
Autosabotaggio è un termine che si riferisce alle azioni che gli individui mettono in atto per impedire il proprio successo, per sottrarsi allo sforzo o per giustificare un fallimento.
Autostima e autosabotaggio
L’autosabotaggio è una strategia cognitiva che ha come obiettivo generale l’autoprotezione per salvaguardare la propria autostima e l’immagine di sé (Berglas & Jones, 1978; Rhodewalt, 1990; Smith et al., 1982).
Nel 1978 (Berglas & Jones, 1978) è stato mostrato per la prima volta da due studiosi che, quando un individuo si trova a fronteggiare una situazione che rappresenta una minaccia per il concetto di sé, può agire manipolando l’esito degli eventi al fine di garantire l’autoprotezione. Evidenze recenti (Arndt et al., 2002; Ferradás et al., 2018; Schwinger et al., 2014) suggeriscono che gli individui inclini all’autoprotezione attraverso l’autosabotaggio mostrano tratti come una bassa autostima, oltre a un elevato senso difensivo e di impotenza.
L’autostima è un concetto di sé che dipende fortemente dalla validazione sociale; questo sembra essere particolarmente vero in associazione con le pratiche di autosabotaggio. In generale, sia gli individui con bassa autostima che quelli con alta autostima possono sperimentare la necessità di autosabotarsi e questo è dovuto dal rinforzo immediato e momentaneo dato dalle tecniche di autosabotaggio (Rhodewalt, 2008). Nonostante ciò gli individui che mettono in atto l’autosabotaggio rispetto a quelli che non lo fanno (Feick & Rhodewalt, 1997) sperimentano un minore declino dell’autostima quando sono esposti al fallimento e un aumento dell’autostima quando sono esposti al successo.
Un altro concetto fortemente influenzato dalle interazioni sociali è rappresentato dalla modalità di presentazione del sé. Nel 2003 (Hewitt et al., 2003), si è rilevato che gli individui che mostrano un approccio perfezionistico durante la presentazione di sé hanno maggiori probabilità di essere socialmente ansiosi e di autosabotarsi. Infatti, la tendenza all’autosabotaggio sembra verificarsi principalmente a causa della preoccupazione per la valutazione altrui, fortemente correlata alla bassa autostima e alle considerazioni del sé negative (Strube, 1986). Pertanto, l’autopromozione perfezionistica e la mancata esibizione dell’imperfezione sono strategie difensive che possono portare a comportamenti autolesionistici.
Autosabotaggio e attaccamento
Post nel 1988 (Post, 1988) ha proposto l’utilizzo del termine “autosabotaggio” per spiegare le espressioni comportamentali di individui che affrontano lotte intrapersonali e interpersonali che sono il risultato di uno stile di attaccamento insicuro e di obiettivi conflittuali. Nell’ambito delle relazioni, l’attaccamento si esprime come un compito orientato all’obiettivo di attrarre la prossimità e di evitare la separazione con un altro individuo significativo (Bowlby, 1969, 1980; Davis, 1973). Gli individui che non presentano un attaccamento sicuro non riescono a fidarsi dell’altro e conseguentemente sono mossi dalla necessità di mettere in atto strategie di autoprotezione. Rusk e Rothbaum nel 2010 hanno unito i quadri dell’attaccamento e dell’orientamento agli obiettivi per spiegare teoricamente come i modelli di attaccamento insicuro e le visioni insicure delle relazioni possono innescare strategie difensive negli individui e conseguentemente portare a relazioni disfunzionali (Rusk & Rothbaum, 2010). I momenti stressanti presenti nelle relazioni attivano il sistema di attaccamento dell’individuo, che a sua volta determina il modo di rispondere alle situazioni e di fissare obiettivi. L’attaccamento insicuro può portare a rispondere in maniera maladattiva fissando obiettivi di autovalidazione supportati dalle strategie difensive: un esempio di obiettivo di autovalidazione potrebbe essere quello di evitare nuove relazioni per prevenire di essere feriti. In altre parole, le strategie difensive possono diventare autosabotanti e di conseguenza ostacolare le possibilità di successo di una relazione.
L’obiettivo dello studio condotto nel 2019 da Peel e colleghi (2019) è stato quello di definire il fenomeno dell’autosabotaggio e di identificare i principali problemi che contribuiscono all’autosabotaggio nelle relazioni romantiche, individuando i comportamenti autosabotanti rappresentativi.
Autosabotaggio nelle relazioni
Messaggio pubblicitario Un primo dato riguarda la motivazione degli individui a utilizzare l’autosabotaggio come tecnica di autoprotezione; si tratta di un dato atteso, basato sulle evidenze delle teorie dell’autoprotezione e dell’attaccamento. Sembra infatti che gli individui con attaccamento insicuro siano più motivati ad autoproteggersi piuttosto che a formare legami affettivi stretti. Specificatamente, l’attaccamento insicuro può predire obiettivi autodifensivi per evitare l’intimità e raggiungere autocontrollo, fiducia in sé stessi e distanza dagli altri (Mikulincer et al., 1998; Rom & Mikulincer, 2003). Questo dato è complicato dal fatto che queste tecniche possono portare gli individui a formare pattern di comportamenti maladattivi da utilizzare nelle relazioni (Rusk & Rothbaum, 2010), che risultano essere difficili da eliminare. Le evidenze, comparando i risultati degli individui con attaccamento insicuro e sicuro, hanno rilevato che gli individui con attaccamento insicuro sono più propensi a percepire i comportamenti dei partners in maniera negativa; questo sembra essere dovuto agli schemi di pensieri maladattivi e ai risultanti comportamenti che ne derivano, che possono di fatto sabotare le possibilità di un individuo di intraprendere o mantenere una relazione a lungo termine (Descutner & Thelen, 1991; Downey & Feldman, 1996; Feeney & Noller, 1990; Wei & Ku, 2007). Gli schemi di pensiero maladattivi forniscono una spiegazione riguardo al come e al perché gli individui fissano obiettivi per le loro attuali e successive relazioni. Le aspettative, infatti, sembrano influenzare il modo in cui gli individui si comportano in una relazione. Una meta analisi condotta nel 2010 (Le et al., 2010) conferma che sia i fattori individuali, come l’attaccamento insicuro, che i fattori relazionali, come i problemi di impegno, l’insoddisfazione, il conflitto e la mancanza di fiducia possono contribuire allo scioglimento delle relazioni. Altri due ostacoli nel mantenimento delle relazioni riguardano la capacità di regolazione del rischio e la mancanza di equilibrio tra i fattori di stress nelle relazioni (Le et al., 2010).
Complessivamente, si potrebbe sostenere che gli individui che utilizzano l’autosabotaggio hanno una visione insicura delle relazioni e, per quanto possano fare di tutto per mantenerle (Ayduk, Downey, & Kim, 2001), il fallimento è un risultato atteso (Rusk & Rothbaum, 2010); questo, conseguentemente, porta gli individui a garantirsi una vittoria se la relazione sopravvive nonostante le strategie difensive, ma a una conferma riguardo alle convinzioni e alle credenze negative sulle relazioni se la relazione fallisce.
Consigliato dalla redazione
L’effetto della sensibilità al rifiuto sulla paura dell’intimità nei giovani adulti
Bibliografia
- Arndt, J., Schimel, J., Greenberg, J., & Pyszczynski, T. (2002). The Intrinsic Self and Defensiveness: Evidence that Activating the Intrinsic Self Reduces Self-Handicapping and Conformity. Personality and Social Psychology Bulletin, 28(5), 671–683.
- Berglas, S., & Jones, E. E. (1978). Drug choice as a self-handicapping strategy in response to noncontingent success. Journal of Personality and Social Psychology, 36(4), 405–417.
- Bowlby, J. (1969). Attachment and loss. Hogarth P.; Institute of Psycho-Analysis.
- Bowlby, J. (1980). Attachment and Loss: Loss: Sadness and depression. Basic Books.
- Davis, D. R. (1973). Separation, Anxiety and Anger (Volume Two of Attachment and Loss). By John Bowlby. London: The Hogarth Press and The Institute of Psychoanalysis. 1973. Pp. xviii+430. Index 13 pp. British Journal of Psychiatry, 123(576), 600–601.
- Descutner, C. J., & Thelen, M. H. (1991). Development and validation of a Fear-of-Intimacy Scale. Psychological Assessment: A Journal of Consulting and Clinical Psychology, 3(2), 218–225.
- Downey, G., & Feldman, S. I. (1996). Implications of rejection sensitivity for intimate relationships. Journal of Personality and Social Psychology, 70(6), 1327–1343.
- Feeney, J. A., & Noller, P. (1990). Attachment style as a predictor of adult romantic relationships. Journal of Personality and Social Psychology, 58(2), 281–291.
- Feick, D. L., & Rhodewalt, F. (1997). The Double-Edged Sword of Self-Handicapping: Discounting, Augmentation, and the Protection and Enhancement of Self-Esteem. Motivation and Emotion, 21(2), 147–163.
- Ferradás, M.-M., Freire, C., Rodríguez-Martínez, S., & Piñeiro-Aguín, I. (2018). Perfiles de self-handicapping y autoestima y su relación con las metas de logro. Anales de Psicología, 34(3), 545–554.
- Hewitt, P. L., Flett, G. L., Sherry, S. B., Habke, M., Parkin, M., Lam, R. W., McMurtry, B., Ediger, E., Fairlie, P., & Stein, M. B. (2003). The interpersonal expression of perfection: Perfectionistic self-presentation and psychological distress. Journal of Personality and Social Psychology, 84(6), 1303–1325.
- Le, B., Dove, N. L., Agnew, C. R., Korn, M. S., & Mutso, A. A. (2010). Predicting nonmarital romantic relationship dissolution: A meta-analytic synthesis. Personal Relationships, 17(3), 377–390.
- Mikulincer, M., Orbach, I., & Iavnieli, D. (1998). Adult attachment style and affect regulation: Strategic variations in subjective self–other similarity. Journal of Personality and Social Psychology, 75(2), 436–448.
- Peel, R., Caltabiano, N., Buckby, B., & McBain, K. (2019). Defining Romantic Self-Sabotage: A Thematic Analysis of Interviews With Practising Psychologists. Journal of Relationships Research, 10, e16.
- Post, R. D. (1988). Self-Sabotage Among Successful Women. Psychotherapy in Private Practice, 6(3), 191–205. https://doi.org/10.1300/J294v06n03_29
- Rhodewalt, F. (1990). Self-Handicappers. In R. L. Higgins, C. R. Snyder, & S. Berglas, Self-Handicapping (pp. 69–106). Springer US.
- Rhodewalt, F. (2008). Self-Handicapping: On the Self-Perpetuating Nature of Defensive Behavior: Self-Handicapping. Social and Personality Psychology Compass, 2(3), 1255–1268.
- Rom, E., & Mikulincer, M. (2003). Attachment theory and group processes: The association between attachment style and group-related representations, goals, memories, and functioning. Journal of Personality and Social Psychology, 84(6), 1220–1235.
- Rusk, N., & Rothbaum, F. (2010). From Stress to Learning: Attachment Theory Meets Goal Orientation Theory. Review of General Psychology, 14(1), 31–43.
- Schwinger, M., Wirthwein, L., Lemmer, G., & Steinmayr, R. (2014). Academic self-handicapping and achievement: A meta-analysis. Journal of Educational Psychology, 106(3), 744–761.
- Smith, T. W., Snyder, C. R., & Handelsman, M. M. (1982). On the self-serving function of an academic wooden leg: Test anxiety as a self-handicapping strategy. Journal of Personality and Social Psychology, 42(2), 314–321.
- Strube, M. J. (1986). An Analysis of the Self-Handicapping Scale. Basic and Applied Social Psychology, 7(3), 211–224.
- Wei, M., & Ku, T.-Y. (2007). Testing a conceptual model of working through self-defeating patterns. Journal of Counseling Psychology, 54(3), 295–305.