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L’amo o non l’amo. Vincere le ossessioni sulla relazione e sul partner (2021) di Marta Venturini Drabik e Gabriele Melli – Recensione

L'amo o non l'amo racconta il DOC da relazione, un disturbo caratterizzato da dubbi sul partner, sulla relazione e sui sentimenti provati

Di Elena Mannelli

Pubblicato il 02 Nov. 2021

L’amo o non l’amo è un libro di auto-aiuto edito Erickson e scritto da Marta Venturini Drabik e Gabriele Melli sulle Ossessioni che riguardano le relazioni sentimentali e il partner.

 

Finalmente. Un libro che mancava decisamente all’appello.

Per i terapeuti, per poter finalmente indirizzare i propri pazienti verso contenuti psicoeducativi esaustivi e in lingua italiana essenziali per una terapia con queste persone, e per coloro che sono direttamente coinvolti e ai quali il libro si rivolge esplicitamente.

Si tratta infatti di un libro di auto-aiuto sapientemente costruito; un libro che parla ai pazienti e racconta di pazienti con i quali (se si soffre di questa forma di ossessioni pure) sarà facile immedesimarsi, riconoscersi e di conseguenza cominciare dal primo step del processo di guarigione.

È noto infatti quanto sia importante in tutti i disturbi, ma nel Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC da ora in poi) in particolare, imparare a riconoscerlo, a vederne e comprenderne i meccanismi per cominciare il processo di distanziamento, anticamera necessaria della possibilità di portare i sintomi in remissione. La psicoeducazione in questi casi è già una forma di intervento terapeutico.

Il libro, prima di affrontare il cuore della tematica proposta, riserva qualche pagina per spiegare cosa sia il DOC, come funzioni, quali siano i sottotipi di ossessioni e compulsioni, spiegazione introduttiva semplice ma necessaria per addentrarsi poi nella spiegazione lineare e chiara di cosa sia il Doc da relazione.

La premessa fondamentale riguarda le origini di questa forma specifica forma di DOC con ossessioni pure. I dubbi, in questo caso, si posano sulla “giustezza” della relazione sentimentale, o delle caratteristiche del proprio partner (pp15).

I padri di questa forma di DOC sono due psicologi israeliani che per primi si sono occupati di studiare questo quadro sintomatologico, Dr Guy Doron e Dr Danny Derby (è consultabile il sito in inglese www.rocd.net).

Come spesso accade, la ricerca prende spunto dalla clinica, e i due cominciarono a interessarsi di questa tematica proprio verificando come i loro pazienti e moltissime altre persone, in blog e siti appositi, si arrovellassero “ossessivamente” alla ricerca della certezza che il partner fosse quello “giusto” per loro.

Questo solitamente porta a mettere in atto comportamenti compulsivo-rassicuratori che portano a loro volta un aumento della sofferenza per l’impossibilità di trovare risposte e conferme.

Tutto ciò tende a formare un circolo vizioso che incrementa la quantità di dubbi, l’allontanamento dalla propria sfera emotivo-affettiva per cui è sempre meno facile capire i propri sentimenti, in un processo ricorsivo di mantenimento.

Chi soffre di questo disturbo infatti è pervaso dal dubbio che la persona che è al suo fianco possa non essere quella giusta, che i sentimenti che prova possano non essere sufficienti o abbastanza intensi, che non provi l’attrazione “che si dovrebbe provare” o che il proprio compagno/a non sia abbastanza bello, intelligente, spigliato/a (ecc…) e che quindi non vada bene.

Lo scheletro del libro è semplice e chiaro: una prima parte volta a comprendere cosa sia il DOC da relazione, come si strutturi e cosa lo mantenga e quali possano essere i fattori predisponenti.

La seconda parte è invece un ottimo strumento per autovalutare la propria situazione con test e domande per capire se e quanto questo problema coinvolge la persona (vengono infatti proposti i questionari ROCI Relationship Obsessive Compulsive Inventory, il PROCSI Partner-Related Obsessive Compulsive Inventory e il DOCS Dimensional Obsessive Compulsive Scale); la terza invece si occupa della fase più “terapeutica” e di cambiamento, fermo restando la missione di voler essere un libro self-help senza la pretesa di volersi sostituire ad un percorso psicoterapeutico spesso fortemente necessario per venire fuori da questo problema.

È importante infatti comprendere la differenza tra chi soffre di questo disturbo e chi sperimenta un momento relazionale difficile, in cui i propri sentimenti possono essere messi in discussione.

Nel primo caso infatti vi è l’intolleranza a momenti di difficoltà, di normalità, o definibili come “bassi” nella relazione. Nonché la conseguente sensazione che sperimentare uno di questi possa essere vissuto come una “minaccia” o come “sbagliato”.

Si distinguono due categorie di ossessioni, quelle che riguardano la relazione e quelle che riguardano il partner. Tra le prime le sottocategorie riguardano ossessioni circa l’amore che si prova nei confronti del partner “lo amo abbastanza?”, l’amore che il partner prova nei nostri confronti “mi ama abbastanza?”, o l’adeguatezza della relazione “è la relazione giusta per me?”

Tra le ossessioni sulle caratteristiche del partner, invece, possiamo distinguere quelle che si focalizzano su caratteristiche fisiche “è abbastanza bello/a?” quelle sulle caratteristiche morali “ è abbastanza per bene?”, quelle sulle caratteristiche sociali “è abbastanza simpatico/a?”, sulla competenza “è abbastanza di successo?”, quelle sulla stabilità emotiva “è abbastanza stabile emotivamente?”.

Solitamente le situazioni in cui si manifestano sono momenti in cui la relazione si trova di fronte importanti decisioni (matrimonio, figli, convivenza..), oppure quando si percepiscono naturali oscillazioni, o ancora in situazioni di confronto con le altre persone o le altre coppie che tendono ad apparire, per una serie di bias, sempre migliori.

Questi dubbi portano alla messa in atto di strategie, come accennato sopra, che hanno lo scopo di rassicurarsi e annientare l’incertezza. Con l’evidente epilogo di aumentare l’ansia, quindi i dubbi, quindi la sofferenza, proprio per l’impossibilità di trovare una risposta con quel grado irreale di certezza ricercato.

Evitamento, controllo dei pensieri, richiesta di rassicurazioni o tentativi di autorassicurarsi, sono alcuni dei comportamenti messi in atto che mantengono il problema.

Alla base di tutto vi è la tendenza a ricercare la relazione e/o il partner spinti da una serie di regole (rigide) su come “dovrebbe essere” o su come “dovrebbero funzionare le cose”, regole che appaiono rigide, perfezionistiche, estreme, catastrofiche e sprovviste di alcuna sfumatura.

Per quanto riguarda la parte finale del libro, quella relativa al cambiamento, i casi clinici riportati fungono da supporto esplicativo per provare a mettere in pratica alcune strategie per iniziare ad agire differentemente all’interno del circolo vizioso ossessivo.

Il primo step è l’auto-osservazione mediante diario (vengono riportati alcuni esempi di schede compilate dai pazienti del libro) secondo il modello cognitivo ABC (che viene debitamente fatto conoscere sin dall’inizio del manuale) alla ricerca, e presumibile scoperta, di credenze sottostanti il DOC e di relativi comportamenti di mantenimento.

Si passa poi alla fase di scoperta di tutte le valutazioni secondarie prima, e di credenze disfunzionali poi, sottostanti la problematica durante la quale vengono proposti esercizi da poter provare a svolgere individualmente. Il tutto costantemente sostenuto anche da supporti grafici in cui vengono descritti figurativamente i fattori di mantenimento e i circoli viziosi.

La fase finale, come in tutte le terapie cognitivo comportamentali per il DOC, prevede l’esposizione con prevenzione della risposta (ERP) (vi sono riportati esempi di gerarchia e di modalità con le quali vengono stilate) e la prevenzione delle ricadute.

In questo tipo di problematiche l’autodiagnosi è spesso difficile, sebbene capiti spesso che il paziente si avvicini al problema con “il dubbio che si possa trattare di doc”, ma il giudizio del clinico diventa particolarmente rilevante proprio per la natura stessa del problema e l’incessante ricerca di rassicurazione. Pertanto sebbene nasca come un libro self help, il suo perfetto posto può essere all’interno di un percorso di terapia. Proprio perché, all’avviso di chi scrive, è sinceramente qualcosa che mancava e di enorme utilità, per il paziente in primis, ma anche per il terapeuta, per poter fornire materiale sapientemente e facilmente scritto che possa essere utilizzato.

Completa il libro l’appendice con “indicazioni per il partner” di estrema importanza poiché questo problema, sebbene riguardi la persona singola, difficilmente non coinvolge anche il partner.

Anzi è fondamentale che anche quest’ultimo sia a conoscenza delle dinamiche di funzionamento (in quanto è egli stesso ad essere oggetto delle ossessioni) al fine che possa comprendere che non è un problema che riguarda lui o la relazione dapprima, e per imparare, in seguito, modalità più efficaci di gestione del disturbo, come il parlarne apertamente e l’evitare rassicurazioni o comportamenti che rafforzino la spirale negativa.

Decisamente un libro che non c’era, ma che serviva!

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SCRITTO DA
Elena Mannelli
Elena Mannelli

Psicologa Cognitivo-Comportamentale

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Venturini Drabik e M., Melli G.,  (2021) “L’amo o non l’amo? Vincere le ossessioni sulla relazione e sul partner”. Trento Erickson.
  • Melli G., Carraresi C., Pinto A., Caccico L. e Micheli E. (2018), Valutare il disturbo ossessivo-compulsivo da relazione: Proprietà psicometriche della versione italiana di ROCI e PROCSI, «Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale», vol. 24, n. 3.
  • Melli G., Chiorri C., Bulli F., Carraresi C., Stopani E. e Abramowitz J. (2015), Factor congruence and psychometric properties of the Italian version of the Dimensional Obsessive-Compulsive Scale (DOCS) across non-clinical and clinical samples, «Journal of Psychopathology and Behavioral Assessment», vol. 37, n. 2, pp. 329-339
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