Le organizzazioni di significato personale rappresentano una modalità di costruzione del proprio senso di unicità e individualità a partire dall’esperienza soggettiva. Sono come dei filtri che ci fanno essere più sensibili ad alcune emozioni, condizioni, e favoriscono la formazione di temi narrativi che guidano la costruzione di significato della realtà.
Il costrutto di “organizzazione di significato personale” ricopre un ruolo centrale nell’edificio teorico del cognitivismo cosiddetto post-razionalista (Picardi et al., 2004).
Guidano (1987, 1991) postula che le nostre esperienze, fatte di informazioni provenienti dal mondo esterno, rappresentano stimoli che la mente deve interpretare e a cui deve attribuire un significato.
Il Sé viene considerato come un processo in continuo svolgimento, che prende originariamente forma all’interno della relazione primaria di attaccamento, la quale fornisce una sorta di impalcatura che guida lo sviluppo dell’identità personale nella matrice socio-culturale di appartenenza […] Nella riflessione su di sé, nella quale continuamente si riordina il flusso di esperienza in modo coerente con i principi che regolano la propria organizzazione di significato personale, emerge un senso di sé unitario che si estende dal passato alle aspettative future, con le caratteristiche di unicità, coesione e continuità. (Picardi et al., 2004)
Le Organizzazioni di Significato Personale rappresentano una modalità di costruzione del proprio senso di unicità e individualità a partire dall’esperienza soggettiva. Sono come dei filtri attraverso cui avvertiamo maggiormente alcune emozioni piuttosto che altre, siamo più sensibili ad alcune condizioni e costruiamo dei temi narrativi che guidano la costruzione di significato della realtà.
Quando le esperienze hanno una connotazione emotiva troppo intensa per le proprie ridotte capacità di regolazione emozionale, o risultano troppo discrepanti rispetto al senso di Sé, il senso di coesione può risultare alterato e l’organizzazione può irrigidirsi. Può, di conseguenza, diventare difficile attribuire significato a ciò che ci succede e possono manifestarsi tratti patologici di personalità o sintomi psicopatologici i quali, pur nelle varie specifiche configurazioni, mantengono più o meno inalterato il loro rapporto con il nucleo centrale dell’organizzazione di significato personale.
Guidano (1991) identifica quattro principali configurazioni di organizzazione del significato personale:
- Organizzazione Depressiva
- Organizzazione Fobica
- Organizzazione tipo Disturbi Alimentari Psicogeni (DAP)
- Organizzazione Ossessiva.
Questo modello iniziale è stato elaborato sulla base dell’osservazione delle singole organizzazioni in condizioni psicopatologiche. Successivamente il focus si è spostato sui processi di regolazione e di costruzione dell’identità, perdendo il connotato psicopatologico e assumendo un carattere più generale (Nardi & Capecci, 2007).
L’organizzazione depressiva diventa, in quest’ottica, distanziante, l’organizzazione fobica diventa controllante, l’organizzazione DAP diviene contestualizzata, e infine invece di organizzazione ossessiva si parla di organizzazione normativa.
Uno strumento per indagare le organizzazioni di significato personale è il MQOP – Mini Questionario sulla Organizzazione Personale (Nardi et al., 2012). Il Questionario è stato costruito con l’obiettivo di indagare la chiusura organizzazionale principale (Inward – messa a fuoco dall’interno o Outward – messa a fuoco dall’esterno), e prevede 4 differenti scale di punteggi, relativi a ciascuna OSP, per un totale di 20 item (Arimatea et al., 2009). La “misurazione” dell’organizzazione è stata progettata utilizzando un numero identico di domande per ciascuna OSP. Dalla scala con punteggio maggiore viene ricavata l’organizzazione di significato personale. Il questionario indaga gli aspetti più significativi della personalità; tuttavia per la complessità dei processi di sviluppo e mantenimento del significato personale, il test non può sostituire la valutazione clinica.
In maniera semplificata, generica e sicuramente non esaustiva, le caratteristiche delle 4 OSP possono essere così sintetizzate:
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Organizzazione Depressiva
L’organizzazione distanziante, e il costrutto correlato di stile di personalità tendente a disturbi depressivi, caratterizza individui che avvertono la solitudine come condizione esistenziale, con un diffuso timore di perdita in diverse circostanze. Hanno un forte senso di inettitudine e di non amabilità, amabilità che ritengono possibile raggiungere solo impegnandosi fortemente. Si riscontra prevalentemente in individui con uno stile di attaccamento evitante (Picardi et al., 2004)
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Organizzazione Fobica
L’organizzazione controllante, e il costrutto correlato di stile di personalità tendente a disturbi fobici, si riferisce a individui che sviluppano un senso di sé tendenzialmente fragile, che hanno una spiccata attenzione verso segnali fisici e sensoriali, colti con immediatezza. Nascondo un senso latente di debolezza, hanno un forte bisogno di controllo e ricercano protezione nei legami interpersonali, vissuti, d’altro canto, anche come costrittivi e vincolanti (Picardi et al, 2004).
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Organizzazione Dappica
L’organizzazione contestualizzata, e il costrutto correlato di stile di personalità tendente a disturbi alimentari psicogeni, caratterizza individui il cui nucleo centrale è rappresentato da un senso di Sé indefinito, che tendono a conformarsi alle richieste del contesto, per via di un latente senso di inadeguatezza, bisogno di ottenere consenso e approvazione,paura del giudizio altrui, con alternanza di atteggiamenti estremamente accondiscendenti o oppositivi (Picardi et al., 2004).
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Organizzazione Ossessiva
L’organizzazione normativa, e il costrutto correlato di stile di personalità tendente a disturbi ossessivi, caratterizza individui che costruiscono il senso di Sé su un sistema astratto di regole e sulla capacità di adeguare il proprio comportamento alle regole stesse. Il senso di discrepanza tra il proprio sé e il sistema di regole genera attivazione emotiva. Si tratta di individui che necessitano di mantenere il controllo sui propri stati emotivi rifugiandosi in intellettualizzazioni e ragionamenti logici. Bassa è l’intolleranza dell’incertezza e del dubbio (Picardi et al., 2004).
È utile ricordare che la classificazione di un soggetto in una categoria non va intesa come una diagnosi psicopatologica, né permette di prevederne comportamenti, scelte o motivazioni. Tali descrizioni, inoltre, non possono rispondere alla molteplicità e complessità di modi attraverso cui un’organizzazione possa manifestarsi in soggetti differenti.
Piuttosto, l’obiettivo è favorire l’individuazione di principi che regolano i processi di formazione e articolazione dell’identità personale e la comprensione delle difficoltà soggettive di regolazione, di articolazione emozionale e il potenziamento delle abilità individuali (Picardi et al., 2004).