La ricerca sulla sessualità e sulle relazioni intime in età avanzata è aumentata negli ultimi anni, tuttavia, ancora poco affrontata rimane la relazione tra intimità, sessualità e salute cognitiva.
Gli anziani rimangono sessualmente attivi e intimi anche nel periodo della vecchiaia (Freak-Poli et al., 2017), e diversi studi hanno sottolineato l’esistenza di un associazione positiva tra la frequenza dell’attività sessuale e una migliore salute dal punto di vista cognitivo in campioni di persone anziane (Allen, 2018; Wright & Jenks, 2016).
Nonostante siano state già ampiamente dimostrate queste associazioni, mancano in letteratura sia studi longitudinali che dimostrino queste associazioni nel tempo, sia studi che chiariscano l’esistenza di una relazione causale tra sessualità/intimità e salute cognitiva o viceversa. Inoltre, non è chiaro fino a che punto altri fattori, come ad esempio il benessere fisico e la salute mentale, giochino un ruolo in tali associazioni.
La sessualità e l’intimità coinvolgono un nesso di fattori biologici e psicosociali, tra cui salute, benessere, qualità della vita e resistenza all’attività fisica (Wright & Jenks, 2016). Ognuno di questi fattori è noto per essere associato all’invecchiamento cognitivo. Ad esempio, la malattia cronica è un forte predittore del declino cognitivo (Tilvis et al., 2004) ed è anche associata a ridotta attività sessuale e disfunzione sessuale (Lindau et al., 2007), nonché a una minore soddisfazione sessuale (Flynn et al. ., 2016). Pertanto, gli individui che sono fisicamente e cognitivamente più sani possono anche impegnarsi in un’attività sessuale più soddisfacente.
La sessualità nella terza età
Sommariamente, la ricerca sull’intimità nell’età avanzata si è concentrata maggiormente sulle componenti biologiche del funzionamento sessuale, non tenendo conto dei fattori sociali, psicologici e relazionali che sono pertinenti all’espressione della sessualità e delle relazioni intime di un individuo (DeLamater & Karraker, 2009). L’evidenza suggerisce che gli anziani che si impegnano frequentemente in attività sessuali, inclusi baci e carezze, riportano livelli più elevati di benessere e soddisfazione per la vita rispetto a quelli che non sono sessualmente attivi (Smith, et al., 2019). Di conseguenza, poiché un maggiore benessere è collegato a una migliore funzione cognitiva (Allerhand et al, 2014), l’attività sessuale può avere un impatto positivo sulla salute cognitiva indirettamente attraverso il suo impatto sul benessere (Wright & Jenks, 2016). Al contrario, livelli più bassi di attività sessuale e soddisfazione sessuale sono associati a un benessere generale più scarso, ad una maggiore probabilità di sperimentare la solitudine, la depressione e altri disturbi psichiatrici, tutti associati a un funzionamento cognitivo peggiore (Allerhand et al., 2014; Tilvis et al., 2004).
Il legame tra sessualità e salute cognitiva in età avanzata
Date le crescenti prove che supportano l’importanza della sessualità e dell’intimità nel mantenere una salute ottimale e buone funzioni cognitive durante la vecchiaia, un recente studio (Smith et al., 2021) ha analizzato gli aspetti della sessualità e dell’intimità su 155 coppie di anziani con l’intento di testare un effetto predittivo sullo stato cognitivo delle persone, fornendo approfondimenti su una potenziale relazione causale che non è stata precedentemente esplorata.
I risultati mostrano l’esistenza di un legame diretto tra la soddisfazione sessuale e la salute cognitiva. I soggetti con punteggi più alti di soddisfazione sessuale avevano meno probabilità di ricevere diagnosi di Disturbo Cognitivo Lieve (Mild Cognitive Impairment – MCI) o di demenza in un periodo di follow-up di 10 anni. Ciò sembra sottolineare l’importanza del tenere conto degli aspetti psicosociali delle relazioni sessuali in relazione alla salute cognitiva, piuttosto che dell’attività sessuale manifesta in sé e per sé.
I risultati inoltre non sembrano confermare ciò che emerge dalla letteratura precedente rispetto al grado di supporto sociale e al declino cognitivo. Infatti, sebbene alcuni studi abbiano trovato collegamenti tra grado di supporto sociale elevato e tassi inferiori di declino cognitivo (Barnes et al., 2004), nello studio di Smith e colleghi (2021) il supporto sociale non era predittivo del declino cognitivo. In particolare, il supporto sociale è stato elevato sia per gli individui con funzioni cognitive integre, sia per quelli che hanno avuto punteggi cognitivi più bassi, indicando per cui livelli elevati di supporto sociale in generale e sottolineando l’importanza della relazione tra soddisfazione sessuale e deterioramento cognitivo indipendentemente dal supporto sociale.
In aggiunta, i risultati dimostrano che le variabili di età e sesso non erano correlate al declino cognitivo nel tempo. Tuttavia, un livello di istruzione superiore era associato a una minore probabilità di declino cognitivo, che è coerente con la letteratura recente che collega un’istruzione maggiore all’insorgenza ritardata del declino cognitivo (Clouston et al., 2020). Nel campione analizzato, una percentuale più alta di individui che hanno perso il proprio coniuge ha ricevuto una diagnosi di Disturbo Cognitivo Lieve o demenza rispetto a coloro che non hanno avuto una morte coniugale, confermando quindi la letteratura precedente che suggerisce che sperimentare una morte del coniuge accelera il declino cognitivo negli anziani (Shin et al., 2018). La ricerca futura in questo settore potrebbe migliorare gli interventi basati sull’evidenza per i medici per supportare gli anziani dopo la morte di un coniuge.
Conclusioni
In conclusione, lo studio presentato in questo articolo è il primo a dimostrare che l’intimità sessuale è correlata al declino cognitivo nell’arco di 10 anni. In particolare, i risultati supportano un’associazione potenzialmente predittiva della soddisfazione sessuale sullo stato di salute cognitiva longitudinale. I risultati ottenuti suggeriscono inoltre che la valutazione di routine della soddisfazione sessuale e, ove appropriato, l’invio a specialisti sanitari come coppie o terapisti sessuali possono rivelarsi utili nel mantenimento della salute cognitiva per la popolazione in età avanzata.