che si presentano. Osservazione oggettiva delle realtà mentali.

La mindfulness in età evolutiva

Recentemente si assiste a un aumento dell’interesse per la ricerca sulla pratica della meditazione anche in contesti giovanili, con il fine di migliorare la condizione di salute psicofisica, nelle varie fasi dello sviluppo. 

Nell’adulto è chiaro come la pratica porti ad un aumento di benessere e felicità. 

Nel bambino i meccanismi non sono ancora del tutto conosciuti, né sono evidenti le modalità con le quali sottoporre ad un cervello ancora molto plastico le nozioni teorico-pratiche della mindfulness

Il problema risulta essere più di natura etica, in quanto ci si chiede ancora quale sia il corretto approccio; può un bambino sedersi e concentrarsi per 10 minuti come farebbe un adulto?

Diversi studi, tra cui Black e Fernando (2013) e Saltzman e Goldin (2008) riportano i risultati sorprendenti della pratica per quanto riguarda bambini ed adolescenti, ottenendo un miglioramento dell’attenzione e della consapevolezza delle proprie emozioni. 

Inoltre si sono osservate capacità autoregolative, flessibilità emotiva ed una ridotta attuazione di comportamenti disadattivi, con comportamenti pro-sociali ed un grado di benessere generalmente maggiore. 

Educazione Motoria e Mindfulness: il “movimento meditativo”

Un approccio alternativo che sembrerebbe auspicare ottimi risultati prevede l’introduzione di pratiche meditative in movimento, giochi cognitivi, basati sui principi fondamentali della Mindfulness: respirazione, corpo e mente.

In una recente ricerca (Marson et al., 2021), gli autori dimostrano che l’attività fisica è particolarmente importante per il benessere psicofisico dei bambini, essendo promotrice non solo di un miglioramento a livello fisiologico, che comprende una diminuzione di alcuni parametri tra cui pressione sanguigna, battito cardiaco, deposito di tessuto adiposo e cortisolo circolante (ormone dello stress), ma anche mentale, aumentando così capacità cognitive e funzionamento emozionale.

Inoltre, flessibilità cognitiva e cognizione spaziale sono due funzioni cerebrali influenzate positivamente non solo dal movimento, ma anche dalla meditazione di consapevolezza, ed entrambe possono essere facilmente inserite all’interno di una programmazione scolastica. 

La ricerca di Marson et al. è di fatto riuscita a dimostrare come un’integrazione di educazione motoria e pratiche di consapevolezza possano dar vita ad un’attività stimolante a 360° per il bambino.

Eppure l’introduzione della mindfulness nel sistema scolastico italiano sembrerebbe ancora un’ipotesi utopica, nonostante il crescente filone di ricerche sperimentali che ne dimostra l’efficacia.

L’importanza di introdurre un tale strumento in età evolutiva potrebbe non solo costituire un passo importante verso la prevenzione di determinati disturbi dello sviluppo, ma potrebbe anche promuovere un miglioramento delle condizioni di salute generale dei nostri bambini.

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