Si può parlare di ansia da un punto di vista non esclusivamente legato ai sintomi? Si può sfatare il mito della risoluzione immediata del problema e della risposta facile? Queste sono solo alcune delle domande che trovano risposta nel podcast Ansia? Parliamone della dottoressa Valeria Locati
Nell’ultimo anno e mezzo, complice la pandemia mondiale, tutti noi siamo stati travolti dalle emozioni, alcune delle quali mai prima d’oggi avremmo pensato di poter vivere personalmente. Credo sia normale: questa situazione ha coinvolto tutti, in maniera differente e senza tralasciare nessuno. Viste le difficoltà del contesto, abbiamo cercato di svagarci nei modi più variegati possibili, provando a trarre qualche aspetto positivo da questa crisi sanitaria, economica, culturale, sociale e umana. E grazie alla tecnologia si è potuta ridurre la distanza interpersonale e alleviare l’isolamento sociale imposto, tenendo vivi i rapporti.
Credo che siano situazioni così complesse a ricordarci come sia importante fermarsi a riflettere sulle emozioni, per cercare di comprenderle e non farci, come dire, “sovrastare”. E ritengo sia questo uno dei principali obiettivi alla base del podcast Ansia? Parliamone a cura della dottoressa Valeria Locati. La psicologa e psicoterapeuta affronta questa tematica delicata in maniera semplice e chiara: ogni capitolo riesce ad analizzare il tema in oggetto ponendo domande utili per riuscire ad affrontarlo secondo vari punti di vista, così da permettere all’ascoltatore di potersi facilmente immedesimare e provare empatia per un sentimento che sembra essere ancora un tabù.
L’autrice spiega bene come con il termine ansia ci si riferisca
all’attivazione psicofisiologica scatenata in noi dall’anticipazione di un pericolo o di un evento futuro negativo.
Ed è già con il titolo del podcast che chiarisce subito come sia fondamentale parlarne, provare a esprimersi per riuscire a capire le difficoltà e le sensazioni annesse. Esternare le proprie emozioni, senza partire da un giudizio duro o comunque capace di mettere in difficoltà, così da poter comprendere il problema insieme e iniziare a costruire un percorso di crescita.
La struttura è ben definita: sei capitoli che parlano dell’ansia nelle sue più comuni forme e secondo la prospettiva relazionale, in cui vengono poste delle domande finalizzate a creare dei punti di vista diversi e utili a innescare un percorso personale evolutivo. A questi si aggiungono i consigli di lettura proposti dall’autrice al termine di ogni puntata, per permettere di continuare ad approfondire la tematica in maniera autonoma.
Infatti, ogni puntata non è la classica lezione prettamente teorica sull’ansia, ma è un connubio tra parte narrativa e scientifica. Ascoltare il racconto dei soggetti coinvolti, i quali provano a esprimere le emozioni e le sensazioni che vivono, permette l’immedesimazione e la possibilità di ragionare su di sé grazie agli spunti di riflessione utili. La forte empatia dell’ascoltatore si fonda su un rapporto di rispetto nei confronti di chi si espone (visto che la privacy viene tutelata) e si garantisce la non riconducibilità a situazioni cliniche specifiche.
In sintesi, questo podcast ha il merito di coinvolgere l’ascoltatore e dargli degli strumenti utili a renderlo parte attiva, oltre che avvicinarlo a temi di natura divulgativa. Le domande vengono poste per scoprire nuovi orizzonti, punti di vista critici e facilitarne i pensieri, oltre a permettere di concentrare l’attenzione sul contesto e sulle relazioni, facendo cogliere come i sintomi ansiosi abbiano la loro origine nei rapporti. Quindi, il significato che viene dato all’ansia cambia a seconda del sistema di relazione in cui si è inseriti e, capire questa pietra miliare, permette di andare oltre alla fretta della risoluzione.
Per concludere con le parole dell’autrice, questo podcast è pensato
per tutti coloro che almeno una volta hanno vissuto un momento d’ansia o di panico, hanno sperimentato il timore di essere giudicati in pubblico, hanno rimuginato su possibili scenari catastrofici della vita quotidiana e che non sanno da che parte girarsi per trovare sollievo.