La maggiore aspettativa di vita degli ultimi decenni ha aperto una sfida per la sanità: garantire una buona qualità di vita durante l’invecchiamento. In questa sfida riveste un ruolo centrale la prevenzione ed il rallentamento del declino cognitivo.
Recentemente sono stati pubblicati i risultati di una ricerca, coordinata dall’Università di Torino e finanziata dall’Unione Europea, che valuta i benefici della stimolazione cognitiva attraverso le app. Queste propongono esercizi mentali utilizzando vari giochi, inoltre incoraggiano l’attività fisica e consigliano un corretto stile di vita.
Il declino cognitivo è la perdita di una o più funzioni cognitive, cioè di quei processi del pensiero, fondamentali ed indispensabili, che si applicano alla comprensione ed all’apprendimento di una grande varietà di fenomeni e di compiti (Rosaleen A. Mc Carthy, Elisabeth K. Warrington 1990).
La maggiore aspettativa di vita degli ultimi decenni ha aperto una sfida per la sanità: garantire una buona qualità di vita durante l’invecchiamento. In questa sfida riveste un ruolo centrale la prevenzione ed il rallentamento del declino cognitivo.
Le malattie neurodegenerative che causano un’alterazione delle funzioni cognitive oltre ad essere molto diffuse, in Europa ci sono circa 9 milioni di pazienti con demenza, sono precedute da un periodo preclinico in cui i sintomi sono lievi ma i meccanismi patogenetici sono attivi.
Secondo quanto indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che nel 2019 ha pubblicato le linee guida per la riduzione del rischio di declino cognitivo e di demenza, per la prevenzione e il rallentamento della neurodegenerazione sono fondamentali un buono stile di vita ed una adeguata attività fisica. Inoltre varie ricerche testimoniano l’efficacia degli esercizi mentali nel prevenire e rallentare il declino cognitivo (Ngandu T.,Lehtisalo J., Soloman A. et al. 2015) .
Recentemente sono stati pubblicati i risultati di un progetto di ricerca, sostenuto economicamente dall’Unione Europea e denominato My-AHA, guidato dall’Università di Torino, che si è concretizzato grazie alla partecipazione di diversi istituti di ricerca e società che si occupano di tecnologia dell’informazione e comunicazione. Questo studio ha portato alla creazione di una piattaforma che, includendo diverse app, permette di monitorare le condizioni di salute e suggerisce attività utili per prevenire e migliorare il deficit cognitivo.
Il progetto si è realizzato attraverso un’ampia scelta di soggetti in diversi paesi (Italia, Spagna, Austria, Giappone e Australia). Successivamente, grazie ad un attento screening, sono stati selezionati per lo studio, 200 individui ultrasessantacinquenni che presentavano uno stato di pre-instabilità psicofisica e sociale. In una prima fase è stata validata la piattaforma, successivamente sono stati creati due gruppi ciascuno composto da 100 individui.
I soggetti sono stati monitorati, tramite la piattaforma, rispetto a diverse variabili: l’attività fisica, cognitiva, sociale, l’alimentazione ed il sonno.
Per il primo gruppo l’uso della piattaforma è stato limitato al semplice monitoraggio, mentre i 100 partecipanti appartenenti al secondo gruppo, oltre ad essere monitorati, hanno avuto a disposizione sullo smartphone le app My-AHA così hanno potuto utilizzare i giochi pensati per stimolare le funzioni cognitive ed i programmi realizzati per incoraggiare un corretto stile di vita. Hanno partecipato, come suggerito dalle app, ad attività sociali, sono stati stimolati a realizzare una corretta alimentazione, attività fisica ed igiene del sonno.
Dopo un anno di attività è stata effettuata una prima comparazione dei dati raccolti in entrambi i gruppi. Utilizzando un’apposita scala di misurazione, è stato possibile dimostrare un peggioramento della qualità di vita nel primo gruppo di soggetti, che non aveva utilizzato le app della piattaforma. Invece per tutti coloro, appartenenti al secondo gruppo, che hanno seguito la stimolazione cognitiva ed i consigli di My-AHA si è evidenziato un buon mantenimento delle condizioni di vita. Inoltre, dal punto di vista statistico, la differenza registrata tra i due gruppi è risultata significativa. Infine, i soggetti del secondo gruppo oltre a raggiungere una maggiore appropriatezza nell’alimentazione hanno avuto anche una trasformazione in positivo dell’umore.
Questo progetto dimostra come la tecnologia dell’informazione e comunicazione può essere d’aiuto nell’assistenza all’anziano. Inoltre conferma come l’intervento precoce, nel decadimento cognitivo, permetta di mantenere più a lungo una buona qualità di vita, infine indica come la prevenzione ed il rallentamento del decorso delle malattie neurodegenerative, quali l’Alzheimer e le altre demenze, sia legato all’intervento su vari fattori: attività fisica, funzione cognitiva, stato psicologico e sociale.