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La relazione tra stili di pensiero negativi e disfunzioni sessuali – PARTECIPA ALLA RICERCA

La ricerca di Studi Cognitivi indaga in modo specifico la correlazione tra stile di pensiero negativo e disfunzioni sessuali maschili e femminili

Di Emanuela Venturelli, Carolina Delvecchio, Federica Buonomo, Letizia Gasparini, Luisa Leonardi, Francesca Prampolini

Pubblicato il 23 Feb. 2023

Aggiornato il 07 Mar. 2023 13:01

Quando si parla di disfunzioni sessuali ci si riferisce a diverse anomalie nel processo che sottende il ciclo di risposta sessuale o al dolore associato al rapporto.

 

 Tali disfunzioni possono interessare sia gli uomini sia le donne ed in alcuni casi possono avere un’origine organica, ma molto più spesso hanno origine di natura psicologica.

La letteratura scientifica negli ultimi anni ha messo in luce una stretta relazione tra le disfunzioni sessuali e i disturbi d’ansia e dell’umore.

Il DSM 5 ha suddiviso le disfunzioni sessuali in varie categorie a seconda della fase del ciclo di risposta sessuale nella quale si manifestano, tenendo conto però del fatto che non si tratta di fasi così rigidamente scansionabili, ma più fluide e interconnesse.

Le disfunzioni sessuali femminili

Per quanto riguarda le disfunzioni sessuali femminili la letteratura ha messo in risalto i seguenti disturbi:

  • Disturbo del desiderio e dell’eccitazione femminile;
  • Disturbo dell’orgasmo femminile;
  • Disturbo da dolore genito-pelvico e della penetrazione.

Tali disturbi si caratterizzano per alterazioni del desiderio, dell’eccitazione sessuale e del raggiungimento dell’orgasmo e possono variare sulla base di numerosi fattori quali l’età, la salute, lo stato ormonale della donna e le sue esperienze sessuali. Perché si possa diagnosticare il disturbo, il DSM-5 definisce la necessità che le condizioni suddette siano presenti da almeno 6 mesi.

All’interno del disturbo da dolore genito pelvico e della penetrazione, rientrano disturbi specifici come la vulvodinia, una sindrome complessa e multifattoriale che colpisce circa il 16% della popolazione femminile (Harlow et al., 2014), caratterizzata da disagio vulvare spesso descritto come bruciore/dolore, che si verifica in assenza di rilevanti cause osservabili.

Rispetto agli schemi cognitivi, ossia l’insieme delle credenze, aspettative e convinzioni che si possiedono sulla sessualità, la letteratura ha messo in luce che nelle donne con disfunzioni da dolore sessuale vi è un’attivazione significativamente maggiore di schemi cognitivi negativi con un minor coinvolgimento affettivo, evitamento dell’intimità e livelli più elevati di ansia anticipatoria rispetto all’intimità (Oliveira et al., 2013).

Le disfunzioni sessuali maschili

Per quanto riguarda le disfunzioni sessuali maschili il DSM-5 descrive i seguenti disturbi:

  • Disturbi dell’eiaculazione, ulteriormente suddivisi in eiaculazione precoce, eiaculazione ritardata e aneiaculazione;
  • Disturbo erettile;
  • Disturbo del desiderio sessuale ipoattivo maschile.

Tali disturbi, diagnosticabili se presenti da almeno 6 mesi, si caratterizzano per problematiche di vario genere relative ad alterazioni del normale processo eiaculatorio o al raggiungimento e al mantenimento dell’erezione.

L’ incidenza di tali disturbi aumenta con l’età e può manifestarsi in comorbilità con altre disfunzioni o problematiche psicologiche.

Da un’analisi della letteratura si evince come stress eccessivo, ansia e depressione incidano sulle disfunzioni sessuali maschili. L’ansia, tra queste, sembra essere la componente intrapsichica più comune nella disfunzione sessuale maschile.

Disfunzioni sessuali e metacognizione

Lo studio del collegamento tra l’ansia e gli aspetti metacognitivi ha permesso di sottolineare come la metacognizione giochi un ruolo rilevante nei pazienti con disfunzioni sessuali, sia rispetto alle metacredenze positive che negative (Bagcioglu et al., 2012).

 Modelli cognitivi di tipo rimuginativo peggiorerebbero gli stati interni, riducendo l’eccitazione sessuale, spingendoli a distaccarsi dalle sensazioni corporee ed ostacolando di conseguenza il normale funzionamento sessuale. Sembrerebbe dunque il che pensiero perseverante, le strategie di controllo del pensiero e le convinzioni metacognitive possano svolgere un ruolo chiave nell’insorgenza e nel mantenimento della disfunzione sessuale maschile (Caselli G. et al., 2016).

Lo studio condotto da Studi Cognitivi si pone l’obiettivo di indagare in modo specifico la correlazione tra stile di pensiero negativo e disfunzioni sessuali maschili e femminili secondo la classificazione del DSM 5, con lo scopo di arricchire la letteratura scientifica sull’argomento e apportare un miglioramento nel trattamento di chi soffre di questa condizione. La partecipazione alla ricerca comporta la compilazione di alcuni questionari che non dovrebbe richiedere più di 10 minuti.

Tutti i dati saranno trattati in forma anonima e riservata. Se in qualsiasi momento desidera ritirarsi dalla partecipazione, può semplicemente chiudere il browser e i dati non verranno raccolti.

Le saremmo grati se potesse aiutarci con il nostro progetto e se inoltrasse questo link a colleghi, amici e/o familiari per raggiungere quante più persone possibile.

La ringraziamo anticipatamente per il suo tempo.

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