Intelligenza artificiale e psicoterapia
PSICOLOGIA DIGITALE – (Nr. 45) I software di trascrizione basati sull’intelligenza artificiale nelle sedute di psicoterapia
I campi di applicazione delle intelligenze artificiali (IA) in ambito sanitario sono innumerevoli: archiviazione e organizzazione dei dati dei pazienti, diagnosi e pianificazione del trattamento, potenziamento dei sistemi di erogazione dei servizi al fine di fornire assistenza in maniera più efficace (Flemotomos et al., 2022). Le intelligenze artificiali col passare del tempo diventeranno strumenti sempre più determinanti e utili nel ridurre i costi e aumentare la produttività ottimizzando molte operazioni, come ad esempio la trascrizione delle sedute. Infatti, esistono software basati sull’intelligenza artificiale che trasformano file audio in testo; possono essere un’integrazione di quelli usati per le videochiamate (come AI companion di Zoom) o app per tablet e smartpone. Nessun dubbio su quanto possano essere utili: sono veloci e precisi.
Ma quando si entra nello studio di un professionista sanitario si toccano temi sensibili e molto privati; troppo spesso si dà per scontato che le tecnologie che utilizziamo siano conformi a standard etici e legali, che i dati, l’enorme mole di dati di cui entrano in possesso, sia tutelata. Non sempre è così, soprattutto quando uno strumento è stato rilasciato da poco e non si hanno ancora informazioni certe sulle aree di forza e quelle di vulnerabilità. La relazione terapeutica si sostiene su un patto più o meno esplicito: la fiducia. Che la sessione sia online o in presenza, è davvero accettabile affidarsi a queste tecnologie?
Cos’è un software di trascrizione basato su intelligenza artificiale
Un software di trascrizione basato su intelligenza artificiale è uno strumento che utilizza algoritmi avanzati di riconoscimento vocale per convertire il parlato in testo scritto; invece di prendere appunti o trascrivere fisicamente una registrazione audio, in pochi secondi viene prodotta una trascrizione di alta qualità in maniera veloce ed economica rispetto ai metodi di trascrizione tradizionali. Vengono identificati, oltre a parole e frasi, l’accento, il contesto, le voci differenti, viene inserita la punteggiatura ed eliminato il rumore di fondo. Questi strumenti possono essere molto efficienti e sono in grado di comprendere in maniera approfondita il linguaggio del paziente registrando, trascrivendo e riorganizzando gli appunti per essere sicuri di non perdere nessun dettaglio importante della conversazione (Ewbank et al., 2021). Tuttavia, bisogna tener presente che non sono al pari di un umano nel cogliere sottigliezze, sfumature e complessità delle interazioni. Del resto, non possono avere una conoscenza del paziente completa e particolareggiata quanto quella del terapeuta, formata grazie a un rapporto consolidato e co-costruito. Introdurre un software di questo tipo vuol dire inserire anche un nuovo elemento nella pratica e nella relazione terapeutica. Inoltre, questi strumenti sono prodotti da aziende terze che, lo si voglia o no, hanno delle loro policy riguardo a proprietà e gestione dei dati che assimilano. E che alla fine possiedono. Un primo passo dovrebbe venire proprio da chi questi software li produce e li mette in commercio, che dovrebbe fornire documenti chiari e semplici che spieghino come vengono gestiti i dati e tutelata la privacy dei clienti. Dall’altra parte, anche il consenso informato fornito ai pazienti dovrebbe includere una nota riguardo a questa specifica tipologia di trattamento dei loro dati ed essere il più possibile trasparente e comprensibile riguardo all’uso dell’intelligenza artificiale durante le sessioni per la trascrizione delle sedute (Maheu, 2023).
Validazione e consenso sull’uso dell’intelligenza artificiale in terapia
Quando si sceglie come approcciare la terapia, quale protocollo applicare, quale tecnica, lo si fa anche tenendo conto di cosa metterebbe o meno in difficoltà il paziente; lo stesso vale quando scegliamo una tecnologia. Il consenso informato è parte essenziale del percorso terapeutico e chiarisce al paziente molti punti tra cui le modalità di esecuzione del trattamento; accettando quanto riportato, il paziente esprime il suo accordo. Anche e soprattutto se la tecnologia è parte dell’intervento, il consenso informato dovrebbe essere discusso e approfondito con accuratezza e attenzione. Essere chiari e precisi con pazienti e clienti riguardo all’uso dell’intelligenza artificiale, a come viene utilizzata e gestita, garantisce al paziente la possibilità di dare un “consenso chiaro e trasparente”. Nello specifico, si può accludere un documento dettagliato che spieghi con parole semplici o immagini come viene effettuata la trascrizione, le misure di conservazione e protezione dei dati, in modo che il paziente possa esprimere eventuali dubbi o domande, e periodicamente si può far presente la possibilità di revocare il consenso in qualsiasi momento. Le tecnologie sono solo uno strumento che ci aiuta nella nostra professione; la priorità non è il mezzo ma come quest’ultimo ci può supportare nel lavoro col paziente. Questi semplici gesti forniscono validazione e controllo al paziente, promuovendo la fiducia nel terapeuta e nel percorso (Maheu, 2023).
L’uso consapevole dell’intelligenza artificiale in terapia per una pratica migliore
Ci vorrà tempo per arrivare a linee guida condivise e approvate sull’uso della tecnologia in terapia; organi e istituzioni competenti sono al lavoro per stabilire regolamenti e normative adeguate. Nel frattempo c’è il rischio che, se i professionisti non sono formati e informati a sufficienza, si possa arrivare a conseguenze indesiderate. In primo luogo, è importante utilizzare tecnologie certificate e approvate da organizzazioni sanitarie riconosciute e che rispettino gli standard di privacy e sicurezza delle più recenti normative. L’obiettivo è ridurre al minimo il rischio di vulnerabilità come, per esempio, la diffusione di dati sensibili, riservati e personali, e che utilizzino sistemi di crittografia e altre misure di sicurezza avanzate per proteggere le informazioni.
Soprattutto i professionisti più giovani, che hanno più dimestichezza con le tecnologie digitali e le accolgono più facilmente, possono essere affascinati da nuovi strumenti (Flemotomos et al., 2022). Ed è un bene: i sistemi basati sulla tecnologia stanno trasformando l’assistenza sanitaria; essere ricettivi e stare al passo con le nuove evoluzioni vuol dire anche poter fornire ai pazienti gli approcci e gli strumenti più aggiornati ed efficaci. Abbracciare le innovazioni non dovrebbe significare però accettarle in maniera acritica. L’ideale sarebbe comprendere appieno come funzionano questi strumenti e tecnologie di intelligenza artificiale prima di inserirli in contesti terapeutici, comprenderne i limiti e le sfumature operative che solo la pratica aiuta a scoprire (Miner et al., 2020).