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L’autosabotaggio nelle relazioni sentimentali

L'autosabotaggio può essere usato come tecnica di autoprotezione, che porta però a pattern di comportamenti maladattivi nelle relazioni

Di Francesca Andrei Mitroi

Pubblicato il 25 Nov. 2022

Autosabotaggio è un termine che si riferisce alle azioni che gli individui mettono in atto per impedire il proprio successo, per sottrarsi allo sforzo o per giustificare un fallimento. 

 

Autostima e autosabotaggio

L’autosabotaggio è una strategia cognitiva che ha come obiettivo generale l’autoprotezione per salvaguardare la propria autostima e l’immagine di sé (Berglas & Jones, 1978; Rhodewalt, 1990; Smith et al., 1982).

Nel 1978 (Berglas & Jones, 1978) è stato mostrato per la prima volta da due studiosi che, quando un individuo si trova a fronteggiare una situazione che rappresenta una minaccia per il concetto di sé, può agire manipolando l’esito degli eventi al fine di garantire l’autoprotezione. Evidenze recenti (Arndt et al., 2002; Ferradás et al., 2018; Schwinger et al., 2014) suggeriscono che gli individui inclini all’autoprotezione attraverso l’autosabotaggio mostrano tratti come una bassa autostima, oltre a un elevato senso difensivo e di impotenza.

L’autostima è un concetto di sé che dipende fortemente dalla validazione sociale; questo sembra essere particolarmente vero in associazione con le pratiche di autosabotaggio. In generale, sia gli individui con bassa autostima che quelli con alta autostima possono sperimentare la necessità di autosabotarsi e questo è dovuto dal rinforzo immediato e momentaneo dato dalle tecniche di autosabotaggio (Rhodewalt, 2008). Nonostante ciò gli individui che mettono in atto l’autosabotaggio rispetto a quelli che non lo fanno (Feick & Rhodewalt, 1997) sperimentano un minore declino dell’autostima quando sono esposti al fallimento e un aumento dell’autostima quando sono esposti al successo.

Un altro concetto fortemente influenzato dalle interazioni sociali è rappresentato dalla modalità di presentazione del sé. Nel 2003 (Hewitt et al., 2003), si è rilevato che gli individui che mostrano un approccio perfezionistico durante la presentazione di sé hanno maggiori probabilità di essere socialmente ansiosi e di autosabotarsi. Infatti, la tendenza all’autosabotaggio sembra verificarsi principalmente a causa della preoccupazione per la valutazione altrui, fortemente correlata alla bassa autostima e alle considerazioni del sé negative (Strube, 1986). Pertanto, l’autopromozione perfezionistica e la mancata esibizione dell’imperfezione sono strategie difensive che possono portare a comportamenti autolesionistici.

Autosabotaggio e attaccamento

Post nel 1988 (Post, 1988) ha proposto l’utilizzo del termine “autosabotaggio” per spiegare le espressioni comportamentali di individui che affrontano lotte intrapersonali e interpersonali che sono il risultato di uno stile di attaccamento insicuro e di obiettivi conflittuali. Nell’ambito delle relazioni, l’attaccamento si esprime come un compito orientato all’obiettivo di attrarre la prossimità e di evitare la separazione con un altro individuo significativo  (Bowlby, 1969, 1980; Davis, 1973). Gli individui che non presentano un attaccamento sicuro non riescono a fidarsi dell’altro e conseguentemente sono mossi dalla necessità di mettere in atto strategie di autoprotezione. Rusk e Rothbaum nel 2010 hanno unito i quadri dell’attaccamento e dell’orientamento agli obiettivi per spiegare teoricamente come i modelli di attaccamento insicuro e le visioni insicure delle relazioni possono innescare strategie difensive negli individui e conseguentemente portare a relazioni disfunzionali (Rusk & Rothbaum, 2010). I momenti stressanti presenti nelle relazioni attivano il sistema di attaccamento dell’individuo, che a sua volta determina il modo di rispondere alle situazioni e di fissare obiettivi. L’attaccamento insicuro può portare a rispondere in maniera maladattiva fissando obiettivi di autovalidazione supportati dalle strategie difensive: un esempio di obiettivo di autovalidazione potrebbe essere quello di evitare nuove relazioni per prevenire di essere feriti. In altre parole, le strategie difensive possono diventare autosabotanti e di conseguenza ostacolare le possibilità di successo di una relazione.

L’obiettivo dello studio condotto nel 2019 da Peel e colleghi (2019) è stato quello di definire il fenomeno dell’autosabotaggio e di identificare i principali problemi che contribuiscono all’autosabotaggio nelle relazioni romantiche, individuando i comportamenti autosabotanti rappresentativi.

Autosabotaggio nelle relazioni

Un primo dato riguarda la motivazione degli individui a utilizzare l’autosabotaggio come tecnica di autoprotezione; si tratta di un dato atteso, basato sulle evidenze delle teorie dell’autoprotezione e dell’attaccamento. Sembra infatti che gli individui con attaccamento insicuro siano più motivati ad autoproteggersi piuttosto che a formare legami affettivi stretti. Specificatamente, l’attaccamento insicuro può predire obiettivi autodifensivi per evitare l’intimità e raggiungere autocontrollo, fiducia in sé stessi e distanza dagli altri (Mikulincer et al., 1998; Rom & Mikulincer, 2003). Questo dato è complicato dal fatto che queste tecniche possono portare gli individui a formare pattern di comportamenti maladattivi da utilizzare nelle relazioni (Rusk & Rothbaum, 2010), che risultano essere difficili da eliminare. Le evidenze, comparando i risultati degli individui con attaccamento insicuro e sicuro, hanno rilevato che gli individui con attaccamento insicuro sono più propensi a percepire i comportamenti dei partners in maniera negativa; questo sembra essere dovuto agli schemi di pensieri maladattivi e ai risultanti comportamenti che ne derivano, che possono di fatto sabotare le possibilità di un individuo di intraprendere o mantenere una relazione a lungo termine (Descutner & Thelen, 1991; Downey & Feldman, 1996; Feeney & Noller, 1990; Wei & Ku, 2007). Gli schemi di pensiero maladattivi forniscono una spiegazione riguardo al come e al perché gli individui fissano obiettivi per le loro attuali e successive relazioni. Le aspettative, infatti, sembrano influenzare il modo in cui gli individui si comportano in una relazione. Una meta analisi condotta nel 2010 (Le et al., 2010) conferma che sia i fattori individuali, come l’attaccamento insicuro, che i fattori relazionali, come i problemi di impegno, l’insoddisfazione, il conflitto e la mancanza di fiducia possono contribuire allo scioglimento delle relazioni. Altri due ostacoli nel mantenimento delle relazioni riguardano la capacità di regolazione del rischio e la mancanza di equilibrio tra i fattori di stress nelle relazioni (Le et al., 2010).

Complessivamente, si potrebbe sostenere che gli individui che utilizzano l’autosabotaggio hanno una visione insicura delle relazioni e, per quanto possano fare di tutto per mantenerle (Ayduk, Downey, & Kim, 2001), il fallimento è un risultato atteso (Rusk & Rothbaum, 2010); questo, conseguentemente, porta gli individui a garantirsi una vittoria se la relazione sopravvive nonostante le strategie difensive, ma a una conferma riguardo alle convinzioni e alle credenze negative sulle relazioni se la relazione fallisce.

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