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Procedure e strumenti di autoterapia umoristica (2022) – Recensione

"Procedure e Strumenti di autoterapia umoristica" è uno strumento utile ed efficace per la condivisione con i pazienti e per gli specializzandi CBT

Di Stefania Righini

Pubblicato il 30 Mar. 2023

Ridi che ti passa. Approfondimenti sul libro “Procedure e strumenti di autoterapia umoristica” di Antonio Scarinci, Giovanni Maria Ruggiero, Lorenzo Recanatini e Valentina Carloni.

 

 Antonio (Scarinci, insieme a Giovanni Maria Ruggiero, Valentina Carloni e Lorenzo Recanatini) ha scritto un altro libro, dove trovi il tempo non è dato sapere, risponderebbe con la consueta leggerezza, minimizzando. Lo apro pensando al privilegio di aver percorso ben otto anni di strada insieme a lui, mio Didatta e Maestro, e vedo la dedica a Roberto Lorenzini, con il quale non ho mai avuto la fortuna di parlare di persona, ma che, come dice la dedica, mi ha sicuramente formata alla psicoterapia ed alla vita. Mi piace molto raccontare di aver fatto colazione con lui, a sua insaputa, per molti anni, e credo che sorriderebbe al pensiero che, a sua insaputa, c’è invece chi ha ottenuto un attico vista Colosseo; ad ognuno il suo, direbbe, credo. Leggevo al mattino uno dei suoi racconti su questo webjournal, uno dei suo casi clinici, che davvero mi hanno divertita, molto, e cresciuta come persona, oltre che come professionista.

L’umorismo come strumento di psicoterapia è da sempre una delle passioni di Antonio Scarinci, il quale, senza perdere un millimetro in termini di rigore scientifico e clinico, qualche anno fa iniziava le sue lezioni con piccoli spezzoni di film, protagonista per eccellenza Alberto Sordi, facendo fare esperienza corporea, a noi allievi, di come in terapia si possano utilizzare, nel perseguire i nostri scopi clinici, strumenti diversi, veicoli di leggerezza, serietà e rigore. In linea anche un altro paio di suoi volumi, il primo recensisce film e libri, descrivendoli ed inquadrandone gli obiettivi di utilità clinica nella condivisione con il paziente (Scarinci, 2012) e l’altro proprio sull’utilizzo dell’umorismo in psicoterapia (Scarinci, 2018).

Quest’ultimo volume, “Procedure e Strumenti di autoterapia umoristica”, di recentissima uscita, già recensito su questo webjournal, segue il razionale di cui sopra e costituisce uno strumento molto utile ed efficace di autoaiuto, per la condivisione con i nostri pazienti, ma anche per “solidificare” le nostre lezioni di didattica, in particolare durante il primo anno di specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale, attraverso sintesi teoriche di aspetti salienti, asciuttamente e magistralmente riportati con rigore scientifico, riguardo al funzionamento dell’essere umano, ed in particolare della nostra mente, sia dal punto di vista filogenetico che ontogenetico, nonché di come il nostro sistema cognitivo-affettivo sia orientato dai nostri scopi e desideri, in considerazione dei nostri valori e delle nostre credenze.

Il libro contiene inoltre alcuni capitoli dedicati in particolare ai disturbi d’ansia e depressione nonché un approfondimento delle tecniche CBT Standard e REBT per la gestione della sofferenza emotiva. Albert Ellis è stato infatti uno dei precursori dell’utilizzo dell’umorismo in psicoterapia asserendo, come riportato nel testo stesso del volume, che questo sicuramente non guarisce i nostri stati emotivi di sofferenza ma anche che, altrettanto certamente, non prenderci troppo sul serio rappresenti un ottimo passo in quella direzione.

Ci guidano inoltre gli autori alla ristrutturazione cognitiva umoristica, accompagnandoci nell’utilizzo di questo strumento anche attraverso alcune tecniche immaginative e condividendo il modello di somministrazione anche nel setting di gruppo, già ampiamente sperimentato dal Dott. Scarinci con gruppi di pazienti gravi (Scarinci et. al., 2021).

 Ma questo prezioso e rigoroso lavoro, che cerca di insegnarci a non prenderci troppo sul serio, si fonda e trova riscontro anche nelle più recenti scoperte di neuroscienze. L’utilizzo dell’umorismo potrebbe costituire in psicoterapia uno strumento che, sotto il profilo neuropsicologico, percorre la doppia via, top-down e bottom-up, aiutandoci in una maggior sedimentazione della ristrutturazione, ove possibile, e rendendosi utile anche con pazienti gravi, con poche risorse o con deficit metacognitivi (Semerari, 1999), più o meno stato-dipendenti; per esempio, i pazienti con Disturbo Bipolare in entrambe le fasi di umore (Cusi et al., 2012; Turchi et al., 2016; 2021).

L’umorismo porta la coppia terapeuta-paziente a sorridere e, attraverso il sorriso, ci fa “fare le facce”, facce che rimandano un’emozione universalmente riconosciuta (Ekman & Friesen, 2003) fra essere umani, che dunque la riconoscono, ma che corrisponde anche all’impegno di correlati corporei muscolari, il quale, a sua volta, coinvolge l’eccitazione di determinati gruppi neurali, corrispondenti all’esperienza dell’emozione stessa.

Succede quindi che mentre effettuiamo un intervento di ristrutturazione umoristica con i nostri pazienti, non ottemperiamo soltanto a perseguire lo scopo, già di per sé importante, di trasformare le loro idee irrazionali ed i loro pensieri disfunzionali in prospettiva umoristica, con l’obiettivo di modificare i loro schemi di sé, del mondo e dell’altro, ma favoriamo anche, nel condividere poi l’ABC con il paziente, anche l’esperienza incarnata del piano emotivo umoristico. Questo avviene sia attraverso l’impegno dei muscoli facciali coinvolti nell’emozione della felicità, i quali ecciteranno i corrispondenti gruppi neurali, passando anche attraverso il sistema limbico, e quindi rimandando di fatto la sensazione emotiva al paziente, sia attraverso l’ulteriore canale di riproduzione automatica, non consapevole e pre-riflessiva, dello stato mentale dell’altro (Gallese, 2003; 2005; 2006).

La simulazione incarnata, messa in atto in maniera del tutto automatica dai nostri pazienti –e dallo psicoterapeuta– in terapia, il luogo dove le menti si agganciano, permette di comprendere l’espressione emotiva dell’altro nella sua intenzione, poiché condivisa a livello neurale attraverso una risonanza non mediata (Goldman & Sparida, 2004), nonché di afferrare immediatamente il senso delle emozioni dell’altro (Gallese et al., 2006).

I due, paziente e terapeuta, si scambiano quindi, in modo del tutto pre-riflessivo –partendo dal basso– l’esperienza emotiva corporea, oltre a ristrutturare –dall’alto questa volta– i pensieri automatici negativi e le credenze, in senso umoristico, fra costruzione soggettiva della realtà ed emozione/imitazione incarnata.

In conclusione, questo mi sembra solo un punto di partenza per molte altre riflessioni teoriche, veicolo di utili applicazioni cliniche nel cercare di curare la sofferenza emotiva dei nostri pazienti e svolgere con cura, passione e rigore il nostro lavoro.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Cusi A, Nazarov A, Holshausen K, et al. (2012). Systematic review of the neural basis of social cognition in patients with mood disorders. J Psychiatry Neurosci, 37:154-69.
  • Ekman P., Friesen, W.V. (2003). Unmasking the face: a guide to recognizing emotions from facial clues, San Hose CA: ISHK Malor Book.
  • Gallese V. (2003). The roots of empathy: the shared manifold hypothesis and the neural basis of intersubjectivity. Psychopathology, 36, 4: 171-180.
  • Gallese V. (2005). “Being like me”: self-other identity, mirror neurons and empathy. In: Hur- ley & Chater, 2005, Vol. 1.
  • Gallese V. (2005). Embodied simulation: From neurons to phenomenal experience. Phenomenology and the Cognitive Sciences, 4: 23-48.
  • Gallese V. (2006). Intentional attunement: A neurophysiological perspective on social cognition and its disruption in autism. Exp. Brain Res. Cog. Brain Res., 1079: 15-24.
  • Gallese, V., Migone P, Eagle, M.N. (2006). La simulazione incarnata: i neuroni specchio, le basi neurofisiologiche dell’intersoggettività e alcune implicazioni per la psicoanalisi.  Psicoterapia e scienze umane, 3:543-580.
  • Laurenzi, F., Turchi, F., Righini, S. et al. (2021). La teoria della mente nel disturbo bipolare: una rassegna. Riv. Psichiatr, 56(1):1-00.
  • Scarinci A. (2012). Territori dell’incontro. Roma, Alpes Italia.
  • Scarinci A. (2018). Umorismo e psicoterapia. Quando una risata fa bene. Roma, Alpes Italia.
  • Scarinci A. et. al. (2021). Humor-based psychoeducational program whit patients in psychiatric rehabilitation: preliminari study. Psicoterapia cognitiva e comportamentale, n.3, Vol. 27, pp. 418-333.
  • Scarinci, A., Ruggiero, G.M., Recanatini, L., Carloni, V. (2022). Procedure e strumenti di autoterapia umoristica. L’umorismo: uno strumento efficace per favorire il benessere. Franco Angeli Editore.
  • Semerari A. (1999), Psicoterapia cognitiva del paziente grave. Metacognizione e relazione terapeutica, Cortina Turchi F, Amodeo G, Favaretto E, et al. (2016). Neural basis of social cognition in bipolar disorder. Riv Psichiatr, 51:177-89.
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