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Incantato: dentro gli attacchi di panico di M. Razzetti – Recensione

'Incantato: dentro gli attacchi di panico' descrive cosa si prova e quanto sia limitante di disturbo di panico, ma esplicita anche la possibilità di uscirne 

Di Lucilla Castrucci

Pubblicato il 22 Apr. 2022

Michele Razzetti si è laureato in Scienze Linguistiche. È giornalista collaboratore anche di Vanity Fair, ideatore di linguinsta.com, consulente di comunicazione ed autore del romanzo Incantato: dentro gli attacchi di panico, edito con pubblicazione indipendente nel gennaio 2022, un libro che intende cambiare il punto di vista sul disturbo di panico.

 

Il protagonista del romanzo di Razzetti è un giovane insegnante, Lorenzo, la cui vita viene sconvolta dal manifestarsi di un disturbo d’ansia invalidante, quale è il disturbo di panico. Attraverso la storia di Lorenzo, la cui vita si sbriciola a causa della comparsa degli attacchi di panico, tanto che rischia di perdere tutto (il lavoro, le relazioni sociali e la stessa possibilità di sopravvivenza) Razzetti non solo descrive ciò che si prova durante l’attacco di panico e quanto sia limitante soffrire di disturbo di panico, ma indica la strada per attraversare la tempesta generata dall’ansia ed uscirne positivamente.

Il termine panico, per gli antichi greci, indicava quel timore misterioso ed indefinibile che essi ritenevano causato dalla presenza del dio Pan, dio delle montagne e della vita agreste. Nel linguaggio psicologico il panico corrisponde alla forte ansia che porta chi la vive a trovarsi in uno stato di confusione caratterizzata per lo più da comportamenti irrazionali. Questa forte ansia in alcuni casi si associa ad agorafobia o ad una condotta di evitamento fobico. Esperire il panico significa provare il timore per una minaccia che genera un sentimento d’allarme caratteristico dello stato d’ansia, che si rivela anche attraverso il linguaggio del corpo. L’ansia anticipatoria, presente nel disturbo di panico, può essere definita come la paura che si prova pensando che un nuovo attacco possa sopravvenire, in questo caso chi ne soffre inizia a convivere con uno stato di allerta persistente. A lungo andare si strutturano condotte di evitamento che, nella maggior parte dei casi, si organizzano per l’intensificarsi della frequenza delle crisi e per la tendenza ad associare gli attacchi con situazioni e luoghi specifici (Castrucci, 2021; Nuzzo, 2021).

Così Lorenzo ha il timore di non riuscire più ad entrare in un’aula scolastica e a condurre la sua vita.

L’opera di Michele Razzetti ha dei riferimenti autobiografici, come lo stesso autore ha rivelato nell’intervista pubblicata da Vanity Fair: “Sì, so per esperienza diretta cosa significa convivere 24 ore al giorno con un pensiero che ti perseguita e al quale è impossibile sfuggire, perché non c’è velocità che non possa eguagliare. Per me è importante dirlo con disinvoltura perché più ne parliamo più aumenta la possibilità che un domani le persone che soffrono per questi disturbi non si sentano drammaticamente sole e titubanti nel chiedere aiuto”.

In questa dichiarazione si ritrova lo spirito del romanzo; i disturbi di panico e le altre psicopatologie, che durante la pandemia Covid hanno visto aumentare la loro incidenza, sono vissute con vergogna e rappresentano uno stigma sociale. Razzetti, scrivendo un romanzo, anziché un manuale od un saggio, si rivolge così ad un pubblico il più ampio possibile, per comunicare come il disturbo di panico, al pari di altre situazioni di crisi, è superabile attraverso la sua accettazione ed attraverso un paziente e costante esercizio quotidiano. Razzetti contribuisce con il suo libro a combattere la stigmatizzazione dei disturbi psicologici ed offre un contributo al cambiamento con cui si vuole modificare il modo in cui il disturbo di panico è attualmente considerato. Si può rimanere “incantati”, cioè bloccati, dall’ansia o si può riuscire a trovare i risvolti positivi, che esistono anche in questa situazione, e farli divenire punti di forza.

 

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