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L’utilizzo dei social media e il benessere nella comunità LGBTQIA+

La ricerca evidenzia come gli adolescenti LGBTQIA+ trascorrano molto più tempo online e che godono di benefici significativi nell'utilizzo dei social media

Di Lorenza Paponetti

Pubblicato il 18 Lug. 2022

Aggiornato il 22 Lug. 2022 12:06

Craig e colleghi (2021) hanno indagato i potenziali benefici derivanti dall’uso dei social media tra gli adolescenti LGBTQIA+ sviluppando la Social Media Benefits Scale (SMBS), una scala utile per misurare gli impatti positivi dei social media sulla popolazione LGBTQIA+ e, potenzialmente, su altri gruppi stigmatizzati.

 

L’uso dei social network tra i giovani LGBTQIA+

I social media sono considerati mezzi di comunicazione tramite cui le persone possono generare contenuti, interagire e mantenere connessione con altri utenti già conosciuti o incontrare nuove persone (Carr e Hayes, 2015).

I social media di cui più spesso di sente parlare sono Facebook, Twitter, Instagram, Snapchat e YouTube. Sia gli adolescenti che i giovani adulti sono assidui frequentatori di questi social, i quali gli consentono di sviluppare la loro identità, tra cui l’identità di genere e l’orientamento sessuale (Alhabash e Ma, 2017).

La letteratura in merito all’effetto dei social media sui giovani evidenzia risultati contrastanti: alcune ricerche suggeriscono che i social media apportano benefici sul benessere (Verduyn et al., 2017), altre indicano effetti dannosi (Reer et al., 2019), e altre ancora riportano effetti trascurabili (Utz e Breuer, 2017).

Sebbene gli studi che confrontano l’uso dei social tra gli individui LGBTQIA+ con quello dei loro coetanei siano limitati, la ricerca evidenzia come gli adolescenti LGBTQIA+ trascorrano molto più tempo online (Steinke et al., 2017) e che godono di benefici significativi nell’utilizzo dei social media (Craig et al., 2015).

In particolare, i social media possono facilitare la costruzione dell’identità fungendo da ambiente di apprendimento e offrendo ai giovani opportunità cruciali per esplorare, definire e condividere le loro identità LGBTQIA+ in un contesto caratterizzato da una relativa sicurezza e dal controllo sull’anonimato dell’identità (Fox e Ralston, 2016; Craig et al., 2020).

Questo perché gli utenti possono eventualmente bloccare altri utenti, scegliere quali aspetti della loro vita condividere con gli altri, ed evitare commenti e avances indesiderate, non possibile nella loro vita offline (Alhabash e Ma, 2017; Craig et al., 2020).

La partecipazione alle comunità online può consentire l’impegno nella condivisione di contenuti inerenti la comunità LGBTQIA+ e partecipare all’educazione e al sostegno emotivo e sociale di altre persone all’interno delle loro reti online (McInroy et al., 2019). Quindi internet può essere un modo efficiente per colmare le lacune di informazioni specifiche sull’identità (ad esempio, per accedere alle risorse per la salute sessuale), oltre che come un mezzo efficace per conoscere servizi ed eventi offline (DeHaan et al., 2013). Inoltre, tramite l’uso dei social media, gli adolescenti LGBTQIA+ possono avvicinarsi alla comunità che offre supporto sociale.

Craig e colleghi (2021) hanno indagato i potenziali benefici derivanti dall’uso dei social media tra gli adolescenti LGBTQIA+ sviluppando la Social Media Benefits Scale (SMBS), una scala utile per misurare gli impatti positivi dei social media sulla popolazione LGBTQIA+ e, potenzialmente, su altri gruppi stigmatizzati.

I benefici dei social network negli adolescenti LGBTQIA+

I risultati dello studio indicano che i benefici dei social media possono essere concettualizzati come multidimensionali e sono rappresentati dalle categorie: supporto emotivo e sviluppo, educazione generale, intrattenimento e informazioni specifiche sull’identità.

Nello specifico, le piattaforme in cui i singoli utenti sono incoraggiati a creare contenuti che possono essere condivisi pubblicamente (o almeno in modo più ampio rispetto a un gruppo interconnesso, come Instagram, Tumblr e Reddit) sono state spesso utilizzate per curare l’immagine e una rappresentazione di sé che si vuole rimandare agli altri utenti, controllando al contempo il proprio grado di divulgazione.

Le piattaforme di consumo di contenuti, come YouTube, Spotify e Pinterest, prevedono che gli utenti possano potenzialmente produrre e condividere contenuti, ma spesso è una percentuale relativamente bassa quella che sceglie di farlo. La maggior parte degli utenti accedono spesso a queste piattaforme per vedersi riflessi nei contenuti creati da altri, che possono essere una componente importante dei processi di sviluppo dell’identità, socializzazione e riconoscimento sociale.

In generale, quindi, i social media sembrano aiutare i giovani appartenenti a gruppi stigmatizzati a esplorare e sviluppare le proprie identità e relazioni sociali, mantenere un accesso a dimensioni di supporto emotivo, a trovare informazioni importanti, e a essere intrattenuti; ciò è in linea con le ricerche esplorative emergenti (Alhabash e Ma, 2017; McInroy et al., 2019).

Inoltre, questo studio ha analizzato alcuni benefici in base all’età: i partecipanti più giovani avevano maggiori probabilità di utilizzare i social media per migliorare il loro benessere in tutti e quattro i fattori rispetto alle loro controparti meno giovani. Ciò supporta studi precedenti sull’uso dei social media da parte dei giovani (Hausmann et al., 2017; McInroy et al., 2019), che mostrano come gli adolescenti siano più propensi a riferire un impatto più significativo da parte dei social media rispetto alle persone di età maggiore.

Questo studio si allinea nel panorama emergente della ricerca esplorativa sui benefici dei social media per il benessere dei giovani. I quattro fattori chiave nel contesto dei social media per gli adolescenti LGBTQIA+ (supporto emotivo e sviluppo, informazioni, educazione generale, intrattenimento) forniscono una comprensione più sfumata del ruolo della tecnologia emergente nel benessere di questa popolazione.

A livello clinico la SMBS ha il potenziale di valutare individualmente l’impatto dei social media sul benessere di una data persona, nonché le sue motivazioni d’uso. Questo può essere un punto di partenza per gli operatori che possono poi mettere appunto degli interventi individuali personalizzati per rafforzare gli aspetti positivi dei social media di un paziente e promuovere il suo benessere.

Tali approcci possono includere la collaborazione con i giovani per comprendere meglio l’impatto individuale dei social media e per educarli sui rischi e i benefici dell’uso dei social media nella loro vita quotidiana. L’obiettivo dell’impatto positivo sul benessere è una comprensione più completa dei social media e rappresenta un cambiamento nell’affrontare il loro uso tra una popolazione giovanile emarginata.

 

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