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La gestione della rottura nelle relazioni romantiche

Tra i processi che vengono messi in atto quando una relazione romantica finisce c'è anche la tendenza a riflettere attraverso la ruminazione

Di Alessio Mantovani

Pubblicato il 23 Gen. 2024

Rottura nelle relazioni romantiche e ruminazione

Le relazioni romantiche possono essere una grande fonte di emozioni intense e positive, ma anche provocare una non indifferente sofferenza emotiva. La presenza di emozioni negative è una realtà normale, anche all’interno di una relazione possono capitare dei momenti negativi e uno dei processi che può peggiorare la risposta emotiva è la ruminazione, che in tutto questo non fa altro che aumentare le emozioni negative e prolungare la sofferenza, impedendone una spontanea dissoluzione. 

Come definito su State of Mind: “La ruminazione è definita come un processo cognitivo caratterizzato da uno stile di pensiero disfunzionale e maladattivo che si focalizza principalmente sugli stati emotivi negativi interni e sulle loro conseguenze negative (Martino, Caselli, Ruggiero & Sassaroli, 2013). La ruminazione è una forma circolare di pensiero persistente, passivo, ripetitivo legato ai sintomi della depressione (Nolen-Hoeksema, 1991). Tale forma di pensiero è rivolta al passato ed è legato alla perdita di qualcosa di importante. I pensieri ruminativi diventano la causa della comparsa della depressione, del suo mantenimento e aggravamento (Broderick, & Korteland, 2004). La ruminazione quindi si attiva come tentativo di controllo dell’emozione negativa, tuttavia, tale processo nel tempo aggrava l’intensità dello stato d’animo negativo, induce a un maggiore abbassamento dell’umore, e comporta una distorsione della percezione sia di se stessi, in termini negativi, sia dell’ambiente circostante (Wells, 2009).”

Quello che la ruminazione tenta di fare è gestire una difficoltà, che può essere legata ai temi di perdita e fallimento, ironicamente fallendo nel seguente tentativo di analisi degli avvenimenti passati. Ciò che permette alla miccia infinita della ruminazione di accendersi è il gap, la discrepanza, che viene a crearsi tra lo stato desiderato e quello attuale. L’individuo percepisce un pensiero, principalmente un giudizio negativo rivolto verso sé stesso, lo prende in considerazione e tenta di colmare questo vuoto, a discapito delle energie che impiega e della sofferenza emotiva che gli crea il non poter raggiungere una soluzione accettabile (Caselli et al., 2017).

La ruminazione come opportunità di riflessione

Anche le relazioni romantiche possono terminare, per i più disparati motivi. Successivamente a questo evento vi possono essere modalità diverse con le quali l’individuo vive la fine di una relazione. Secondo lo studio di Marshall (2013) sembrerebbe che la ruminazione, generalmente vista come processo disfunzionale, se non eccessivamente intensa, possa fornire l’opportunità di riflessione ed elaborazione dell’accaduto; anche se può essere deleteria se perdura in modo eccessivo e nel momento in cui vi sia la tendenza a ripercorrere gli stessi passi, con conseguenti tentativi di ritornare allo stato precedente alla “rottura”. 

In seguito alla fine di un legame sentimentale, vi sono diversi modi in cui un individuo può reagire: alcuni riportano piccoli disturbi somatici o psicologici, mentre altri fanno esperienza di rabbia e tristezza intense, possono percepire minor soddisfazione nella vita, fino ad arrivare a condizioni più rischiose, come può essere l’insorgenza di uno stato depressivo (Marshall, 2013). Quelle elencate in precedenza sono solo alcuni risvolti negativi di cui una persona può fare esperienza, ma ci sono possibilmente anche conseguenze positive che la chiusura di una relazione romantica può portare. Un esempio è la crescita personale, tutti quei cambiamenti positivi che un individuo può fare nella sua vita in seguito ad un evento negativo (Marshall,2013). Questi cambiamenti sono incentrati a porre attenzione alla resilienza, alla connessione con le altre persone (Marshall,2013). 

Tashiro e Frazier (2003) riportano il fatto che in seguito alla rottura di una relazione romantica, le persone dimostrano una crescita positiva di sè stessi, nella loro abilità nel mantenere una relazione, nel comunicare con l’ambiente circostante e nelle aspettative che riguardano le future relazioni. Ciò che influenza il modo di reagire ad un evento simile è come l’individuo decide di gestire il passato. Dallo studio di Marshall sembrerebbe che la ruminazione possa mediare la relazione tra i livelli di distress e i livelli di crescita personale (negli individui con attaccamento ansioso-ambivalente) in qualche modo favorendo un atteggiamento introspettivo e creando una narrativa per dar senso a ciò che è successo, un processo che permette di facilitare il recupero emotivo (Marshall, 2013). La riflessione è uno dei mezzi tramite il quale la persona può intraprendere il viaggio della propria crescita personale, o almeno dare il via.

Ruminazione e attaccamento

Dai risultati dello studio di Marshall (2013), infatti, emerge che gli individui con attaccamento ansioso-ambivalente fanno esperienza di una miglior crescita personale, in seguito alla fine di una relazione importante, rispetto a persone con attaccamento evitante, i quali presentano minori livelli di crescita personale attraverso l’inibizione e la soppressione del distress e dei vissuti negativi. Tali evidenze sono state inferite dai dati ricavati da questionari online in due diversi studi. Entrambi gli studi indagavano infatti come lo stile di attaccamento influenza il distress e la crescita personale a seguito della fine di una relazione. Il secondo studio aggiunge l’indagine del ruolo della ruminazione nel mediare la relazione tra il livello di distress provato al termine della relazione e la crescita personale. I risultati sono interessanti poiché dai dati dello studio emerge che gli individui con attaccamento ansioso, e che reagiscono con maggiori livelli di ruminazione (nelle sotto-componenti di riflessione e brooding), quando si ha a che fare con la fine di una relazione sarebbero più predisposti ad avere una crescita personale migliore.

L’autore dell’articolo propone come possibile spiegazione di questo dato il fatto che tramite la riflessione sarebbero motivati a migliorare sé stessi per diminuire la probabilità di future rotture. Questi risultati suggeriscono che nei soggetti con attaccamento ansioso-ambivalente, l’iperattivazione dei livelli di distress e delle emozioni agiscono come catalizzatori di una maggior crescita personale promuovendo un processamento emotivo-cognitivo dell’evento. Viceversa, i soggetti con attaccamento evitante, deattivando i livelli di distress emotivo, andrebbero a inibire la crescita personale, sopprimendo la riflessione e l’elaborazione emotivo-cognitiva della fine della relazione. 

Autori diversi propongono l’idea che l’adattamento positivo non è dovuto all’interruzione del pensiero riguardo al passato, cioè quello che potrebbe tentare di fare una persona con un attaccamento evitante, ma imparare a pensare in una maniera riflessiva e dando senso all’accaduto (Saffrey, 2007). 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Caselli, G., Ruggiero, G. M., & Sassaroli, S. (2017). Rimuginio: Teoria e terapia del pensiero ripetitivo. R. Cortina.
  • Marshall, T. C., Bejanyan, k., & Ferenczi, n. (2013). Attachment styles and personal growth following romantic breakups: the mediating roles of distress, rumination, and tendency to rebound. Plos one, 8(9), e75161. 
  • Saffrey, C., & Ehrenberg, M. (2007). When thinking hurts: Attachment, rumination, and postrelationship adjustment. Personal Relationships, 14(3), 351-368.
  • Tashiro, T., & Frazier, P. (2003). “I’ll never be in a relationship like that again”: Personal growth following romantic relationship breakups. Personal Relationships10(1), 113-128. 
  • Martino, F., Caselli, G., Ruggiero, G. M., & Sassaroli, S. (2013). Collera e ruminazione mentale [Anger and mental rumination]. Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale, 19(3), 341–354.
  • Nolen-Hoeksema, S. (1991). Responses to depression and their effects on the duration of depressive episodes. Journal of Abnormal Psychology, 100(4), 569–582.
  • Broderick, P. C., & Korteland, C. (2004). A Prospective Study of Rumination and Depression in Early Adolescence. Clinical Child Psychology and Psychiatry, 9(3), 383–394. 
  • Wells, A. (2009). Metacognitive therapy for anxiety and depression. Guilford Press.
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