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Le metacredenze influenzano i sintomi depressivi e ansiosi nel Parkinson

Metacredenze e processi cognitivi influenzano i sintomi depressivi e ansiosi nella Malattia di Parkinson - Report dal Forum di Ricerca in Psicoterapia

Di Maria Gazzotti

Pubblicato il 13 Giu. 2022

Al Forum di Ricerca in Psicoterapia è stato presentato il lavoro delle Dott.sse Viviana Cereda, Giulia Anchora, Marta Fanfoni e Cristina Ferretti dal titolo “Metacredenze e processi cognitivi influenzano i sintomi depressivi e ansiosi nella Malattia di Parkinson”.

 

La Malattia di Parkinson (MP) è una patologia neurodegenerativa ad andamento lento e progressivo e di eziologia multifattoriale. È caratterizzata da sintomi motori, tremore che esordisce a riposo, bradicinesia e rigidità muscolare, e non motori, tra i quali disturbi vegetativi, deficit cognitivi, depressione e ansia, che sono il focus dello studio presentato.

Depressione e ansia nella malattia di Parkinson

La depressione è presente in circa il 40% dei pazienti con malattia di Parkinson, anche se la diagnosi è complicata dal fatto che diversi sintomi tipici della depressione, come la fatica, l’insonnia, le alterazioni dell’appetito, l’alessitimia e il rallentamento psicomotorio, si sovrappongono a sintomi della malattia di Parkinson. Anche per quanto riguarda l’ansia l’occorrenza è elevata, in quanto si presenta nel 30% circa dei pazienti. I disturbi d’ansia più frequenti nella malattia di Parkinson sono l’ansia generalizzata, gli attacchi di panico e le fobie.

I sintomi ansiosi e depressivi possono presentarsi in diverse fasi della malattia: possono essere prodromici, quindi precedenti alla comparsa di sintomi motori, reattivi alla diagnosi oppure possono comparire lungo il decorso di malattia.

Ansia e depressione si associano a una prognosi più sfavorevole. Un’area di ricerca non ancora del tutto compresa è quella che indaga l’impatto dei processi psicologici, come ruminazione e rimuginio, sulla sintomatologia di questi pazienti.

Lo studio presentato si è basato sulla formulazione teorica di Adrian Wells, fondatore della Terapia Metacognitiva (MCT), che ha posto al centro del suo modello la metacognizione, ovvero il pensiero applicato al pensiero, che monitora, controlla e valuta il processo e il prodotto della coscienza, ponendo come centrale nei disturbi affettivi la presenza di un pensiero perseverante e pervasivo chiamato Sindrome Cognitivo Attentiva (CAS).

Malattia di Parkinson e metacredenze: lo studio

La ricerca presentata ha indagato nella malattia di Parkinson la relazione tra sintomi depressivi e ansiosi, processi di ruminazione e rimuginio e metacredenze, partendo da due ipotesi fondamentali: i sintomi depressivi nella malattia di Parkinson sono associati alla presenza di metacredenze e processi ruminativi, e i sintomi ansiosi nella malattia di Parkinson sono associati alla presenza di metacredenze e processi rimuginativi. Il fine ultimo dello studio era il corretto inquadramento dei sintomi affettivi caratterizzati da componenti cognitive nella malattia di Parkinson, all’interno della pratica clinica.

È stato condotto uno studio osservazionale, correlazionale e multicentrico nel quale i soggetti hanno compilato una batteria testale comprendente BDI-II, BAI, RRS, PSWQ, MCQ-30. Sono state poi condotte analisi descrittive, correlazionali e regressioni multiple.

È emersa un’associazione positiva tra metacredenze, processi (ruminazione e rimuginio) e sintomatologia ansioso-depressiva, con una forte influenza delle metacredenze negative sui sintomi affettivi.

Data la prevalenza della depressione e dell’ansia nella malattia di Parkinson è utile riflettere sulla relazione tra sintomatologia, metacredenze e ruminazione. Si tratta del primo studio che esamina il ruolo di processi, metacredenze e sintomi affettivi nella malattia di Parkinson. Emerge il ruolo predominante della CAS nell’ingravescenza e nel mantenimento dei sintomi depressivi e ansiosi aprendo quindi al possibile utilizzo di un nuovo protocollo CBT sui sintomi affettivi nella malattia di Parkinson, comprendente il trattamento di processi e metacredenze, come la Terapia Metacognitiva.

Riassumendo, questo studio ha dimostrato una forte correlazione tra i sintomi depressivi e ansiosi e le metacredenze negative. Le componenti cognitive di questi disturbi dell’umore caratterizzano la gravità dei sintomi stessi e pertanto possono diventare l’obiettivo principale del trattamento cognitivo-comportamentale. Al fine di ridurre la sintomatologia depressiva e ansiosa nella Malattia di Parkinson, potrebbe essere utile stilare un protocollo specifico sui processi e le metacredenze associati alle caratteristiche depressive e ansiose.

 

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Maria Gazzotti
Maria Gazzotti

Redattrice di State of Mind

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