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Scendere in Campo: quando lo sport diventa famiglia!

Nello sport è durante gli allenamenti che nasce la vera e propria psicologia del gruppo, che raggiunge il proprio apice nel contesto della partita

Di Denise Geria

Pubblicato il 03 Set. 2021

Lo sport, attività agonistica e non, che sin dai tempi antichi, portava grandi flussi di gente a riunirsi in un piazzale, in un campetto, in un anfiteatro, in uno stadio, creando forti emozioni sia in chi si cimentava nella pratica sia in chi rimaneva semplice spettatore.

 

Un mix di sensazioni, interesse e curiosità che pian piano accrescevano fino a diventare pura passione (a volte anche ostentata).

Molte volte non ci si sofferma sull’importanza che lo sport apporta nel contesto sociale e nello sviluppo psicofisico dell’individuo. Un gruppo di coetanei che si incontrano per praticare un’attività condivisa, a volte senza neanche conoscersi nel profondo, senza grande riguardo nei confronti del prossimo, e poi, con il passare dei giorni, l’affrontare sfide uno di fianco all’altro, tra sostegno, autocontrollo e reciprocità, ecco che nasce il vero e unico Gruppo, ciò che utilizzando i termini tecnici del Rugby potremmo definire come ‘Scrum’.

Scrum = mischia.

Amici che insieme si supportano, condividono ideali, conoscono pregi e difetti dei compagni di squadra, mossi tutti da un obiettivo comune:

‘Giocare al massimo delle proprie capacità, non come singolo ma come famiglia per raggiungere la tanto desiderata vittoria!’.

Si sviluppa un ‘pensiero comune’, una spinta intrinseca volta alla messa in atto di azioni e reazioni.

Durante gli allenamenti nasce la vera e propria psicologia del gruppo, che raggiunge il proprio apice nel contesto della partita contro l’avversario. Non esiste più il pensiero o la mossa del singolo componente, esistono i membri, coloro che tramite cooperazione e intesa giocheranno per il raggiungimento della linea di meta (Try).

La collettività nasce sul campo da gioco, si condividono emozioni, successi e fallimenti; si assiste al ciclo di vita di un gruppo non solo dal punto di vista della socializzazione ma anche dal punto di vista emozionale.

Il Captain’s run (ultimo allenamento prima della partita, si fa solitamente sul campo in cui si svolgerà l’incontro) è uno dei tanti contesti in cui si può notare il diffondersi nel gruppo di nuove aspettative, delle ansie prepartita, degli scontri e dei confronti tra coetanei, sensazioni indescrivibili che possono esser considerate il ‘Promoter’ dello spirito ed iniziativa di squadra.

Prendendo in riferimento il linguaggio rugbista si potrebbe attingere all’uso del termine Gain Line, per poter meglio rappresentare l’intero percorso, ossia una linea immaginaria in cui si ricerca il vantaggio, un continuum passante dall’esternalizzazione all’interiorizzazione.

Andare al di là delle proprie capacità e giungere al compimento dell’obiettivo condiviso dal gruppo, per l’appunto il vantaggio.

Dall’unitario al collettivo!

Cooperazione, intesa, reciprocità, rispetto, motivazione, atteggiamento proattivo, condivisione, insight collettivo, interdipendenza, sostegno, fattori quest’ultimi che emergono nel giro di pochi minuti.

In quegli 80’ di gioco, si perde la propria ‘unicità’, ci si allontana dall’identità individuale e si apre la strada all’identità di gruppo.

Ogni componente diventa il tassello di un simbolico puzzle senza il quale non si potrebbe parlare di squadra.

Ognuno ha il proprio ‘pezzo’ di terreno da difendere, non per se stesso ma per il gruppo, un senso di fiducia che non verrà meno al primo errore commesso.

Si perde insieme e/o si vince insieme.

Gli avversari non assumono la vera etimologia del termine con cui vengono ‘etichettati’, ma sono percepiti come dei semplici ostacoli, delle difficoltà che possono essere affrontate solo rimanendo uniti.

Per citare il giornalista sportivo Marco Pastonessi:

Il rugby è una voce del verbo dare. A ogni allenamento, a ogni partita, a ogni placcaggio, a ogni sostegno, dai un po’ di te stesso. […]

In conclusione, il gruppo può esser definito come un ‘Breakdown’, punto d’incontro nel quale ‘’si ferma la palla e si fa mucchio’’.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • M. Pastonessi, Aforismi Rugby, Psicologi dello Sport, consultato il 13/07/2021.

  • Rugby San Donato 1981, RugbySanDonato, consultato il 13/07/2021.

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