Come nascono i servizi online di terapia psicologica low cost
Nota della redazione: State of Mind è il giornale online del Gruppo Studi Cognitivi, proprietario del servizio di psicoterapia cognitivo-comportamentale inTHERAPY che opera in presenza e online.
La salute è un diritto, ma forse quella mentale lo è un po’ meno. Da sempre discutiamo di rendere istituzionale lo psicologo di base, ma alla crescente richiesta di servizi psicologici lo Stato risponde solo con soluzioni tampone temporanee (vedi bonus psicologo) anziché risposte strutturali. Tuttavia dove manca lo Stato, risponde il mercato.
Business is business e la torta da spartirsi, soprattutto dopo il Covid, è enorme: il 12% degli italiani, infatti, considera la propria salute mentale cattiva o pessima.
Nascono così i servizi online di terapia psicologica low cost. Unobravo e Serenis, attualmente i più grandi player del mercato in Italia, hanno avuto il merito di abbattere il pregiudizio che dallo psicologo ci vanno solo i pazzi, di sdoganare il sostegno psicologico e di rendere il servizio capillare e fruibile anche in quelle zone dove il SSN è carente, anche grazie all’offerta di servizi online a basso costo.
Il primo ottobre il Fatto Quotidiano ha pubblicato due articoli, uno a firma Laura Carrer e uno a firma Charlotte Matteini, che denunciano il modello economico che permette a queste piattaforme di offrire terapie a prezzi calmierati.
Tuttavia gli articoli sfiorano, ma non approfondiscono, un aspetto che per chi si interessa di attività clinica è molto rilevante: la qualità e l’efficacia delle terapie erogate.
Queste piattaforme sono in grado di garantire la qualità e l’efficacia dei servizi che erogano? Ecco alcune riflessioni a riguardo.
A ognuno il suo terapeuta: i sistemi di matching
Come viene assegnato il giusto professionista al potenziale paziente?
Innanzitutto il paziente compila un questionario informativo dove risponde a delle domande che fanno riferimento con linguaggio semplice a sintomi riconducibili ai disturbi più comuni (es. disturbi alimentari, depressione, disturbo ossessivo-compulsivo) o a difficoltà in particolari aree di vita (es. relazionali, lavorative). Al termine del questionario un algoritmo associa il paziente al professionista più adatto.
Come funziona l’algoritmo non è dato saperlo.
Infatti Laura Carrer nel suo articolo scrive:
“Unobravo parla di “valutazioni e scelte di natura analogica e ‘umanistica’” senza spiegare troppo dell’“innovativo sistema di matching” sviluppato. Questo avrebbe il compito di incrociare le “esigenze e le difficoltà evidenziate con le caratteristiche, le competenze specialistiche e le esperienze dei nostri professionisti”.
La giornalista evidenzia come anche Serenis faccia affidamento a un procedimento simile: “[…] in più incrocia le risposte anche “con lo storico dei ‘match’ precedenti”, ma non definisce di chi sarebbero le corrispondenze pregresse”.
La giornalista conclude con il sospetto che “Più che un algoritmo, sembrerebbe che le due piattaforme raccolgano risposte a questionari e le mettano in correlazione con parole chiave assegnate ai professionisti”.
Non esiste quindi una figura esperta in psicodiagnosi che integri il colloquio diagnostico con i risultati di una batteria di test validati per formulare una diagnosi e indirizzare il paziente al professionista (o ai professionisti) più adatto al suo caso; tutto è affidato alla compilazione di un questionario informativo.
Chi ti cura, lo psicologo o lo psicoterapeuta?
“Vai dallo psicologo o dal terapeuta?” è una di quelle domande a cui la maggior parte delle persone risponde “boh”.
Chi è lo psicologo
Lo psicologo è un professionista sanitario (legge 3/2018) che dopo 5 anni di università ha conseguito una Laurea in Psicologia. Si occupa di interventi per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione, riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico (legge 56/1989).
Chi è lo psicoterapeuta
Lo psicoterapeuta è uno psicologo o un medico (di solito psichiatra) che dopo la Laurea ha frequentato ulteriori 4 anni di scuola di specializzazione in psicoterapia (articolo 3 della legge 56/1989). Si occupa della cura dei disturbi.
Quindi lo psicologo non può curare alcun disturbo perché non ha gli strumenti per farlo: la teoria e i modelli di riferimento che spiegano i meccanismi di mantenimento e l’eziopatogenesi (cioè le cause e i meccanismi di azione) dei disturbi e le strategie di intervento sono forniti dal percorso di specializzazione in psicoterapia, percorso che varia a seconda dell’orientamento scelto (es. cognitivo comportamentale, sistemico-relazionale, psicodinamico, ecc.).
A questo proposito, la piattaforma Serenis dichiara sul proprio sito che il suo staff clinico è composto per il 100% da psicoterapeuti (“Ogni psicologo e ogni psicologa del nostro centro medico possiede almeno una specializzazione in psicoterapia.”), mentre Unobravo propone alla stessa tariffa i servizi erogati da psicologi, specializzandi in formazione e psicoterapeuti, figure con livelli di formazione e competenza diversi.
La scelta del tipo di professionista
Considerato che il matching paziente-professionista avviene in base alle risposte date al questionario informativo, sarebbe interessante capire sulla base di quale criterio a un paziente viene assegnato uno psicologo o uno psicoterapeuta, quindi un percorso di sostegno (di ascolto) o un percorso di cura.
Di cosa hai bisogno?
In assenza di un colloquio diagnostico, in che modo il questionario informativo è in grado di differenziare tra presenza di un disturbo da curare o di una difficoltà non clinica per cui può bastare un semplice sostegno psicologico? E qualora venga assegnato uno psicologo, il paziente è consapevole che questa figura non è in grado di curarlo, ma può solo fornire supporto?
Il rischio di abuso della professione di psicoterapeuta
La possibilità che l’attività di uno psicologo sconfini nell’ambito della psicoterapia è un rischio di cui si è spesso discusso nel settore, che ha gravi implicazioni per la salute di chi usufruisce del servizio. È come farsi operare da qualcuno che non sa come si tiene un bisturi.
Le piattaforme che offrono servizi online di supporto psicologico dovrebbero fare molta attenzione a non creare le condizioni affinché questo avvenga.
Il sito di Unobravo presenta nel suo team molti psicologi con indicato l’orientamento; si può dedurre che si tratti di specializzandi, cioè neoabilitati alla professione di psicologo che stanno frequentando la scuola di formazione, ma non l’hanno ancora completata. Tuttavia ci sono anche semplici psicologi clinici che si occupano per esempio di ansia, ipocondria e depressione, la cui eventuale cura è competenza dello psicoterapeuta.
Il supermercato della psicoterapia
Le piattaforme online che forniscono servizi di sostegno psicologico e di psicoterapia a basso costo funzionano da intermediari tra domanda e offerta di aiuto psicologico, gestendo l’invio di pazienti a centinaia di professionisti diversi, apparentemente senza che vi sia un progetto clinico alla base, una cornice teorica univoca di riferimento. Sulle piattaforme si possono trovare professionisti di ogni tipo di orientamento: dallo psicanalista al terapeuta cognitivo comportamentale, dal terapeuta sistemico relazionale al terapeuta di analisi bioenergetica.
Tutti gli orientamenti sono posti sullo stesso livello, ma da tempo numerosi autori hanno evidenziato come il famoso «verdetto di Dodo» pronunciato dallo psicologo americano S. Rosenweig nel 1936 (le psicoterapie sono tutte ugualmente efficaci, dunque tutte meritano un premio) si basi su evidenze empiriche e ragionamenti teorici che presentano notevoli criticità e ne hanno messo seriamente in discussione la sua fondatezza: non tutte le psicoterapie sono efficaci, alcune lo sono più di altre ed esistono psicoterapie più efficaci per determinati disturbi.
Per sapere quali sono le terapie psicologiche di provata efficacia raccomandate, il riferimento più autorevole è rappresentato dalle Linee guida del National Institute for Health and Care Excellence (NICE). Per esempio, nel caso di Disturbo Depressivo Maggiore o di Disturbo di Panico sono raccomandati protocolli di terapia cognitivo-comportamentale (CBT).
Il servizio è efficace?
Come può una piattaforma online che propone servizi psicologici erogati da figure professionali differenti (psicologi, specializzandi e psicoterapeuti) e da psicoterapeuti di orientamenti differenti (di alcuni dei quali l’efficacia non è stata provata) assicurare l’efficacia del trattamento?
Serenis si presenta su internet come “Noi siamo Serenis – La terapia, come si deve” e parla di “terapia online, di qualità”. Unobravo, invece, parla di “servizio d’eccellenza”.
Tuttavia non è chiaro come queste piattaforme online possano valutare sia l’efficacia dei trattamenti erogati sia l’adeguatezza degli interventi proposti dai professionisti coinvolti: non hanno un orientamento psicoterapeutico condiviso, utilizzano tecniche e strategie tra loro estremamente differenti, non esiste un protocollo terapeutico comune; tutti elementi che rendono estremamente difficoltoso raccogliere dati che siano comparabili per verificare l’efficacia del servizio clinico proposto.
Gli allarmi sulla mercificazione della professione dello psicologo
La giornalista Carrer conclude il suo articolo su Il Fatto riportando la preoccupazione del presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi David Lazzari rispetto alla crescente commercializzazione delle piattaforme di terapia online e al rischio di mercificazione della professione: “Pericolo serio, che si traduce in minore qualità della prestazione e quindi in un danno per il cittadino”. Sempre Lazzari afferma: “Quello che non potremo mai accettare, nel privato come nel pubblico, è una banalizzazione del lavoro psicologico e psicoterapeutico. Non ci sono formulette che possono sostituire uno sguardo competente sull’intera persona”.
Le piattaforme online come Unobravo e Serenis hanno intercettato un bisogno importante e crescente di assistenza psicologica, facendo da apripista nella diffusione di servizi accessibili a tutti ovunque e in qualunque momento, contribuendo a eliminare lo stigma della sofferenza psicologica. L’abbattimento del tabù della sofferenza mentale si può senza dubbio considerare un grande traguardo. Il prossimo passo è legato all’offerta di servizi clinici la cui qualità ed efficacia siano verificabili. La logica commerciale che sembra sottendere a questo tipo di servizi pone il dubbio che il lavoro dello psicologo e dello psicoterapeuta venga banalizzato, trasformato in un prodotto da vendere in regime di concorrenza, anche a scapito della qualità. E la qualità del servizio clinico offerto è un aspetto centrale assolutamente non trascurabile.
La salute mentale è una cosa seria e i grandi player hanno davvero la possibilità di fare la differenza. Da grandi poteri derivano grandi responsabilità, speriamo se lo ricordino.