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L’imagery rescripting, teoria e pratica (2022) di Remco van der Wijngaart – Recensione

Van der Wijngaart spiega dettagliatamente come l’imagery rescripting possa essere utilizzata in fasi diverse del trattamento con scopi e modalità differenti

Di Alice Mannarino

Pubblicato il 12 Ott. 2022

In questo libro l’autore approfondisce in modo completo e dettagliato l’utilizzo dell’imagery rescripting (IR), sia come procedura diagnostica sia come modalità terapeutica, durante tutte le fasi del trattamento.

 

 Nella prima parte viene descritta la tecnica in tutte le sue componenti, aggiungendo dati scientifici aggiornati relativi alla sua efficacia e vignette di casi clinici che aiutano la comprensione. Nello specifico, l’imagery rescripting è una tecnica terapeutica in grado di intervenire sul contenuto di eventi traumatici del passato, collegati a schemi maladattivi e sintomi dolorosi del presente. Si recupera dalla memoria un evento passato doloroso e/o traumatico e con l’immaginazione si modifica il decorso della rappresentazione mentale di quell’evento direzionandolo verso una conclusione più favorevole.

Negli ultimi anni, l’utilizzo dell’immaginazione come pratica terapeutica è stata utilizzata prevalentemente dalla terapia cognitivo-comportamentale e dalla Schema Therapy, un approccio che integra la terapia cognitiva con l’approccio dinamico, focalizzando l’attenzione sui bisogni precoci insoddisfatti e i traumi d’attaccamento. L’autore, avendo questa formazione, riesce a portare il lettore all’interno del suo metodo di lavoro spiegando dettagliatamente come l’imagery rescripting possa essere utilizzata in fasi diverse del trattamento con scopi e modalità differenti. Ad esempio, può essere usata in fase diagnostica iniziale con lo scopo di comprendere in che modo la sintomatologia attuale del paziente è collegata a bisogni insoddisfatti o traumi del passato; oppure può essere utilizzata come tecnica di intervento vera e propria in una fase più avanzata del trattamento, proprio per favorire l’elaborazione di traumi, soddisfare i bisogni frustrati dell’infanzia e su un piano cognitivo ri-attribuire una cornice di significato ad un evento doloroso. Può essere usata anche nella fase finale della terapia proprio per andare a consolidare le nuove competenze e abilità acquisite dal paziente nel corso del trattamento.

  L’autore spiega ampiamente come, in una prima fase della terapia, sia il terapeuta stesso ad intervenire nell’immagine dolorosa rievocata dal paziente per effettuare il rescripting. In una fase invece più avanzata, quando nel mondo interno del paziente si è consolidata la figura di “adulto sano”, sarà l’immagine del paziente stesso adulto che interviene nel ricordo traumatico e soddisfa i bisogni della propria parte bambina. Questa tecnica può essere applicata anche sugli eventi futuri che generano ansia e disagio nel paziente, attraverso una specifica procedura descritta nel dettaglio.

Negli ultimi capitoli l’autore riassume le specifiche aree di intervento e le trappole che il terapeuta può incontrare nel lavorare con questo approccio, ponendo particolare attenzione alla capacità del terapeuta di sintonizzarsi con il ritmo del paziente, lavorando su consapevolezza ed empatia.

Il manuale presenta un’ampia appendice con indicazioni pratiche molto utili per sintetizzare le modalità di applicazione della tecnica durante tutte le fasi del trattamento.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Van der Wijngaart, R. (2022). Imagery rescripting – Teoria e pratica. Giovanni Fioriti Editore.
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