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Gli aspetti multidisciplinari dell’ansia patologica e le tecniche di gestione (2021) a cura di Lucilla Castrucci – Recensione

'Gli aspetti multidisciplinari dell'ansia patologica' approfondisce gli aspetti eziologici dei disturbi ansiosi, le teorie atte a spiegarne il modello

Di Debora Pannozzo

Pubblicato il 03 Nov. 2021

Nel testo Gli aspetti multidisciplinari dell’ansia patologica e le tecniche di gestione l’autrice approfondisce la tematica dell’ansia, operando anzitutto un distinguo tra ansia normale e ansia patologica.

 

Da un punto di vista etimologico la parola ansia deriva dal latino “angere”, che significa “stringere”, fornendo chiaramente l’idea di costrizione, minaccia, tensione esperita dai soggetti che ne soffrono.

Variabili utili alla discriminazione tra ansia funzionale e ansia disfunzionale, dunque patogena, sono l’intensità, la durata e la modalità di comparsa: un’attivazione psico-fisiologica intensa, durevole e ingiustificata comportano disagio nel soggetto. Tuttavia, il marcatore di cut-off è determinato dalla funzione adattativa che lo stato affettivo-emotivo deve avere per l’individuo che, di fronte ad una minaccia o ad uno stress, lo induce a reagire.

Il discrimine non è tuttavia semplice, dal momento in cui la percezione del pericolo che ciascun soggetto possiede è frutto di apprendimenti ed educazione ricevuta.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità riporta come, in Europa, circa un terzo della popolazione, abbia sofferto almeno una volta nella vita di un disturbo d’ansia.

Tenendo in considerazione i principali manuali diagnostici, DSM 5 e ICD-10, nel testo si elencano i criteri necessari alla diagnosi dei diversi quadri ansiosi: ansia generalizzata, fobia specifica, mutismo selettivo, ansia da separazione, fobia sociale, agorafobia, disturbo di panico.

In riferimento alle manifestazioni cliniche, l’ansia si associa sia a sintomi somatici, come aumento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca, piloerezione, dilatazione pupillare, alterazioni gastrointestinali ed urinarie, determinati da un’iperattività del sistema nervoso autonomo, sia a sintomi psichici, quali difficoltà di concentrazione, irritabilità, apprensione, autosvalutazione, catastrofismo, vergogna.

Altro distinguo centrale è tra ansia di stato e ansia di tratto, laddove con ansia di stato si intende un arresto momentaneo del normale assetto emozionale, mentre nel secondo caso essa si configura come un tratto piuttosto stabile della personalità, predisponendo il soggetto allo sviluppo di un disturbo ansioso.

Esempi relativi all’ansia di stato sono forniti in merito ad interventi medici invasivi, comportando un peggioramento delle condizioni generali e una maggiore percezione del dolore, andando ad interferire negativamente con le cure.

La percezione del dolore, oltre che essere direttamente collegabile al danno fisico, è riconducibile all’interpretazione personale della gravità del quadro: si comprende come tale percezione non sia uguale per tutti i soggetti, ma, al contrario, la medesima esperienza algica, può, in individui diversi, dar vita a differenti interpretazioni. Le credenze e, di conseguenza, le aspettative del soggetto circa il dolore e la possibilità di provarlo influenzano l’effettiva percezione del dolore fisico.

Le informazioni relative all’ansia e alla paura giungono dapprima nella corteccia sensoriale, per essere elaborate e trasferite alle strutture sottocorticali, talamo e amigdala, responsabili delle risposte affettive, comportamentali e somatiche.

Non è semplice distinguere tra ansia e paura, tuttavia, lo stimolo alla base dello stato affettivo della paura è generalmente un pericolo oggettivo e di natura non conflittuale, di contro l’ansia è collegata a conflitti intrapsichici o stimoli vaghi. Inoltre, mentre la paura sembrerebbe inibire il dolore, attivando risposte di fuga o attacco, l’ansia intensificherebbe la percezione di dolore provato, portando ad un incremento della ricettività sensoriale ed a focalizzare maggiormente gli stimoli sensoriali, tramite un meccanismo di attenzione selettiva.

In ambito medico si fa ricorso ad esercizi di immaginazione guidata che, tramite la visualizzazione di immagini mentali, aiutano i pazienti a gestire in maniera adeguata gli stati ansiosi.

L’autrice approfondisce gli aspetti eziologici dei disturbi ansiosi, prettamente multifattoriali, e le diverse teorie atte a spiegare il modello dell’ansia.

Secondo l’approccio cognitivo comportamentale le reazioni ansiose derivano da apprendimenti di risposte di attacco o fuga a stimoli inizialmente neutri, che, fissate in memoria, si riattivano riproponendo all’individuo un vissuto di imminente pericolo.

L’orientamento psicodinamico collega l’origine degli stati affettivi ansiosi a conflitti interni all’individuo.

Da un punto di vista terapeutico i disturbi d’ansia sono trattabili con farmaci, antidepressivi e benzodiazepine, da associare ad un percorso psicoterapeutico.

L’approccio con maggiore evidenza scientifica è sicuramente la terapia cognitivo comportamentale, che richiede un ruolo attivo del paziente e l’accettazione di obiettivi condivisi. Dopo aver ricostruito lo schema di funzionamento del disturbo e la sua storia, terapeuta e paziente lavorano per individuare i pensieri disfunzionali, al fine di procedere alla ristrutturazione cognitiva. Dal momento in cui il paziente ansioso mette in atto comportamenti di evitamento che rinforzano le sue credenze, autoalimentando l’ansia in un circolo vizioso, la terapia utilizzerà l’esposizione graduale, al fine di scalfire le paure e dar vita a nuovi apprendimenti. L’ultimo step della terapia riguarda la prevenzione delle ricadute, dove si rende il paziente consapevole del fatto che i sintomi potrebbero ripresentarsi: in tal caso sarà chiamato ad utilizzare gli strumenti appresi in terapia.

Disturbi in comorbidità appesantiscono il quadro clinico.

Rimedi per manifestazioni lievi o moderate sono dati dalla medicina complementare alternativa; risolutivi sono gli esercizi sulla respirazione e l’utilizzo del training autogeno.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Castrucci, L. (a cura di) (2021). Gli aspetti multidisciplinari dell’ansia patologica e le tecniche di gestione. Ledizioni
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