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Le credenze metacognitive ed i problemi interpersonali

Lo studio di Nordahl et al., 2021 ha avuto come scopo la valutazione delle credenze metacognitive in associazione ai problemi interpersonali

Di Francesca Andrei Mitroi

Pubblicato il 30 Mar. 2023

Aggiornato il 27 Nov. 2023 11:28

I problemi interpersonali sono una delle caratteristiche principali dei disturbi di personalità (Hopwood et al., 2013; Wilson et al., 2017) e sono comuni anche nei disturbi dell’Asse I, come i disturbi d’ansia (Tonge et al., 2020), il disturbo da stress post-traumatico (Elmi & Clapp, 2021), o il disturbo depressivo maggiore (Bird et al., 2018). 

I fattori associati alle problematiche interpersonali

Ci sono numerosi fattori che possono contribuire al mantenimento delle problematiche relazionali; uno di questi risulta essere il disagio emotivo (Grant et al., 2013; Hepp et al., 2017), associato ad una ridotta capacità di gestire gli affetti negativi ed i fattori di stress. Rispetto ad una prospettiva evolutiva, una revisione sistematica ha riscontrato un’associazione tra l’attaccamento adulto, in particolare quello evitante ed ansioso e le problematiche interpersonali (Hayden et al., 2017).

Anche i tratti di personalità sono risultati essere collegati; attraverso l’utilizzo delle cinque dimensioni del Big-5 (Nevroticismo, Estroversione, Apertura all’esperienza, Amicalità e Coscienziosità) il nevroticismo si è visto essere correlato positivamente, mentre l’estroversione e l’apertura all’esperienza hanno mostrato una associazione negativa (Nysæter et al., 2009).

Il modello metacognitivo e la psicopatologia

Il modello metacognitivo dei disturbi psicologici (Wells, 2019; Wells & Matthews, 1994) presuppone che i problemi interpersonali ed i disturbi emotivi siano causati da un modello di elaborazione e di auto-regolazione, definito sindrome cognitiva attentiva (CAS), caratterizzato da pensieri negativi perseveranti ed intrusivi come preoccupazione, ruminazione, monitoraggio delle minacce e comportamenti di coping (intenti a fronteggiare una determinata situazione/stato emotivo) disfunzionali. Le credenze metacognitive sono la risultante di distorsioni nel sistema di controllo metacognitivo e si sono viste essere alla base di differenti psicopatologie. In particolare, le credenze metacognitive negative sull’incontrollabilità e la pericolosità delle cognizioni compromettono l’autoregolazione contribuendo ad interpretazioni negative degli eventi (Wells, 2009). La terapia metacognitiva si è vista essere un trattamento efficace sia per i disturbi d’ansia che per il disturbo depressivo (Normann & Morina, 2018) e si è mostrata impattare positivamente anche sui problemi interpersonali. Nonostante questo, l’associazione diretta tra credenze metacognitive e problemi interpersonali non è ancora stata testata.

Credenze metacognitive e problematiche interpersonali

Per questo, lo studio pubblicato nel 2021 (Nordahl et al., 2021), basandosi sui risultati ottenuti dalle ricerche precedenti, ha avuto come scopo la valutazione delle credenze metacognitive in associazione ai problemi interpersonali, controllando anche variabili quali l’attaccamento adulto e le dimensioni di personalità del Big-5, per cercare di identificare i fattori psicologici implicati nel modello metacognitivo.

Per la valutazione di queste variabili il progetto di ricerca ha preso in considerazione nel complesso 296 studenti universitari di psicologia ancora non laureati.

 Dai risultati è emersa un’associazione significativa tra tutte le sottoscale delle metacredenze ed i problemi interpersonali. In particolare, le credenze negative riguardanti l’incontrollabilità e la paura del rimuginio, a conferma delle ricerche precedenti, sono state riportate essere quelle maggiormente relazionate alla gravità dei problemi interpersonali.

Nonostante ciò, lo studio sottolinea il contributo delle credenze positive, dei bassi livelli di fiducia nella cognizione (ad esempio nella memoria) e degli alti livelli di consapevolezza sui propri processi di pensiero (consapevolezza delle proprie cognizioni) rispetto alle problematiche interpersonali.

Per quanto riguarda le dimensioni di personalità del Big-5, a conferma delle ricerche precedenti che sottolineano l’associazione tra alti livelli di coscienziosità e minori problematiche in ambito interpersonale (Du et al., 2021), solo la coscienziosità è risultata essere collegata negativamente ed indipendentemente; inoltre, questo dato ci indica che le metacognizioni potrebbero avere un impatto maggiore sul funzionamento interpersonale rispetto alle dimensioni di personalità.

Rispetto all’attaccamento adulto, lo stile maggiormente associato alle problematiche relazionali è risultato essere quello evitante, mentre per quanto riguarda le metacredenze disfunzionali, sono emerse delle correlazioni con gli attaccamenti insicuri; in particolare le credenze metacognitive positive, quelle negative e la fiducia cognitiva si sono mostrate essere relazionate a tutti e tre gli stili di attaccamento insicuro. Queste osservazioni sono state riportare anche da articoli precedenti (Myers & Wells, 2015) che, oltre a confermare queste associazioni, supportavano la richiesta di studi che andassero ad indagare ulteriormente l’attaccamento adulto nel modello delle metacredenze. Gli obiettivi principali della terapia metacognitiva sono la modificazione delle credenze metacognitive e la regolazione di queste ultime (Wells, 2009); studi precedenti (Wells, 2009) hanno mostrato che la terapia metacognitiva (MCT) è associata a miglioramenti in ambito relazionale nei pazienti con disturbi d’ansia, depressione e disturbo borderline di personalità, nonostante non miri direttamente al miglioramenti di quest’area; l’attuale studio (Nordahl et al., 2021) ha dimostrato che la MCT,  agendo sulle metacredenze, un’area che dai risultati si è riscontrata essere associata alle problematiche interpersonali, potrebbe essere efficace sia per quanto riguarda la riduzione della sintomatologia psicopatologica, sia per il miglioramento dell’area relazionale.

Conclusioni

In generale lo studio ha ampliato le conoscenze del modello metacognitivo relazionandolo anche al dominio interpersonale e riscontrando numerose associazioni tra le sottoscale delle metacredenze disfunzionali, l’attaccamento insicuro e le problematiche interpersonali. Nonostante ciò, sono necessari nuovi studi per la conferma e l’ampliamento di questi dati; infatti sarebbe interessante andare ad indagare queste dinamiche su un campione clinico di pazienti con disturbi di personalità oppure condurre studi longitudinali per la valutazione delle relazioni temporali.

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