Il processo di invecchiamento
Le persone oltre il 65° anno di età, vanno incontro alla cosiddetta terza età, vivendo questa fase di vita con grandi variabilità e differenze individuali: possiamo identificare persone che godono di buone condizioni di salute, socialmente attive, mentre altre persone possono manifestare maggiori difficoltà e criticità nell’affrontare l’invecchiamento (ad esempio, persone che presentano peggiori condizioni di salute, decadimento fisico e mentale, maggiore necessità di cure e accudimento).
L’invecchiamento “riferito all’uomo indica il complesso delle modificazioni cui l’individuo va incontro, nelle sue strutture e nelle sue funzioni, in relazione al progredire dell’età” (Cesa-Bianchi, 1987). Il processo di invecchiamento è un processo che interessa tutti gli esseri viventi e la cui elevata variabilità individuale è legata a un complesso di molteplici fattori (genetici, ambientali, psicologici).
Se agli albori gli studi in ambito psicologico hanno focalizzato la loro attenzione sugli aspetti disfunzionali e deficitari dell’invecchiamento, la psicologia dell’invecchiamento vuole invece adottare una prospettiva centrata sulla persona che includa anche le risorse che si possono mettere in atto in questa fase di vita. Anche in età avanzata, l’individuo mette in gioco risorse che portano a ridefinire la propria identità in funzione dei vincoli personali e ambientali che incontra. La psicologia dell’invecchiamento può supportare i cambiamenti in questa fase di vita rinforzando i fattori protettivi da mettere in campo per ridefinirsi nell’anzianità. Di fatto l’invecchiamento implica importanti cambiamenti in termini neuropsicologici, psicologici e cognitivi, a partire dal declino delle funzioni cognitive (con alterazioni strutturali e funzionali a livello cerebrale); tuttavia, la progressiva perdita di funzionalità è estremamente variabile a livello interindividuale e influenzata da componenti psicologiche, stimolazioni ambientali, interazioni con l’ambiente, eventi stressanti e stili di vita. In termini neuropsicologici, anche a livello fisiologico si riscontra un rallentamento psicosensoriale e motorio, riguardante la velocità di elaborazione cognitiva, dell’ideazione, dell’attenzione, della capacità di ragionamento, e il decadimento mnestico.
Psicologia dell’invecchiamento
La psicologia dell’invecchiamento (in inglese “Geropsychology”) è quindi una branca della psicologia che si occupa dello studio dell’invecchiamento e delle possibilità di trattamento e di servizi clinici da offrire alle persone anziane.
In termini di ricerca empirica, gli esperti di psicologia e invecchiamento studiano e approfondiscono i normali processi fisiologici legati all’invecchiamento della persona: molti studi si focalizzano sui fattori di rischio e sui fattori protettivi che possono essere correlati a disturbi psichici e al precoce decadimento delle funzioni psichiche durante l’invecchiamento. Altre ricerche hanno l’obiettivo di verificare l’efficacia di interventi finalizzati al trattamento di problematiche psicologiche e neuropsicologiche che generalmente si verificano nella terza età. D’altro canto, gli psicologi nell’ambito geriatrico giocano un ruolo importante nei processi di valutazione e diagnosi, anche nella progettazione e nello sviluppo degli strumenti di assessment neuropsicologico e psicopatologico. Oltre agli interventi che mirano a valutare e trattare le condizioni neuropsicologiche (es. demenze), come già accennato in precedenza, anche nella terza età gli individui inoltre possono incorrere in difficoltà psicologiche, che possono connotarsi anche come disturbi psicopatologici, quali ansia e depressione. Tali condizioni possono compromettere e influenzare negativamente la salute fisica e la funzionalità nella vita quotidiana nelle persone anziane, spesso ingenerando circoli viziosi tra salute fisica e psichica. Alcuni eventi che caratterizzano spesso la terza età (tra cui ad esempio diagnosi di patologie fisiche acute o croniche, disabilità fisica, assunzione di ruolo di caregiver per il proprio partner, lutti, pensionamento dal lavoro, cambiamenti nello stile di vita e nella condizione abitativa) possono esitare in sintomatologia ansioso-depressiva. L’esposizione a questo tipo di eventi durante la senescenza possono correlarsi a vissuti di solitudine e isolamento sociale, fattori di rischio ulteriori per l’esordio di disturbi depressivi e altre difficoltà psicopatologiche.
Trattare la psicopatologia nella terza età
Riguardo il trattamento, gli psicologi possono intervenire con pazienti anziani focalizzandosi sul trattamento degli aspetti disfunzionali, cercando di promuovere il benessere e migliorare la qualità della vita in questa fascia di età. Vi sono diversi contesti in cui gli psicologi offrono servizi rivolti alle persone anziane, da strutture ospedaliere, a centri clinici ambulatoriali pubblici e privati, a case di cura residenziali che prevedono maggiori livelli di assistenza, lavorando spesso all’interno di team multidisciplinari con altre figure professionali.
Se le condizioni di integrità psichica risultano mantenute e non compromesse, la psicoterapia diventa percorribile a fronte di difficoltà psichiche ed emotive che in alcune situazioni possono caratterizzarsi come veri e propri sintomi psicopatologici. I più comuni approcci psicoterapeutici attuati in questa fascia d’età includono terapie cognitivo comportamentali, psicoterapie interpersonali e psicodinamiche. Ad esempio, alcuni obiettivi terapeutici si focalizzano sulla ridefinizione di alcuni aspetti identitari nella fase di vita di invecchiamento, sull’accettazione di cambiamenti e limitazioni cui la persona va incontro e sul supporto all’autostima, sulla gestione di alcuni sintomi più connotati clinicamente quali ad esempio ansia e depressione. In alcuni casi, è opportuno considerare e attivare in combinazione alla psicoterapia quella farmacologica, per garantire trattamenti efficaci integrati di alcune condizioni sintomatiche.
Diventa fondamentale quindi identificare precocemente e dare risposta alle condizioni di criticità psichiche ed emotive, per ingenerare circoli virtuosi tra benessere fisico e mentale nell’anziano, migliorando la qualità della vita delle persone di terza età.