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Jean Piaget e la Teoria dello Sviluppo Cognitivo

Jean Piaget, attraverso gli studi su neonati, bambini e adolescenti, ha analizzato lo sviluppo della natura stessa della conoscenza

Di Gloria Angelini

Pubblicato il 03 Nov. 2023

Jean Piaget: psicologo, biologo, pedagogista e filosofo svizzero

Jean Piaget, insigne psicologo svizzero, ha lasciato un’impronta indelebile nello studio dello sviluppo cognitivo, considerando i bambini come architetti del loro sviluppo intellettuale e facendo luce sulla nostra comprensione del modo in cui i bambini apprendono, ragionano e interagiscono con il mondo che li circonda.

L’importanza dell’approccio di Piaget nel campo della psicologia infantile è indiscussa, poiché ha posto le basi per un intero ramo di studio: la psicologia dello sviluppo. In questo articolo, esploreremo la figura di Jean Piaget, la sua teoria dello sviluppo cognitivo e il suo monumentale contributo alla psicologia, comprenderemo la sua eredità duratura e il modo in cui la sua visione del mondo infantile ha continuato a influenzare e ispirare la ricerca e la pratica nel campo della psicologia dello sviluppo.

Breve biografia di Jean Piaget

Jean Piaget, nato nel 1896 in Svizzera, è stato una figura di spicco nella storia delle idee del XX secolo, dando un contributo significativo alla psicologia, alla psicologia dello sviluppo e alla pedagogia.

Primo di tre fratelli, viveva con la sua famiglia in una tranquilla regione francofona vicino al Lago di Neuchatel, in una zona svizzera famosa per i suoi vigneti e la produzione di orologi. Sin dalla sua infanzia, Piaget è stato considerato un bambino prodigio. Suo padre, un professore di letteratura medievale all’Università di Neuchatel, ha coltivato la sua mente innovativa e curiosa, incoraggiandolo nella ricerca sistematica di risposte alle sue numerose domande sulla natura.

Sua madre, rigorosamente calvinista, lo ha incoraggiato a seguire l’istruzione religiosa, ma il giovane Piaget ha presto perso interesse per le dispute religiose che considerava “childish” (infantili) e ha iniziato a studiare filosofia per risolvere le incongruenze tra la religione e le sue osservazioni della natura. Ha studiato le opere del filosofo francese Henri Bergson, il cui libro “Creative Evolution” lo ha profondamente influenzato, spingendolo a considerare la biologia come chiave per comprendere la conoscenza umana.

Piaget è sempre stato un studente disciplinato e determinato nella ricerca della conoscenza. Ha pubblicato il suo primo articolo scientifico all’età di 10 anni, descrivendo le sue osservazioni di un passero albino, sul Giornale di Storia Naturale di Neuchatel. Durante il liceo, è diventato membro di un club di biologia locale e ha continuato a studiare e a scrivere articoli scientifici sulla malacologia, in particolare sulle lumache dei laghi svizzeri.

Nel 1918, all’età di 21 anni, ha conseguito il dottorato in scienze naturali presso l’Università di Neuchatel. Nello stesso anno ha pubblicato il suo primo libro, “Recherche” (La Ricerca), un romanzo autobiografico che affronta il conflitto tra scienza e religione e introduce il concetto di equilibrio, un tema che avrebbe sviluppato ulteriormente nelle sue teorie successive. Dopo aver conseguito il dottorato, ha iniziato a lavorare come biologo, in particolare nello studio dei molluschi. Questa formazione iniziale nelle scienze biologiche avrebbe avuto un’influenza duratura sulla sua teoria dello sviluppo cognitivo.

Successivamente, Piaget ha studiato presso l’Università di Zurigo e ha lavorato nella clinica psichiatrica di Eugen Bleuler, esplorando le teorie psicoanalitiche di Sigmund Freud e la psicologia analitica di Carl Gustav Jung, frequentando anche alcune sue lezioni. Questi studi lo hanno portato a interessarsi alle questioni psicologiche e allo sviluppo cognitivo.

Nel 1919, Piaget si trasferisce a Parigi, dove ha studiato logica e abnormal psychology (psicologia anormale, campo che studia aspetti del comportamento o del pensiero che potrebbero essere considerati un disturbo mentale), e ha lavorato come ricercatore associato presso il laboratorio di psicologia sperimentale di Simon-Binet. È stato durante questo periodo che Piaget ha iniziato a studiare il pensiero dei bambini e le differenze qualitative nel modo in cui pensano rispetto agli adulti. Questo ha segnato l’inizio della sua carriera nello studio dell’origine e dello sviluppo dell’intelligenza.

Nel 1923, Piaget ha sposato la psicologa Valentine Chatenay, una delle sue prime studentesse al Jean-Jacques Rousseau Institute a Ginevra. Insieme hanno studiato lo sviluppo intellettuale dei loro tre figli, osservando le loro azioni e parole per comprendere come acquisivano conoscenza.

Piaget ha ottenuto una cattedra presso l’Università di Ginevra e ha svolto ricerche sull’evoluzione del pensiero logico nell’infanzia e nell’adolescenza, in particolare per quanto riguarda concetti come velocità, quantità, numero, geometria, spazio, tempo e movimento.

Nel 1929, è diventato direttore del Bureau International d’Education a Ginevra, lavorando con l’UNESCO.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il lavoro di Piaget non era facilmente accessibile al di fuori della Svizzera, ma ha continuato a studiare lo sviluppo cognitivo dei bambini e ha scritto diversi libri in collaborazione con altri psicologi.

Nel 1955 ha fondato il Centro Internazionale per l’Epistemologia Genetica presso l’Università di Ginevra e ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti nel corso della sua carriera.

Piaget è stato autore, collaboratore o curatore di oltre 60 libri o capitoli di libri. Ha pubblicato frequentemente su riviste professionali e ha prodotto una grande quantità di note di lezione e documenti di ricerca. La Fondazione degli Archivi Jean Piaget di Ginevra è un deposito delle sue opere. Gli scritti di Piaget sono stati tradotti in 24 lingue, estendendo la sua influenza e il suo pensiero in tutto il mondo.

Jean Piaget è morto nel 1980 a Ginevra e, secondo i necrologi del giorno, più di 3.000 persone si sono riunite al suo funerale a Ginevra per onorare la sua vita e il suo lavoro.

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Gloria Angelini
Gloria Angelini

Redattrice di State of Mind

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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