Nel cinquantunesimo anniversario della morte di Donald Woods Winnicott, mi piace ricordarlo con alcune strisce sulla copertina di Linus, una delle rappresentazioni più popolari, tenere e divertenti dell’oggetto transizionale.
Donald Winnicott era un pediatra e uno psicoanalista; nel corso della sua esperienza clinica, ha osservato il rapporto tra madre e bambino nelle fasi più precoci della vita, ha riflettuto e scritto moltissimo sul nesso di tale relazione con lo sviluppo emotivo.
Ha studiato approfonditamente il ruolo svolto dall’ambiente primario nel favorire la crescita psicologica; secondo lui, un ambiente adeguato introduce la realtà a piccole dosi, accompagnando l’evoluzione mentale del lattante, infante e poi fanciullo.
Nel corso dello sviluppo emotivo, grazie a esperienze progressive di avvicinamento alla realtà mediate dal caregiver (la principale figura di riferimento), il bambino piccolo passa dalla convinzione di essere onnipotente – in cui non esiste distinzione tra il sé e ciò che è altro da sé – a un contatto corretto con il reale, basato sulla distinzione tra la propria realtà interna e la realtà esterna.
L’oggetto transizionale
L’oggetto transizionale, come ci racconta la parola stessa, si situa a metà strada in questo cammino evolutivo, nell’area dell’illusione, della creatività, del gioco e della fantasia, intermedia tra la convinzione di onnipotenza e un’adeguata percezione della realtà (o, se si preferisce, in termini tecnici, un corretto esame di realtà). L’oggetto transizionale è un oggetto scelto dal bambino, di solito con delle qualità tattili, già riconosciuto come altro da sé ma investito affettivamente e simbolicamente rappresentativo della relazione, con il quale si crea un legame speciale.
La copertina di Linus come oggetto transizionale
Linus spiega bene la funzione dell’oggetto transizionale parlando del potere della sua copertina al caro amico Charlie Brown e alla scorbutica sorella maggiore, Lucy.
L’amata copertina non svolge solo una funzione consolatoria per Linus, ma anche rassicurante e di rinforzo.
La bisbetica Lucy considera quasi una missione aiutare il fratello minore ad abbandonare la sua coperta…
Ma Linus non ha alcun dubbio, lo farà con i suoi tempi.
Esperienze di vita vissuta: l’oggetto transizionale di mio figlio
Quella che si vede come immagine dell’articolo è una copertina un po’ meno famosa, quella di mio figlio. La scelta di quella coperta è stata totalmente autonoma da parte sua; per motivi misteriosi, ne ha scartate altre, così come pupazzetti o doudou proposti allo scopo, scegliendo questa copertina che ha ‘servito’ già almeno due famiglie. Per lui è un oggetto significativo, che custodisce con cura e sistema in certi luoghi della casa, che porterebbe con sé ovunque; la sua necessità ci ha costretto a vere acrobazie e pianificazioni per poterla lavare, ma ha prodotto anche inesprimibili emozioni quando ha visto un genitore ammalato o giù di morale e gliel’ha offerta per potersi consolare.
Nel corso della crescita, ha in parte perso la sua importanza; sono passati i tempi in cui, come Linus, la fissava mentre girava dentro la lavatrice. Ora può separarsene, ad esempio per andare a scuola, sebbene abbia espresso che lì ne sente la mancanza. Al momento di addormentarsi resta un attrezzo fondamentale, viene usata come cuscino, ma anche come modo per rilassarsi o consolarsi quando c’è un malessere fisico o emotivo tenendola a contatto con la pelle.