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I Disturbi di Personalità nella Coppia

Sembra che la personalità giochi un ruolo fondamentale nella soddisfazione per la coppia, ovvero nella valutazione soggettiva della qualità della relazione

Di Eleonora Galletti

Pubblicato il 16 Feb. 2021

In base ai criteri diagnostici consultabili nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, sembra che i soggetti affetti da dei disturbi di personalità possano avere difficoltà a seguire i princìpi che contribuiscono alla soddisfazione di coppia.

 

I conflitti tra partner sono i fattori più comuni di scompenso dei disturbi della personalità (South et al. 2008). Kasalova e colleghi (2018) hanno svolto una revisione narrativa incentrata proprio sul tema del disturbo di personalità nella relazione amorosa, scoprendo che la personalità gioca un ruolo fondamentale nella soddisfazione per la coppia, ovvero nella valutazione soggettiva della qualità della relazione. Terman e collaboratori (1938) scoprirono che alcuni tratti della personalità possono impedire il raggiungimento della soddisfazione nelle relazioni, che, secondo la ricerca transculturale, è influenzata da quattro fattori: socievolezza, affidabilità, capacità di accordo e reciprocità (Humbad et al. 2010).

In base ai criteri diagnostici dei disturbi di personalità consultabili nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (APA 2013), si può confermare che i soggetti affetti da queste psicopatologie possono avere difficoltà a seguire i princìpi che contribuiscono alla soddisfazione di coppia. Questi soggetti, infatti, differiscono dalla popolazione generale per comportamento (fonte di problemi interpersonali), processi cognitivi disadattivi (rigidità verso sé e gli altri e distorta comprensione della realtà) e reazioni emotive (affetti eccessivi e duraturi o affettività diminuita) (APA 2013). Questi modelli sono stabili e pervasivi, si manifestano indipendentemente dal contesto e di solito sono congruenti con le strutture interne (Fonagy & Luyten 2012). L’associazione tra coppia disfunzionale e disturbi di personalità può avere la base nell’insufficiente comprensione del comportamento del partner. In effetti, le persone con disturbi di personalità possono sperimentare numerose interpretazioni errate, conversazioni spesso scorrette, e possono anche essere maggiormente predisposte ad aggressioni verbali e fisiche, conflitti che originano dalla loro relazione con il mondo.

Fino ad ora questo articolo ha trattato i disturbi di personalità nell’insieme, ma scendendo nel dettaglio, quali possono essere i pensieri disfunzionali relativi a ciascun disturbo di personalità che portano a conflitti nella coppia? Kasalova e collaboratori hanno creato a partire dalla loro review dei modelli che racchiudono esempi di come il disturbo di personalità può generare conflitto nella relazione. Questi modelli sono composti da: pensieri su sé e sugli altri, comportamenti tipici, e reazioni frequenti del partner.

  • Il disturbo paranoide può presentare due opposte tipologie di pensiero riferite a sé: “Sono vulnerabile” oppure “Sono forte”. La conseguente attitudine nelle relazioni con gli altri sottintende il pensiero “Le altre persone sbagliano, quindi se sono attento posso difendermi”, e i comportamenti associati a questo pensiero sono vigilanza e sospettosità. A ciò i partner possono reagire con distacco o con preoccupazione/rabbia per la sospettosità.
  • Al disturbo schizoide possono sottostare diverse credenze, come “Sono una persona solitaria” o “Sono auto-sufficiente”, e “Gli altri non hanno nulla da offrirmi”. I conseguenti comportamenti disfunzionali possono essere distacco e disimpegno, a cui possono conseguire azioni del partner mirate al rafforzare la comunicazione, talvolta facendo pressioni e stabilendo regole.
  • I due poli del pensiero antisociale possono essere “Sono solo e vulnerabile” e “Sono forte e intelligente”. I soggetti con disturbo antisociale sono inclini a credere che gli altri potrebbero sfruttarli o abusare di loro, per cui tendono ad agire con comportamenti caratterizzati da manipolazione e attacco/lotta. I loro partner spesso si adattano a queste condotte con rassegnazione, mettendosi al servizio dell’altro o, talvolta, tentando si correggerli e moralizzare.
  • I soggetti con disturbo borderline hanno spesso pensieri di colpa, vulnerabilità e inaiutabilità che possono rispecchiarsi con il pensiero “Gli altri potrebbero tradirmi o lasciarmi, quindi non posso fidarmi”. I comportamenti correlati variano tra enfatizzazione della propria forza, attacco, rassegnazione, confronto, fino alla richiesta di fiducia dagli altri. Il partner solitamente risponde a questi comportamenti con critica/azioni rabbiose/rigetto, o con rassegnazione.
  • Il disturbo istrionico può avere due tipi di credenze centrali: “Sono niente” oppure “Sono grandioso”. Conseguentemente, i pensieri sugli altri possono essere “Gli altri non mi apprezzeranno” oppure “Le persone che mi circondano/mi ammirano sono qui per servirmi”. I loro comportamenti sono caratterizzati da esagerazione, provocazione, drammatizzazione e manipolazione. Il partner può ironizzare assoggettandosi ai modi di fare grandiosi ed egocentrici o reagire minimizzando le reazioni emotive, rischiando talvolta di infliggere attacchi verbali o fisici.
  • “Il mio mondo non può sfuggire al controllo”. Questa è una delle credenze centrali più diffuse nel disturbo ossessivo-compulsivo di personalità. Queste persone criticano l’irresponsabilità altrui, tendendo spesso a moralizzare, controllando rigidamente. I partner potrebbero ribellarsi a queste rigidità per sottrarsi alle regole, abbandonando le responsabilità, provocandoli e, talvolta, forzandoli ad esprimere emozioni.
  • Il disturbo evitante di personalità presenta i caratteristici pensieri “Sono indesiderato/ incompetente/socialmente impacciato” e “Gli altri mi rifiuteranno”, a cui seguiranno comportamenti di evitamento e chiusura. I partner possono rispondere a questa condotta perseverando nell’incoraggiarli ad aprirsi. A questi tentativi spesso seguono emozioni di rimorso e pentimento.
  • Nel disturbo dipendente il pensiero più frequente è “Sono debole e indifeso, ma gli altri potrebbero prendersi cura di me”. Queste persone cercano quindi il contatto e l’aiuto degli altri, creando relazioni basate sulla dipendenza. Il partner sfoggia spesso un comportamento dominante, rigettando le espressioni di dipendenza, a volte con comportamenti aggressivi.
  • I due pensieri opposti alla base del disturbo narcisistico sono: “Sono inferiore agli altri” e “Sono migliore degli altri”. La competitività può essere la loro migliore arma, alimentata dall’enfasi su loro stessi. I partner possono ammirarli e sottomettersi ad essi, così come criticarli e deriderli, lottando per la propria importanza.
  • “Io sono autosufficiente, ma vulnerabile”. Questo l’esempio di credenza alla base del disturbo passivo-aggressivo, al quale conseguono pensieri come “Gli altri controllano/ interferiscono/ sono dominanti.” Le strategie comportamentali da loro utilizzate oscillano tra passività e sabotaggio. Durante le liti i loro partner solitamente propongono compromessi, seppur con criticismo e talvolta con picchi di rabbia. In certi casi rispondono semplicemente con rassegnazione (Kasalova et al., 2018).

Per comprendere a fondo le dinamiche di tali relazioni, è essenziale esaminare i tratti di personalità. La comprensione dei modelli disadattivi nel contesto della relazione potrebbe essere vantaggiosa per entrambi i partner. Sottovalutare l’influenza del disturbo di personalità sulla relazione amorosa può compromettere in modo significativo la possibilità di creare e mantenere la qualità della partnership, o addirittura danneggiare la relazione. Qualora la coppia dovesse presentare problematiche che causano disagio, è importante rivolgersi ad un professionista del settore psicologico.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Ed. DSM-5. Arlington: American Psychiatric Association.
  • Fonagy P. & Luyten P. (2012). Psychodynamic models of personality disorders. Widiger T. A. (ed.) The Oxford Handbook of Personality Disorders. New York, NY: Oxford University Press; 345–372.
  • Humbad Donnellan M. B., Iacono W. G., Burt S. A. (2010). The association of marital quality with personality and psychopathology. J Abn Psych. 119: 151-162
  • Kasalova, P., Prasko, J., Kantor, K., Zatkova, M., Holubova, M., Sedlackova, Z., Slepecky, M., & Grambal, A. (2018). Personality disorder in marriage and partnership - a narrative review. Neuroendocrinology letters, 39(3), 159–171.
  • South S. C., Turkheimer E., Oltmanns T. F. (2008). Personality disorder symptoms and marital functioning. Consult of Clinical Psychology. 76: 769-780
  • Terman L. M., Buttenwieser P., Ferguson L. W., Johnson W. B., Wilson D. P. (1938). Psychological factors in marital happiness. New York: McGraw-Hill.
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