Fear of Missing Out (FoMO) e Social Media
“Fear of Missing Out” letteralmente significa “paura di essere tagliato fuori” e consiste nello sperimentare sensazioni negative al pensiero di non prendere parte ad esperienze piacevoli a cui partecipano persone conosciute.
Si tratta di un fenomeno che interessa soprattutto i più giovani ed è strettamente legato all’utilizzo dei social media. Può comportare un irresistibile desiderio di trovarsi contemporaneamente in due o più luoghi, alimentando la paura che mancare a qualche evento sociale possa intaccare la propria felicità, il proprio status sociale o benessere (Przybylski et al., 2013). Include risposte di ansia o apprensione derivanti dal credere che gli altri stiano vivendo esperienze appaganti e divertenti dalle quali si è invece esclusi.
In età adolescenziale soprattutto, questo quadro sembra essere connesso alla natura pervasiva dei social media, che accompagnano i giovani in ogni momento della giornata. Piattaforme come Instagram, Snapchat e Facebook mostrano spesso frammenti della vita delle persone, immortalando eventi sociali, raduni ed esperienze di ogni tipo. Queste immagini, create appositamente per essere pubblicate sui social, e di conseguenza estremamente artificiose e curate nei dettagli, possono generare una percezione distorta della realtà, portando gli adolescenti a pensare che i loro coetanei siano costantemente coinvolti in attività emozionanti e appaganti mentre loro no, contribuendo al confronto sociale e a un senso pervasivo di inadeguatezza (Miller, 2012).
Fattori di rischio per lo sviluppo della FoMO
La letteratura di riferimento (Elhai, 2020; Akbari et al, 2021) individua alcuni fattori di rischio per lo sviluppo della FoMO negli adolescenti, come ad esempio il senso di insicurezza personale e la tendenza a confrontarsi con gli altri, elementi rispetto a cui i giovani sono particolarmente suscettibili se sottoposti all’influenza dei social media.
Il confronto continuo tra la propria vita e le vite apparentemente perfette degli altri può favorire sentimenti di inadeguatezza, tristezza, isolamento emotivo e sociale.
Inoltre, è importante considerare che i social impongono una presentazione selettiva dei contenuti che vengono postati: le persone tendono a condividere online solo gli aspetti positivi delle loro vite, creando una rappresentazione parziale della realtà, che non tiene conto degli aspetti negativi. Essere continuamente esposti a queste rappresentazioni edulcorate può far sentire agli altri di perdere qualcosa: eventi, possibilità e un numero elevato di esperienze piacevoli. Inoltre, proprio per loro natura, i social media presentano i contenuti in tempo reale: di conseguenza gli utenti sono costantemente bombardati da aggiornamenti immediati sugli eventi sociali e sulle vite altrui. Questa immediatezza può rendere la FoMO più intensa, generando un sentimento di “essere lasciati indietro nel qui e ora”.
Tali processi possono avere un grande impatto sul benessere mentale dei giovani, contribuendo ad aumentare i livelli di ansia e stress tra gli adolescenti (Miller, 2012). La pressione derivante dall’essere costantemente connessi e coinvolti può risultare schiacciante, e la paura di venire esclusi dagli eventi sociali può indurre un notevole disagio emotivo. Inoltre, come già accennato, l’esposizione costante alla vita sociale di altri individui può portare a sentimenti di solitudine e isolamento sociale, con la conseguenza che nel lungo periodo gli adolescenti possono sentirsi disconnessi ed esclusi, anche quando presenti fisicamente in situazioni sociali.
Non da ultimo la FoMO può contribuire a problemi di autostima, in quanto gli adolescenti possono percepirsi meno popolari, meno interessanti o meno social dei loro coetanei visualizzati online.
Fattori protettivi per lo sviluppo della FoMO
Per quanto riguarda invece i fattori di protezione, sembra che il supporto sociale percepito sia un elemento in grado di contrastare la paura di essere tagliati fuori, in particolare tra gli studenti universitari (Dou, 2021). Questo dato è ulteriormente supportato dalla scoperta che la FoMO è associata a una maggiore sensibilità alle esperienze di inclusione sociale e al bisogno di approvazione (Lai, 2016). Tuttavia, la relazione tra FoMO e utilizzo dei social media è complessa, e alcuni autori hanno ipotizzato che la Fear of Missing Out sia un possibile predittore, ma anche una conseguenza di comportamenti disfunzionali online (Franchina, 2018). Determinanti personali e sociali, infatti, come l’uso dei social media e dello smartphone, il concetto di sé, l’identità sociale e il genere giocano un ruolo significativo nello sviluppo di questi comportamenti (Reisenwitz, 2023).
Una comunicazione supportiva tra adulti di riferimento (genitori e insegnanti) e adolescenti può rivelarsi un fattore di protezione molto importante, in grado di ridurre significativamente la paura di essere esclusi (Schmuck, 2021; Alt, 2018). Tale processo può essere realizzato attraverso attività di comunicazione positive, come l’ascolto e la creazione di un’atmosfera di sostegno per le discussioni (Alt, 2018). La promozione di pensieri positivi e la comprensione della FoMO possono anche essere efficaci nel contrastare l’ansia e la cosiddetta “paura di non essere abbastanza” (Basiroen, 2018). Caratteristiche familiari, come la struttura, lo stile di genitorialità e la qualità della relazione, possono svolgere un ruolo determinante nello sviluppo della FoMO, agendo come fattori protettivi o di rischio (Bloemen, 2020).
Il ruolo dell’educazione digitale
Nel momento storico che viviamo, fatto di rapporti estremamente digitalizzati, i giovani meritano di essere supportati nella creazione di relazioni genuine e offline, e nell’accrescere la loro consapevolezza su come fare un buon utilizzo del digitale o come imparare a tutelarsi. Strategia d’elezione per promuovere la salute mentale degli adolescenti in questo ambito è l’educazione digitale: un approccio educativo mirato a fornire ai ragazzi le competenze necessarie per comprendere, valutare criticamente e navigare in modo consapevole nell’ambiente digitale. Questa tipologia di formazione cerca di preparare gli adolescenti ad affrontare le sfide e le opportunità che emergono dall’uso diffuso della tecnologia e dei media. Obiettivi dell’educazione digitale sono: promuovere la capacità degli studenti di analizzare in modo critico le informazioni, riconoscere la disinformazione e sviluppare un approccio maturo verso ciò che vedono online, unitamente alla consapevolezza dei rischi del mondo virtuale.
In questo contesto, sottolineare l’importanza delle interazioni faccia a faccia e delle esperienze offline può aiutare gli adolescenti a costruire connessioni più significative e a ridurre la dipendenza dalla validazione digitale. Dedicare ogni giorno momenti in cui si è offline, o nella natura, concentrandosi sul contatto con se stessi e con gli altri può aiutare gli adolescenti a superare le paure e a incentivare un rapporto più sano con i social media.
In conclusione, capire e affrontare la FoMO è cruciale per promuovere il benessere mentale degli adolescenti nell’era digitale. Incentivando l’educazione digitale e incoraggiando esperienze offline positive, gli adolescenti possono navigare sui social media in modo da migliorare, piuttosto che compromettere, la loro salute mentale e utilizzare questi strumenti non come potenziali minacce, ma come risorse per il loro sviluppo psicologico.