Il disgusto è sempre disgustosamente negativo? … A volte può essere disgustosamente piacevole!
Il disgusto è un’emozione primaria universalmente condivisa e osservabile (Ekman, 1992). Come tutte le emozioni, ha una funzione legata all’adattamento e alla sopravvivenza dell’organismo, ovvero l’avvisarci della potenziale pericolosità di alcuni stimoli (come agenti patogeni contenuti nei cibi). Infatti, tipicamente il disgusto implica una sensazione di repulsione e pensieri di potenziale contaminazione, accompagnati da comportamenti di evitamento o rifiuto dello stimolo che si ritiene potenzialmente contaminante.
Noi esseri umani siamo altamente suscettibili a provare disgusto se consideriamo che il nostro corpo è un deposito di entità disgustose, oltre al fatto che viviamo in un ambiente costantemente e altamente contaminato (Rozin et al., 2016).
Nonostante riusciamo a ignorare molti dei fattori che elicitano disgusto intorno a noi, grazie all’abituazione o all’interpretazione dello stimolo, ci possono essere alcune situazioni in cui siamo proprio noi a cercare il disgusto. Infatti, la potente negatività del disgusto sembra attivare qualcosa di particolare nell’essere umano, basti vedere la sua presenza in almeno tre diversi ambiti: umorismo, relazioni romantiche e arte (Strohminger, 2014).
Umorismo e disgusto
Per quanto riguarda l’umorismo, il disgusto gioca un ruolo significativo nella comicità attraverso l’uso di battute e giochi di parole (Rozin et al., 2016). Mediante il cosiddetto umorismo nero (“black humor”), il disgusto è presente anche in cartoni animati famosi, come per esempio “I Griffin”, “American Dad” e “South Park”. Per black humor s’intendono battute che spesso causano un mix di sentimenti come shock, disgusto, vergogna e ovviamente gioia (Gubanov et al., 2018).
Non è il tipo di humor che condividiamo subito con una persona sconosciuta. Se l’umorismo normale segnala all’altro l’intenzione di far evolvere la comunicazione a un livello più amichevole, il black humor è molto più intimo. Questo perché tocca argomenti tabù, che hanno la stessa valenza in tutte le epoche e per tutti i popoli, come morte e violenza, gravi malattie e deformità fisiche, devianze sessuali e discriminazione, tragedie umanitarie e catastrofi naturali. A volte, nella cornice del black humor, le battute su questi temi così sensibili sfruttano proprio l’emozione di disgusto, che si prova nell’immaginare la scena, per suscitare divertimento e risate.
Bloom (2004) sottolinea l’aspetto distruttivo nei riguardi della dignità del disgusto, e vede l’umorismo sul disgusto come la capacità di approfittare del fatto che il corpo umano è di base disgustoso.
Il piacere del disgusto è stato descritto come un esempio di “masochismo benigno”, ovvero il piacere di un’esperienza normalmente negativa vissuta in maniera differente, quando percepita come non minacciosa e lontana dalla propria persona (Rozin et al., 2013).
Sessualità e disgusto
Nell’intimità, spesso le sostanze che derivano dai rapporti sessuali possono essere viste come disgustose, soprattutto se appartenenti ad altri (Rozin et al., 2016; de Jong et al., 2014). Infatti, i prodotti corporei sono tra i più forti elicitors – specifici stimoli che suscitano le emozioni – di disgusto. Dato che il disgusto è un’emozione difensiva che protegge l’organismo dalla contaminazione, focalizzata sul confine tra sé e l’altro, con la bocca e gli organi riproduttivi che sono le parti del corpo che mostrano la più forte sensibilità al disgusto, e dato il ruolo centrale di questi organi nel comportamento sessuale, come è possibile che le persone riescano ad avere rapporti sessuali piacevoli?
Alcuni autori hanno ipotizzato che i prodotti corporei derivanti da atti sessuali possono diventare attraenti ed eccitanti se emesse dalla persona amata (Rozin et al., 2016). Inoltre, godere degli odori e delle sostanze delle persone amate in alcuni casi è visto come devozione, attrazione e dissoluzione del normale confine tra se stessi e un’altra persona.
Estetica e disgusto
L’associazione tra arte e disgusto affonda le sue radici nelle leggende classiche che vedono come protagonisti creature quali, per esempio, Polifemo, Medusa e il Minotauro (Carrol e Contesi, 2019). Invece, nel bestiario contemporaneo delle creature abominevoli possiamo citare, per esempio, il personaggio di Stephen King Pennywise, di Clive Barker Rawhead Rex e di J.R.R. Tolkien Gollum.
Anche nell’arte visiva ritroviamo questa emozione, per esempio rimaniamo disgustosamente estasiati dalla rappresentazione dell’Inferno nel Giudizio Universale di Michelangelo (Carrol e Contesi, 2019).
Questo accostamento può essere notato specialmente nei film horror, in cui spesso sono presenti immagini o sequenze disgustose elaborate appositamente per intrattenere il pubblico (McCauley, 1998). Infatti, la cultura popolare ha interi generi cinematografici i cui oggetti predominanti sono disgustosi, come lo splatter-punk (ad esempio, “Family Tradition”) e le onnipresenti apocalissi zombie, rappresentate da famosi programmi televisivi come “The Walking Dead” e tanti altri (Carrol e Contesi, 2019).
Questo gusto –per così dire– per il disgusto suggerirebbe che il suo fascino nell’arte si sia evoluto a partire da un curiosità del genere umano verso le stranezze e le anomalie (Carrol e Contesi, 2019). Eppure, nonostante la vasta evidenza dell’esistenza del disgusto come tema significante nell’arte, la tradizione nega che sia un legittimo soggetto di vera arte, data l’associazione secolare tra arte e bellezza, a sua volta associata al piacere. In questi termini il dibattito rimane aperto.
Per alcuni studiosi, questo tipo di intrattenimento può essere un esempio del “masochismo benigno” citato precedentemente (Rozin et al., 2016).
Quindi il disgusto non è sempre un’emozione negativa, in alcuni casi può divertirci o intrattenerci piacevolmente!