Precedenti ricerche suggeriscono però che il perdono porterebbe con sé molti vantaggi per i ragazzi, aiutandoli a superare emozioni negative come rabbia, preoccupazione, paura e imbarazzo.
Nelle relazioni sociali, le persone occasionalmente violano le norme relazionali o danneggiano gli interessi altrui. Tali “trasgressioni” tendenzialmente suscitano due differenti reazioni: la tendenza ad evitare e la tendenza a cercare vendetta. Questo accade perché in seguito ad un’offesa le emozioni principali da parte di chi la subisce sono solitamente paura, rabbia e tristezza (Gilam et al., 2019). In alcuni casi, quando le reazioni istintive di evitamento e di vendetta sono ridotte ed emerge una motivazione ad essere benevoli, le persone scelgono il perdono come strategia efficace di mantenimento delle relazioni (Billingsley & Losin, 2017).
Il perdono è stato definito come una variabile situazionale (di stato) o disposizionale (di tratto). Secondo l’approccio situazionale può essere identificato come una risposta specifica ad una trasgressione interpersonale; da una prospettiva di tratto il perdono si riferisce invece a una disposizione nel tempo e in determinate situazioni (Toussaint et al., 2015). Sebbene siano state differenti le concettualizzazioni del perdono, la letteratura è concorde nel ritenere che si tratti di una decisione personale sul proprio comportamento nei confronti di una trasgressione o di un’offesa altrui, e un cambiamento emotivo provocato da una riduzione di pensieri, sentimenti e motivazioni vendicative e rabbiose, accompagnata da un aumento di pensieri e motivazioni positive nei confronti del trasgressore (Wade et al., 2014). Quando si parla di perdono ci si riferisce quindi ad aspetti cognitivi, affettivi, decisionali, comportamentali, motivazionali e interpersonali (Worthington & Scherer, 2004).
Effetti del perdono
Gli studi presenti in letteratura solitamente prendono in considerazione un campione adulto sebbene una strategia di coping positiva come il perdono possa essere utile anche e soprattutto per gli adolescenti. L’adolescenza è un periodo di grande turbolenza durante il quale si affrontano grandi cambiamenti fisici e mentali e si è quindi vulnerabili agli effetti negativi dei coetanei. Accade spesso, infatti, che durante un conflitto un adolescente risponda in maniera disadattiva alle offese interpersonali, danneggiando così la relazione. Alcuni studi dimostrano infatti che i ragazzi di 15-16 anni prendono in considerazione il perdono soltanto sotto pressione di altre persone (Enright, 1991). Precedenti ricerche suggeriscono però che il perdono porterebbe con sé molti vantaggi per i ragazzi, aiutandoli a superare emozioni negative come rabbia, preoccupazione, paura e imbarazzo, riducendo l’ansia e migliorando l’autostima, il benessere soggettivo e la soddisfazione personale (Bono e McCullough, 2006). Tra i vari vantaggi alcuni studi nel contesto del bullismo scolastico e del cyberbullismo riportano offese meno violente quando gli adolescenti hanno una maggiore tendenza al perdono (Quintana-Orts e Rey, 2018).
Perdono ed empatia
Diversi ricercatori hanno dimostrato che l’empatia ha un effetto stabile sul perdono (McCullough e Hoyt, 2002; Fourie et al., 2020). L’empatia si riferisce alla capacità di condividere e comprendere le emozioni e i sentimenti degli altri (Decety & Jackson, 2006). Secondo la teoria dell’altruismo empatico di Baston (1991), l’empatia fa sì che gli individui si preoccupino dei bisogni dell’offensore, percepiscano che anche l’offensore sta provando colpa e dolore, e di conseguenza sperino di ricostruire un contatto positivo con l’offensore e quindi promuovano il perdono. L’empatia ha quindi un impatto diretto sul perdono e gioca un ruolo di mediazione sul perdono e sulle scuse (McCullough et al., 1998). Tale ruolo importante è stato riscontrato anche tra gli adolescenti: empatizzare con l’offensore e pensare dalla prospettiva degli altri è una strategia chiave nel processo di perdono. Gli adolescenti con livelli più alti di empatia sono quindi più inclini a perdonare di fronte ad un’offesa rispetto a quelli con livelli più bassi. (Johnson et al., 2013). Lin Ma e Yingjie Jiang nel 2020 si sono occupati di esaminare il legame tra le motivazioni legate all’evitamento e alla vendetta, il perdono e il potenziale ruolo di mediazione dell’empatia negli adolescenti. Le ipotesi iniziali erano che il desiderio di vendetta e di evitamento dopo un torto subito fossero correlate negativamente con l’empatia e il perdono, mentre la motivazione di benevolenza fosse correlata positivamente con l’empatia e con il perdono. Infine, che l’empatia potesse mediare la relazione tra una trasgressione e il successivo perdono.
Perdono e adolescenti: uno studio
445 studenti delle scuole medie e superiori (188 maschi, 257 femmine) sono stati reclutati ed è stata sottoposta loro La Tendency to Forgive Scale (TTF) per valutare le differenze individuali nella tendenza a perdonare le offese nelle situazioni e nelle relazioni (Brown, 2003); il Transgression-Related Interpersonal Motivations Inventory (TRIM), un questionario self-report di 18 item che misura i cambiamenti motivazionali delle vittime verso i trasgressori (McCullough et al., 2006). Le differenze individuali nell’empatia sono state misurate usando due sottoscale dell’indice di reattività interpersonale (Davis, 1980): la preoccupazione empatica e l’assunzione di prospettive, pensate per valutare rispettivamente l’empatia affettiva e l’empatia cognitiva. Coerentemente con le ipotesi, i risultati hanno rivelato che le motivazioni di vendetta e di evitamento dopo la trasgressione erano correlate negativamente con l’empatia e il perdono, mentre la motivazione di benevolenza era correlata positivamente con l’empatia e il perdono. Inoltre è stata trovata una correlazione positiva significativa tra l’empatia e il perdono tra gli adolescenti. Infine è risultato che l’empatia avesse un effetto di mediazione tra le motivazioni e il perdono. Questo suggerisce che i giovani altamente empatici tendono a concentrarsi sulle esperienze altrui in modo abbastanza obiettivo o disinteressato, il che comporta una maggiore probabilità di perdonare i colpevoli invece che vendicarsi ed evitare (Toussaint e Webb, 2005).
In conclusione, dato che l’evitamento e il desiderio di vendetta degli adolescenti portano a una diminuzione dell’autostima, a una riduzione emotiva a lungo termine, a conflitti interpersonali, e problemi cognitivi, emotivi o comportamentali (Yao e Enright, 2018), sembrerebbe vantaggioso focalizzare l’attenzione sull’educazione al perdono e considerare anche il ruolo importante dell’empatia. Un programma sull’educazione al perdono nelle strutture scolastiche potrebbe migliorare la capacità empatica degli adolescenti per promuovere il perdono e quindi ridurre l’impatto negativo di un conflitto interpersonale su di loro (Lin Ma & Yingjie, 2020).