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Terapia Dialettico-Comportamentale (DBT) e Autismo: implicazioni future

Uno studio ha esteso l'utilizzo della DBT al trattamento dei comportamenti anticonservativi e autolesivi nei disturbi dello spettro dell'autismo

Di Silvia Carlucci

Pubblicato il 20 Apr. 2021

Il Disturbo dello Spettro Autistico (ASD) e il Disturbo Borderline di Personalità (BPD) condividono molte caratteristiche, tra cui i gesti autolesivi e i comportamenti suicidari. Quale effetto ha la Terapia Dialettico-Comportamentale (DBT) nel prevenire questo genere di condotte in pazienti con ASD?

 

Molte persone con Disturbo dello Spettro Autistico (ASD) sono trattate con cure specialistiche a lungo termine. In questa popolazione, il comportamento suicidario rappresenta il sintomo di più difficile trattamento (Hedley, 2018; Segers, 2014) poiché, al momento, non esiste una terapia efficace documentata.

La terapia dialettico-comportamentale (DBT) è un programma di trattamento efficace per i comportamenti cronicamente suicidari e/o autolesionistici in pazienti con Disturbo Borderline di Personalità (BPD) (Linehan, 1993). Gli studi RCT hanno infatti dimostrato l’efficacia della DBT in particolare nella riduzione dell’uso di alcol e/o di sostanze, dei comportamenti autolesivi e/o dei tentativi di suicidio, estendendone il suo utilizzo anche nel trattamento della dipendenza da sostanze (Dimeff & Linehan, 2008), della depressione, del PTSD (Bohus et al, 2020) e dei disturbi alimentari (Klein et al. 2013; Safer et al. 2010; Chen et al., 2015).

Uno studio promettente in fase di raccolta dei dati (Huntjens et al. 2020) ha esteso l’utilizzo della DBT al trattamento dei comportamenti anticonservativi e autolesionistici che si riscontrano frequentemente nei disturbi dello spettro dell’autismo.

Il background su cui poggia tale studio è che l’ASD e il BPD condividono molte caratteristiche, ossia: problemi nella regolazione delle emozioni (Samson et al. 2014), importanti problemi nelle relazioni interpersonali, disturbi dell’identità, impulsività, comportamenti suicidari ricorrenti e/o autolesionismo, instabilità affettiva dovuta ad una marcata reattività dell’umore, sentimenti cronici di vuoto, rabbia intensa o inappropriata o difficoltà a controllare la rabbia, ideazione paranoide correlata allo stress e incapacità di inibire vari impulsi, comportamenti o desideri (Fitzgerald, 2005)

Lo studio RCT di Huntjens et al. (2020), valuterà in primo luogo l’efficacia della DBT nel ridurre i comportamenti suicidari e/o autolesionistici.  Successivamente studierà l’efficacia della DBT rispetto al trattamento TAU (Treatment As Usual) nella riduzione degli stati ansiosi, nel migliorare le prestazioni sociali, nel ridurre la depressione e migliorare la qualità della vita, oltre che la sua utilità in termini di rapporto costi/benefici.

Il campione sarà costituito da centoventotto persone con diagnosi di autismo e comportamento suicidario e/o autolesionistico in associazione, reclutate da servizi di salute mentale specializzati e assegnate a due condizioni: 1) la condizione sperimentale DBT in cui i partecipanti avranno sessioni settimanali di terapia cognitivo-comportamentale individuale e una sessione di skills training di gruppo due volte a settimana per 6 mesi e 2) la condizione di controllo caratterizzata da un trattamento usuale che consiste in sessioni di terapia individuale settimanale di 30-45 minuti.

I criteri di inclusione nel campione saranno: età compresa tra 18 e 65 anni; criteri DSM-5 soddisfatti per il disturbo dello spettro autistico; presenza di ideazione suicidaria (punteggio SIDAS ≥ 21); livello di suicidio e/o comportamento autolesionistico valutato come grave sulla LPC; trattamento ambulatoriale. Tra i criteri di esclusione troviamo: QI <80; dipendenza da sostanze illecite e necessità di disintossicazione clinica; padronanza insufficiente della lingua olandese.

Poiché non ci sono dati empirici per guidare i professionisti nella riduzione del rischio suicidario nelle persone con ASD, è importante determinare se la DBT sia un intervento efficace per ridurre o prevenire l’ideazione e i tentativi di suicidio. Questo studio ha diversi punti di forza. Innanzitutto, è il primo studio clinico controllato randomizzato in singolo cieco per esaminare l’efficacia del DBT nelle persone con autismo e suicidio. Inoltre, la possibilità di generalizzare i risultati ottenuti è migliorata perché condotto nei servizi di salute mentale ordinari. Infine, il campione è relativamente ampio e bilanciato. Uno degli ostacoli principali sembrerebbe rappresentato dal reclutamento poiché alcuni terapisti potrebbero essere più riluttanti a raccomandare questo trattamento ai loro clienti. Un’altra limitazione è l’idoneità del terapeuta nel lavorare sia su pazienti autistici che a somministrare la DBT. Oltre a questo, le qualifiche dei terapisti TAU non sono chiare e il limite a 6 mesi della durata del trattamento DBT piuttosto che a 1 anno, come nel trattamento originale, potrebbe influenzare l’esito del trattamento stesso.

Il suicidio nelle persone con autismo rimane un fenomeno scarsamente compreso e poco studiato. Gli studi precedenti hanno sottolineato la necessità di ulteriori ricerche di approfondimento sull’efficacia delle strategie di prevenzione e degli interventi di trattamento allo scopo di trovare interventi utili nel prevenire il comportamento suicidario.

 

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Silvia Carlucci
Silvia Carlucci

Psicologa e Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale. Riceve a Roma - e Vasto (Ch)

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Bohus, M., Kleindienst, N. , Hahn, C. et al. (2020). Dialectical Behavior Therapy for Posttraumatic Stress Disorder (DBT-PTSD) Compared With Cognitive Processing Therapy (CPT) in Complex Presentations of PTSD in Women Survivors of Childhood Abuse, in JAMA Psychiatry. 2020;77(12):1235-1245.
  • Chen, EY., Segal, K., Weissman, J., Zeffiro, T. A., Gallop, R., Linehan, M. M., Bohus, M & Lynch, T.R. (2015). Adapting dialectical behavior therapy for outpatient adult anorexia nervosa - a pilot study. In Eating Disorders Journal. Jan;48(1):123-32.
  • Dimeff, L. A. & Linehan, M.M. (2008). Dialectical Behavior Therapy for Substance Abusers. In Addiction Science and Clinical Practice, 4(2), 39-47
  • Fitzgerald M. (2005) Borderline personality disorder and Asperger syndrome. In Autism; 9:452.
  • Hedley D, Uljarević M. (2018). Systematic review of suicide in autism spectrum disorder: current trends and implications. Curr Dev Disord Rep.5:65-76.
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  • Klein, A. S., Skinner, J. B., Hawley, K. M. (2013). Targeting binge eating through components of dialectical behavior therapy: Preliminary outcomes for individually supported diary card self-monitoring versus group-based DBT. In Psychotherapy, 50(4), 543-552.
  • Linehan MM (1993). Cognitive behavioural therapy of borderline personality disorder. New York: Guilford.
  • Safer D., Robinson A.H. & Jo B. (2010). Outcome From a Randomized Controlled Trial of Group Therapy for Binge Eating Disorder: Comparing Dialectical Behavior Therapy Adapted for Binge Eating to an Active Comparison Group Therapy. In Behavior Therapy vol.41(1): 106-20.
  • Samson AC, Phillips JM, Parker KJ, Shah S, Gross JJ, & Hardan AY (2014). Emotion dysregulation and the core features of autism spectrum disorder. J Autism Dev Disord; 2014;44:1766–72.
  • Segers, M. & Rawana, J. (2014). What do we know about suicidality in autism spectrum disorders? A systematic review. Autism Res. ;7:507- 21.
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