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Alimentazione e Covid-19: gli effetti del lockdown sull’alimentazione emotiva e sul binge eating

Le emozioni sperimentate nel lockdown possono aver portato all'aumento di abitudini alimentari disfunzionali come l'alimentazione emotiva e il binge eating

Di Lorenza Paponetti

Pubblicato il 24 Nov. 2021

Aggiornato il 26 Nov. 2021 12:57

Diverse persone riferiscono di aver mangiato di più durante il lockdown e di aver avuto abitudini alimentari complessivamente più malsane.

 

Il lockdown e i suoi effetti

Il lockdown, imposto per contenere la rapida diffusione del Covid-19, ha previsto il blocco della maggior parte delle attività (es. scuole, università, palestre, ristoranti, uffici, attività commerciali) e l’isolamento sociale, impedendo le uscite al di fuori delle proprie abitazioni. L’incertezza per il futuro venutasi a creare, assieme alle limitazioni imposte durante la Fase 1 e la Fase 2 del lockdown, hanno provocato una serie di problemi psicologici. Su 18.000 risposte di un sondaggio sulla popolazione italiana, il 37% dei partecipanti ha manifestato sintomi di stress post-traumatico e circa il 20% ha riscontrato depressione, ansia o un elevato stress percepito (Rossi et al., 2020).

Le emozioni negative provate durante il periodo di chiusura hanno avuto impatto anche sul comportamento alimentare delle persone. Molte riferiscono di aver mangiato di più durante il lockdown e di aver avuto abitudini alimentari complessivamente più malsane, come il consumo di comfort food (alimento a cui si attribuisce un valore consolatorio, nostalgico e/o sentimentale), attribuendo questi cambiamenti nell’alimentazione ad una maggiore ansia esperita (Robinson et al., 2021; Scarmozzino & Visioli, 2020).

Il legame tra stress ed alimentazione

La letteratura ci mostra che lo stress e le emozioni negative come ansia e depressione predicono abitudini alimentari disfunzionali come il binge eating e l’alimentazione emotiva (Talbot et al., 2013; Rosenbaum & White, 2015). Per binge eating si intende l’ingestione di una grande quantità di cibo in un periodo di tempo limitato, associato ad una sensazione di perdita di controllo durante l’episodio (American Psychiatric Association, 2013). L’alimentazione emotiva, invece, è il mangiare non in risposta a stimoli di fame e sazietà, ma in risposta a stimoli emotivi come ansia, rabbia e paura (Van Strien et al., 1986).

La relazione tra alimentazione disfunzionale ed emozioni negative è mediata da due fattori in particolare: peso corporeo e livelli di alessitimia, ovvero la difficoltà nel percepire ed interpretare correttamente le proprie sensazioni emotive, distinguendole dalle sensazioni fisiche (Sifneos, 1973). Entrambe queste dimensioni possono quindi contribuire all’aumento di abitudini alimentari disfunzionali (Geliebter & Aversa, 2003). In particolare, l’alessitimia, riducendo la capacità di identificare gli stati emotivi e di distinguerli dai segnali interni di fame e sazietà, porta gli individui a regolare le proprie emozioni attraverso l’assunzione di cibo (Pink et al., 2019; Tan & Chow, 2014).

Effetti del lockdown sull’alimentazione

Uno studio di Cecchetto e colleghi (2021) ha indagato l’influenza dalle emozioni negative suscitate durante il lockdown (ansia, depressione e stress) e delle caratteristiche sociali che hanno caratterizzato la qualità della vita durante il lockdown (status socio-economico, isolamento sociale e qualità delle relazioni e della residenza domiciliare) sul comportamento alimentare degli italiani durante la Fase 1 e la Fase 2 del lockdown.

Per meglio inquadrare l’influenza di questi aspetti, lo studio ha incluso le caratteristiche personali degli individui come l’indice di massa corporea e il livello di alessitimia per capire come le caratteristiche personali interagiscono con emozioni e limitazioni del lockdown.

I risultati hanno dimostrato che le emozioni negative e la scarsa qualità della vita percepita durante la Fase 1 e la Fase 2 del lockdown hanno portato ad un consistente aumento di abitudini alimentari disfunzionali come l’alimentazione emotiva e il binge eating, rispetto alla prevalenza in Italia nella popolazione normale.

Nello specifico, livelli più alti di ansia e depressione e più bassi livelli di qualità della vita percepita hanno predetto maggiori livelli di alimentazione emotiva, mentre, maggiori livelli di stress hanno predetto maggiori episodi di abbuffate.

In questo studio, la qualità della vita di un individuo è stata valutata tramite un indice della quantità e della qualità dello spazio personale in casa, del reddito familiare e della qualità e quantità di relazioni. Quello che gli autori hanno riscontrato è che coloro che riferivano una qualità di vita inferiore sono stati più vulnerabili alle conseguenze negative dell’ansia, portandoli a maggiori rischi di sviluppare abitudini alimentari disfunzionali.

Oltre che su coloro con livelli di qualità di vita inferiori, il lockdown ha creato maggiori conseguenze in termini di alimentazione disfunzionale sugli individui con punteggi di indice di massa corporea e alessitimia più elevati. In particolare, soggetti con più alti livelli di alessitimia hanno mostrato un aumento di alimentazione emotiva, mentre punteggi di BMI più elevati erano associati sia a un aumento dell’alimentazione emotiva che al binge eating.

Un altro interessante risultato risiede nella differenza riscontrata tra la Fase 1 e la Fase 2: rispetto alla Fase 1, nella Fase 2 i punteggi dell’alimentazione emotiva sono diminuiti significativamente. Questa differenza dei punteggi potrebbe essere dovuta anche alla relazione tra alimentazione emotiva e la qualità delle relazioni percepita durante il periodo di chiusura. Gli individui che hanno riportato una qualità delle relazioni inferiore hanno presentato un’alimentazione emotiva più elevata durante la fase 1 rispetto alla fase 2; è probabile per cui che, durante la Fase 1, essendoci state maggiori restrizioni dal punto di vista sociale ed avendo percepito più negativamente le relazioni interpersonali, le emozioni negative come ansia, depressione e stress siano aumentate, influenzando quindi l’alimentazione emotiva.

Concludendo, i risultati suggeriscono che le emozioni negative sperimentate a causa del lockdown hanno aumentato i comportamenti alimentari disfunzionali, portando ad un aumento dell’alimentazione emotiva e del binge eating. Saranno necessari ulteriori studi per far luce sugli effetti a lungo termine del lockdown sul comportamento alimentare delle persone.

 

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