“Procedure e strumenti di autoterapia umoristica. L’umorismo: uno strumento efficace per favorire il benessere” ci spiega come sia utile non prendere sempre tutto troppo sul serio e come sia possibile utilizzare lo humor in terapia e fuori dalla terapia.
Dopo un evento emotivamente difficile molti potrebbero essersi sentiti dire da un amico o da un familiare: ridi che ti passa, impara a riderci sopra oppure fatti una risata e vedrai che passa, e molti di questi potrebbero essersi arrabbiati o sentiti invalidati da questi suggerimenti. Potrebbero aver pensato dell’assurdità del ridere dopo un evento difficile o in una situazione spiacevole connotata di intensa tristezza, ansia, panico, rassegnazione, rabbia, senza rendersi conto sul momento che forse l’umorismo avrebbe potuto essere l’arma vincente per superare il problema.
“Procedure e strumenti di autoterapia umoristica” di Scarinci, Ruggiero, Carloni e Recanatini, edito da Franco Angeli, ci svela come sia possibile utilizzare l’umorismo “sano” per tollerare degli stati emotivi intensi e spiacevoli, i fallimenti che si incontrano sul proprio cammino, gli ostacoli alla propria realizzazione, mantenendo una prospettiva flessibile e nuova degli eventi che accadono, divertendosi, smorzando tensioni e creando coesione all’interno delle relazioni. Chi utilizza l’umorismo conosce bene i suoi benefici sul malessere, è consapevole della sua potenza spiazzante nel rovesciare un punto di vista predefinito e nell’aprire al contempo spiragli nuovi e imprevedibili. Allo stesso modo, la ricerca scientifica ha rimarcato la funzione positiva dell’umorismo nel trattamento dei disturbi psicologici (Tse et al., 2010; Irving, 2019). Tali prove hanno consentito ai diversi approcci psicoterapeutici di far uso del sense of humor come strumento di conoscenza, consapevolezza e accettazione della realtà, di se stessi e degli altri.
Infatti, nella sua forma “sana” scevra da scopi aggressivi, prevaricanti o svalutanti, l’umorismo permette di decatastrofizzare e sdrammatizzare uno scenario pauroso o imbarazzante, di confrontarci con le perdite in modo meno drammatico e di ridurre l’esagerata sensibilità nei rapporti interpersonali, aumentando l’accettazione dell’ineluttabile o l’impegno a guardare le cose in una prospettiva non coerente rispetto la propria abituale.
Gli autori propongono al lettore varie applicazioni dell’umorismo da utilizzare dentro e fuori il setting terapeutico attraverso l’uso di battute, esagerazioni, metafore, ragionamenti illogici e illustrazioni. Tra le procedure e le tecniche descritte per promuovere e incoraggiare il sense of humor troviamo l’autocaratterizzazione, il genogramma, la ristrutturazione cognitiva, l’immaginazione. Sebbene queste tecniche si concentrino su aspetti e dimensioni diverse della persona, tutte sono volte ad aiutare la persona a descrivere, ricostruire e narrare la propria “storia” andando alla ricerca del “lato divertente” mai banalizzando, ma sempre contestualizzando e disinnescando i processi e i contenuti disfunzionali. Per esempio, la ristrutturazione cognitiva umoristica potrebbe assolvere lo scopo di disputare in termini umoristici idee o pensieri irrazionali per produrre cambiamenti comportamentali ed emotivi, così come l’immaginazione potrebbe consentire di alterare la funzione avversiva di un’immagine o di un pensiero evocando sensazioni ed emozioni differenti.
Il libro di Scarinci e colleghi ci accompagna pagina dopo pagina, vignetta dopo vignetta, a scoprire come sviluppare e coltivare il nostro “io umorista” e un po’ pagliaccio a cui possiamo affidarci nei momenti della vita più difficili per regolare le emozioni intense, progettare un cambiamento o oltrepassare ostacoli attraverso una risata e con amorevole gentilezza e compassione verso noi stessi.