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Neuropsicologia delle psicosi (2023) di Severin, Prior e Sartori – Recensione

"Neuropsicologia delle psicosi" si concentra sui disturbi cognitivi nel paziente schizofrenico, spesso anche più invalidanti dei sintomi positivi

Di Alberto Vito

Pubblicato il 18 Mag. 2023

Il volume “Neuropsicologia delle psicosi. Modelli e interventi cognitivi” è suddiviso in due parti: come recita il sottotitolo, la prima è dedicata ai modelli teorici e la seconda agli interventi specifici nel complesso ambito dei disturbi cognitivi nel paziente psicotico.

 

 Si inizia con un breve capitolo introduttivo dove sono riportati gli essenziali cenni storici sugli studi relativi alla schizofrenia, a partire da Kraepelin nell’Ottocento, per giungere a presentare i sintomi e i criteri diagnostici attuali per la schizofrenia, secondo il DSM-5.

Nel capitolo successivo viene descritto il modello neuropsicologico, dando spazio all’analisi dei disturbi cognitivi nel paziente schizofrenico, nella consapevolezza che l’alterazione cognitiva presente in tale patologia è molto più invalidante dei sintomi positivi.

Dal terzo capitolo si entra nel vivo dell’analisi dei disturbi cognitivi maggiori, suddivisi in: memoria, attenzione, linguaggio e aspetti comunicativi, percezione visuo-spaziale, intelligenza, con il confronto tra gravità clinica e quoziente intellettivo, e funzioni motorie, ove possono comparire un’eterogeneità di deficit. In queste pagine sono anche presentati i principali modelli, sia neuro-anatomici che cognitivi, che hanno provato a dare una spiegazione scientifica dei sintomi presenti nella schizofrenia. Dal punto di vista neuro-anatomico la schizofrenia è stata studiata sia come alterazione del sistema fronto-striato talamico che come alterazione del sistema fronto-temporale, mentre tra i modelli cognitivi sono citati quelli di Cohen e soprattutto quello di Frith, a cui è dedicato un paragrafo.

Si passa poi alla descrizione dei modelli che prendono in esame la teoria della mente applicata al disturbo psicotico. Con questa espressione si fa riferimento alla capacità cognitiva di rappresentare gli stati mentali propri e altrui, oltre che la capacità di attribuire pensieri, emozioni, intenzioni e credenze agli altri, andando oltre le spiegazioni personali. Come è noto, anche la comprensione delle metafore e dell’ironia possono risultare spesso compromesse in tali pazienti, ma pare che non vi sia correlazione neuro-cognitiva accertata tra queste due diverse competenze.

Infine, un capitolo è dedicato all’utilizzo delle moderne tecniche di brain imaging che consentono, in questa e in altre situazioni cliniche, non solo di approfondire le basi neuronali della malattia, ma anche di comprendere molto meglio quali aree cerebrali siano danneggiate. Comunque, nonostante i promettenti risultati già ottenuti, siamo tuttora lontani da una piena comprensione dei fattori neuro-anatomici della malattia, anche se è lecito attendersi dai progressi nell’ambito del neuroimaging, contributi significativi per una migliore comprensione della patologia, anche per proporre più adeguate strategie di trattamento.

 La seconda parte del volume è invece dedicata alla descrizione dei training specifici per i pazienti affetti da tale patologia psichica, suddivisi in training cognitivi e meta-cognitivi. Gli autori del testo concordano con un orientamento, ormai largamente condiviso, secondo cui è indispensabile affiancare alle terapia farmacologiche, solo parzialmente efficaci, programmi riabilitativi volti a migliorare non solo le performance cognitive ma anche la qualità globale della vita quotidiana dei pazienti.

Gli interventi cognitivi sono divisi in due tipologie principali: compensatori, focalizzati sul mettere in risalto le abilità residue, e riparativi o ristorativi, che mirano alla correzione delle disfunzioni cognitive, mediante esercizi che poggiano anche sul concetto più recente di “plasticità neurale”. Particolare e esteso spazio viene dato alla descrizione del Training Metacognitivo elaborato da Morit e Wooward nel 2007 e appositamente disegnato per i pazienti schizofrenici. Esso si attua mediante sessioni di gruppo in quanto il confronto, sia con i pari che con gli operatori, si rivela un fattore essenziale in tale procedura. La metodologia è costruita in 8 moduli che affrontano le principali distorsioni cognitive che si riscontrano in tale quadro clinico.

In sintesi, il volume è scritto in modo estremamente chiaro e comprensibile, fornendo un’agile panoramica d’insieme sullo stato dell’arte nell’ambito neuropsicologico dello studio delle psicosi. Estesa la bibliografia, sebbene siano davvero pochissimi i riferimenti ad autori italiani. Ovviamente, chi volesse approfondire questo specifico settore di studio, dovrà ampliare le proprie letture, anche a partire dai riferimenti teorici presenti nel testo.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Severin A, Prior M., Sartori G.  (2023), Neuropsicologia delle psicosi. Modelli e interventi cognitivi, Carocci Editore, Roma, pp. 175.
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