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Sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) e disturbi psicopatologici associati

Le donne con sindrome dell’ovaio policistico spesso affrontano esperienze spiacevoli a livello fisico e sociale che si ripercuotono sulla qualità della vita

Di Taslima Grossi

Pubblicato il 01 Dic. 2022

La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è definita come una alterazione endocrina del sistema riproduttivo femminile ed è uno dei disordini endocrini più diffuso nelle donne in età riproduttiva; si stima infatti che ne siano affette approssimativamente il 5-8% delle donne appartenenti a questa categoria (Rodriguez-Paris et al., 2019).

 

Questa sindrome è caratterizzata da sintomi quali flusso mestruale irregolare, amenorrea, infertilità, iperandrogenismo, il quale a sua volta comporta aumento di peso, peluria eccessiva, perdita di capelli e acne (Hasan et al., 2022; Legro et al., 2013).

L’eziopatogenesi della sindrome dell’ovaio policistico

Ad oggi l’eziopatogenesi della PCOS non è ancora chiara, infatti le cure somministrate alle pazienti aventi questa condizione sono generalmente la pillola anticoncezionale e l’invito a condurre uno stile di vita sano che comprenda una dieta equilibrata priva di alcool e ore di sonno adeguate. È evidente che la letteratura al riguardo non sia adeguatamente approfondita rispetto alla diffusione di questa sindrome, infatti le soluzioni fornite dai professionisti per migliorare questa condizione non risultano garantire, nella maggior parte dei casi, una completa guarigione.

In ogni caso, l’ipotesi più largamente diffusa è che lo sviluppo dell’ovaio policistico sia dovuto all’insulino resistenza e all’iperinsulinemia, le quali porterebbero conseguentemente all’iperandrogenismo (Farrell & Antoni, 2010). In linea generale si pensa che sia causato dalla genetica, da uno stile di vita poco sano o dalla combinazione delle due (Hasan et al, 2022).

Sindrome dell’ovaio policistico e disturbi psichiatrici

Sebbene esistano pochi studi al riguardo, è stato evidenziato come esista un’elevata prevalenza di disturbi psichiatrici tra le pazienti affette dalla sindrome dell’ovaio policistico (Jeden et al., 2010). Infatti, le donne affette dall’ovaio policistico spesso affrontano sia a livello fisico che a livello sociale esperienze spiacevoli, che vanno a ripercuotersi a livello psicologico ed emotivo sulla qualità della vita (Borghi et al., 2018).

In primo luogo, i sintomi fisici visibili, ad esempio aumento di peso, peluria eccessiva e acne, possono provocare un senso di umiliazione, inoltre la probabilità di non poter concepire figli per molte donne risulta una privazione della propria femminilità e autostima. In secondo luogo, la letteratura mostra come le donne affetta da PCOS provino meno desiderio sessuale e riescano a raggiungere l’orgasmo con maggior difficoltà, se paragonate a donne non aventi questa sindrome (Stovall et al., 2012; Mantzou et al., 2021). In ultimo, le pazienti, nel loro percorso di cura, vengono spesso ostacolate sia dalla scarsa conoscenza generale riguardo al disturbo in sé e alla sua cura, sia da atteggiamenti sminuenti degli operatori sanitari, dato che si tratta di una condizione medica ad oggi poco chiara.

Proprio a causa di tutti i fattori appena elencati, che riguardano l’ambito fisico, psicologico e sociale, è probabile che la popolazione femminile affetta da PCOS sia maggiormente predisposta a sviluppare disturbi psicopatologici come ansia, depressione, OCD, ADHD e disturbi alimentari; viceversa, è anche possibile che sia la PCOS ad aggravarne le condizioni psicologiche e la qualità della vita (Rodriguez-Paris et al., 2019).

Uno studio del 2018 di Berni e colleghi ha esaminato un campione composto da donne aventi PCOS, confrontando i risultati con donne senza questa sindrome; gli autori hanno indagato la prevalenza di ansia, depressione, disturbi alimentari e disturbo bipolare nei due gruppi sopracitati, per rilevare una eventuale presenza maggiormente significativa di questi disturbi psicologici nelle pazienti PCOS. Proprio come gli autori di questo studio avevano supposto, i risultati hanno confermato la loro ipotesi, supportando il legame tra PCOS e una forte presenza di depressione e ansia, seguiti da disturbo bipolare e disturbi alimentari. Inoltre, l’obesità è risultata frequentemente in comorbilità con ansia e depressione nelle donne affette da PCOS considerate in questo studio. A questo proposito, tuttavia, è importante sottolineare che l’obesità è di per sé correlata ad ansia e depressione, come riportato da studi precedenti (Dawes et al., 2016).

In conclusione, il rapporto tra PCOS e psicopatologie necessita di ulteriore ricerca, proprio perché così poco studiato, seppure la sindrome dell’ovaio policistico sia largamente diffusa tra le donne in età fertile. È inoltre auspicabile che la sindrome dell’ovaio policistico venga studiata più approfonditamente poiché, malgrado la sua diffusione e le nuove strumentazioni scientifiche di ultima generazione, non sono ancora noti cause e trattamenti di comprovata efficacia.

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