expand_lessAPRI WIDGET

Due componenti dell’empatia: empatia cognitiva ed affettiva

Nelle prime manifestazioni di empatia è più rilevante la dimensione affettiva, poi acquisisce importanza anche quella cognitiva fino a una fusione delle due

Di Maria Gazzotti

Pubblicato il 30 Giu. 2023

L’empatia è la capacità di capire e condividere il vissuto emotivo dell’altro. Si tratta di un costrutto multidimensionale che include diverse componenti, tra cui quelle affettiva e cognitiva (Bray et al. 2021).

Che cosa si intende per empatia?

 Il comportamento umano si basa sull’interpretazione delle azioni dell’altro, che riflette la nostra flessibilità nel mondo sociale; per poterci adattare e per sopravvivere, la cognizione sociale utilizza diversi meccanismi, tra i quali l’empatia (Reniers, 2011).

L’empatia varia negli individui ed è considerata generalmente stabile nel tempo. Nella sua forma più matura, si caratterizza come una risposta a un insieme di stimoli comprendenti il comportamento, l’espressività e tutto ciò che si conosce dell’altro. L’acquisizione di questa funzione, dato l’alto livello di complessità dei meccanismi cognitivi implicati, ha un’evoluzione graduale, che trova, in buona parte delle persone, compimento intorno ai 13 anni (Schmidt, 2015).

Da un punto di vista cognitivo l’empatia si basa sulla possibilità di comprendere il punto di vista dell’altro e spiegarsi razionalmente la sua esperienza emotiva; da un punto di vista affettivo, l’empatia permette di sperimentare in prima persona il vissuto emotivo dell’altro. Il coinvolgimento di entrambi i sistemi (cognitivo ed affettivo) permette di condividere l’esperienza interiore dell’altro, pur rimanendo consapevoli della distinzione tra le esperienze proprie e quelle degli altri (Monti, 2015).

Le componenti dell’empatia

I modelli teorici sull’empatia prevedono che essa sia formata da diverse componenti. Vediamone alcuni esempi.

Il modello di Hoffman

Il modello elaborato da Hoffman nel 2008 fornisce una descrizione dello sviluppo dell’empatia articolato e complesso. Hoffmann non la considera come qualcosa di unitario, ma propone un modello a tre componenti: affettiva, cognitiva e motivazionale.

Secondo Hoffman l’empatia si manifesta fin dai primi giorni di vita e, nelle primissime manifestazioni empatiche, il ruolo di maggior rilevanza è rivestito dalla dimensione affettiva, mentre la dimensione cognitiva è pressoché assente.

Procedendo nello sviluppo, la componente cognitiva acquisisce un’importanza crescente e si fonde sempre di più con quella affettiva, permettendo lo sviluppo di forme più evolute di empatia.

Oltre alla componente cognitiva e a quella affettiva, secondo Hoffman è presente nell’esperienza empatica un terzo fattore: la componente motivazionale. L’esperienza di empatizzare con una persona che sta soffrendo, infatti, rappresenterebbe una motivazione per mettere in atto comportamenti di aiuto: condividendo l’emozione dell’altro, soccorrerlo fa provare a chi aiuta uno stato di benessere, mentre la scelta opposta potrebbe portare con sé un senso di colpa.

Il modello di Blair

Il modello di Blair (2005) distingue tra tre componenti dell’empatia: cognitiva, affettiva e motoria.

  • Componente cognitiva: l’individuo si rappresenta lo stato mentale di un altro e i suoi processi mentali.
  • Componente emotiva: la risposta all’espressione emotiva dell’altro (es. il pianto) e la risposta ad altri stimoli emotivi (es. venire a sapere del lutto subito da un amico). Include una risposta emotiva.
  • Componente motoria: l’azione che riflette le risposte emotive della persona osservata.

Componente cognitiva e componente affettiva

Aspetto condiviso dai diversi autori è che l’empatia è formata da una componente cognitiva e da una affettiva.

 La componente cognitiva corrisponde alla comprensione dell’esperienza dell’altro e richiede che l’informazione sia mantenuta nella mente e manipolata per giungere ad una comprensione delle informazioni in entrata.

La componente emotiva invece, richiede il riconoscimento dell’emozione altrui sulla base dell’espressione facciale, del linguaggio del corpo e della voce. Questo suscita una risposta emotiva alla situazione che l’altro sta vivendo e l’identificazione dello stato emotivo altrui.

Entrambe le componenti sono processi necessari ma distinti per rendere possibile la risposta empatica (Reniers, 2011).

Le basi neurali dell’empatia

Quando consideriamo la componente affettiva dell’empatia, l’enfasi è tipicamente posta sul vivere gli stati emotivi degli altri consapevolmente, il che implica una distinzione sé-altro, nonché una comprensione della provenienza dell’esperienza emotiva. Menon e Uddin (2010) suggeriscono che la consapevolezza emotiva si verifichi perché l’insula crea una rappresentazione delle emozioni positive e negative integrando le stimolazioni ambientali con sensazioni corporee.

La componente cognitiva dell’empatia si basa invece sull’attribuire stati emotivi agli altri e identificarsi con uno stato mentale altrui. Richiama parzialmente i meccanismi di fondo della teoria della mente. Le regioni cerebrali più comunemente associate con la teoria della mente sono la corteccia prefrontale dorso mediale (dmPFC) e la giunzione temporoparietale (TPJ) (Schmiedt, 2015).

 

Si parla di:
Categorie
SCRITTO DA
Maria Gazzotti
Maria Gazzotti

Redattrice di State of Mind

Tutti gli articoli
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • A cura di Carola Benelli & Chiara La Spina. Empatia. State of Mind.
  • Blair, J., Mitchell, D., & Blair, K. (2005). The psychopath: Emotion and the brain. Blackwell Publishing.
  • Bray, K. O., Anderson, V., Pantelis, C., Pozzi, E., Schwartz, O. S., Vijayakumar, N., ... & Whittle, S. (2021). Associations between cognitive and affective empathy and internalizing symptoms in late childhood. Journal of Affective Disorders, 290, 245-253.
  • Monte, F. (2015). La dissociazione tra empatia cognitiva ed affettiva nel disturbo borderline di personalità. State of Mind.
  • Puig-Davi, A., Martinez-Horta, S., Sampedro, F., Horta-Barba, A., Perez-Perez, J., Campolongo, A., ... & Kulisevsky, J. (2021). Cognitive and Affective Empathy in Huntington’s Disease. Journal of Huntington's Disease, 10(3), 323-334.
  • Reniers, R. L., Corcoran, R., Drake, R., Shryane, N. M., & Völlm, B. A. (2011). The QCAE: A questionnaire of cognitive and affective empathy. Journal of personality assessment, 93(1), 84-95.
  • Schmiedt (2015). Empatia cognitiva o affettiva: differenze di densità della materia grigia. State of Mind.
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Insight: la relazione tra consapevolezza della propria malattia ed empatia
Quando l’empatia porta all’insight

L’insight, inteso come l’essere consapevoli del proprio stato psicologico, sembra richiedere empatia e mancare spesso in alcune condizioni psichiatriche

ARTICOLI CORRELATI
Neuroni specchio: la chiave per comprendere l’empatia e l’imitazione

I neuroni specchio svolgono un ruolo cruciale, consentendo di imitare azioni, comprendere gli stati mentali altrui e formare legami sociali

Psicopatia ed empatia: il possibile ruolo del testosterone
L’empatia nella Psicopatia: che ruolo ha il testosterone?

Viste le differenze di genere nella prevalenza e gravità della Psicopatia, i ricercatori hanno mostrato un crescente interesse per il ruolo del testosterone

WordPress Ads
cancel